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Ambrì Piotta

Zwerger: “La nostra linea si trova a memoria, ma siamo solo una piccola parte del successo”

L’austriaco ha commentato la vittoria: “Non capita spesso di poter imparare da una partita che ti regala comunque tre punti d’oro, questo è molto positivo. Ognuno sta dando davvero il massimo”

AMBRÌ – Con qualche patema d’animo di troppo l’Ambrì Piotta è riuscito a tornare al successo, trovando un pronto riscatto dopo la scottante sconfitta di sabato rimediata a Rapperswil.

Nonostante un match controllato agevolmente fino al 35esimo minuto di gioco, negli ultimi scampoli del periodo centrale gli uomini di Luca Cereda hanno mollato il piede dal gas, permettendo al Davos di rientrare in partita. Pur correndo qualche pericolo di troppo nel terzo conclusivo, i biancoblù sono stati bravi a non disunirsi, lottando fino alla fine e ottenendo con merito tre punti pesantissimi per la classifica.

“Ogni partita è importante ma questi tre punti hanno un sapore particolare”, ha commentato Dominic Zwerger, autore dello spettacolare goal dell’1-0. “Nessuno di noi era soddisfatto della sconfitta contro i Lakers e una pronta reazione era necessaria. Contro i grigionesi abbiamo disputato una buona prova, anche se non siamo riusciti ad essere costanti per tutti i sessanta minuti”.

Nonostante abbiate controllato a lungo il match avete permesso al Davos di rifarsi sotto. Peccato non essere riusciti a “uccidere” l’incontro quando ne avevate la possibilità…
“Credo che il problema fosse legato al nostro gioco: ci siamo complicati un po’ troppo la vita, dimenticandoci di giocare in modo semplice. Avanti di 3-0 non puoi permetterti di rilassarti, ma non devi nemmeno spingere troppo sull’acceleratore rischiando di aprire degli spazi agli avversari. Avremmo dovuto giocare con maggiore calma e lucidità. Forse dall’esterno è sembrato che avessimo smesso di giocare il nostro hockey, ma non è stato così. Il Davos è riuscito ad insaccare in due occasioni ma noi non abbiamo mai panicato. Tutti hanno lavorato duramente, dimostrando di volere a tutti i costi la vittoria. Ci siamo sacrificati per la squadra, abbiamo bloccato moltissimi tiri e ognuno si è assunto le proprie responsabilità. Si tratta di una partita dalla quale possiamo trarre insegnamento. Spesso si impara dai propri errori quando si incappa in sconfitte che fanno male. In questo caso possiamo imparare da una partita che ci ha comunque regalato tre punti d’oro. E questo è senza dubbio positivo”.

Specialmente dopo la sconfitta di Rapperswil era importante iniziare con il piede giusto. La tua rete – e che rete! – non può che aver aiutato i tuoi compagni a trovare le giuste sensazioni…
“È bello poter contribuire in maniera concreta al successo della propria squadra. Non sempre è possibile finire sul tabellino, ma martedì le cose sono girate per il verso giusto e il disco è entrato. In quell’occasione sono stato anche un po’ fortunato a dire il vero… Ad ogni modo è davvero appagante vedere l’entusiasmo con cui i tifosi reagiscono alle nostre reti. La Valascia sta diventando sempre più una pista ostica per i nostri avversari e gran parte del merito va riconosciuto ai nostri fans. Accorrono sempre in massa, poco importa se vinciamo o perdiamo, o se all’esterno ci sono temperature glaciali come martedì sera. Grazie a loro siamo messi nella condizione di riuscire a trasformare il vantaggio casalingo in un concreto vantaggio sportivo”.

Insieme a Müller e Kubalik state vivendo una stagione eccezionale. Siete il trio delle meraviglie e la chimica tra voi è davvero invidiabile…
“Giocare al fianco di Marco e Dominik rende il tutto molto più semplice. Sono due giocatori straordinari, tra di noi comunichiamo molto bene e l’intesa è davvero eccellente. Ormai ci troviamo a occhi chiusi. Ma se l’Ambrì vince non è esclusivamente per merito nostro. Noi siamo solo una piccola componente del successo. Non si tratta di singoli, ma di un gruppo che è unito. Ognuno di noi dà il massimo ogni sera per onorare la maglia che indossiamo. È questo ciò che conta veramente”.

C’è stato un periodo – relativamente recente – nel quale il vostro terzetto ha faticato maggiormente (rispetto al solito) a concretizzare le proprie occasioni. In quel momento avete percepito della pressione dall’ambiente?
“No, affatto. Non possiamo pensare di andare in rete ad ogni sfida, sarebbe troppo bello (ride, ndr.). Arriveremmo alla fine della stagione con 50 reti a testa, e questo è impensabile. Il nostro compito è di aiutare la squadra a vincere, dunque è comprensibile che da parte nostra ci si aspettino molte reti. Ma l’hockey non è fatto solo di goal e assist, bensì anche di lavoro sporco. Ed è quello che il nostro coach ci sta insegnando quotidianamente”.

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