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Lugano

Testacoda a Kloten, gli aviatori interrompono la corsa del Lugano

La squadra di Ireland esce sconfitta dalla Swiss Arena dopo 6 vittorie consecutive. La reazione nel finale non basta per rimediare a dei brutti primi 40 minuti

Testacoda a Kloten, gli aviatori interrompono la corsa del Lugano

KLOTEN – LUGANO

3-1

(1-0, 2-1, 0-0)

Reti: 9’35 Schlagenhauf (Leone) 1-0, 23’47 Egli (Schlagenhauf, Marchon) 2-0, 29’33 Schlagenhauf (Stoop) 3-0, 34’05 Cunti 3-1

Note: Swiss Arena, 5’242 spettatori. Arbitri Prugger, Urban; Bürgi, Kovacs
Penalità: Kloten 6×2′ + 1 x rigore (Bäckman), Lugano 7×2′

KLOTEN – Tutte le serie prima o poi hanno una fine. Quella serie di vittorie del Lugano si è interrotta a 6, con il Kloten primo sbarramento sulla strada dei bianconeri, quel Kloten fresco di licenziamento di Tirkkonen.

Tutte le serie hanno una fine, certo, però non ci si aspettava (o perlomeno, non era annoverato tra le cose più che plausibili) che quella dei bianconeri trovasse la sua fine contro i disastrati aviatori, ringalluzziti dal cambio in panchina, ma non di certo una squadra trasformata da Gällstedt e dal redivivo Rötheli.

Però, c’è un però, che è dettato da tutte quelle variabili che rendono l’hockey lo sport che tutti conosciamo, imprevedibile e senza molte logiche, e queste variabili sono state esaltate sì da degli aviatori certamente più propositivi, ma soprattutto da un Lugano arrivato alla Swiss Arena impreparato mentalmente a questa sfida.

Greg Ireland ne era ben conscio dopo la sconfitta per 3-1, ha passeggiato un paio di minuti nei corridoi della pista prima di chiamare a raccolta la squadra nello spogliatoio per esporre il suo discorso. Un Ireland di certo non felice di quello che ha visto sul ghiaccio, in particolar modo nella prima mezzora di partita, nella quale il Lugano ha ricoperto di errori e cattive valutazioni il ghiaccio zurighese.

Il Kloten in fondo ha fatto ciò che andava fatto dalla sua parte, cercando schemi basilari che potessero esaltare la sua forza principale che rimane la velocità di pattinaggio e di transizione, puntando tutto sui contropiedi guidati da Hollenstein, Praplan e uno scatenato Schlagenhauf, vero e proprio demone per la difesa bianconera e per Manzato.

Già, Manzato, anche il back up bianconero non è certo esente da colpe, come in particolare sul raddoppio in short hand proprio di Schlagenhauf a metà incontro (decisamente impreparato su quell’attacco) e su diversi interventi al limite della sufficienza che hanno fatto ballare i suoi difensori con rebound incontrollati e incontrollabili.

Intendiamoci, una sconfitta del genere non ha un solo colpevole né deve tantomeno essere trasformata in tragedia, certo è che il Lugano proprio martedì sera ha smarrito delle armi fondamentali per raggiungere il risultato, ossia la disciplina, la concentrazione e la determinazione ad andare dove più fa male e girano colpi duri.

Quelle zone dove più fa male sono quelle che il Kloten ha potuto controllare meglio, come lo slot davanti a Boltshauser, spesso privo di bianconeri che potessero dare fastidio al portiere di casa o pronti a ribattere i dischi vaganti, ma soprattutto area di ripartenza per le veloci scorribande di Sallinen e soci.

Al Lugano in fondo sarebbe bastato ripetere questi esercizi fin dall’inizio, perché si è capito nel terzo tempo che forzando un po’ la mano il fragile Kloten balbettava e panicava senza riuscire a liberare il terzo, rifugiandosi in innumerevoli icing, ma ormai il tempo era fatto.

Forse solo la rete di Ulmer, annullata per un disturbo di Lajunen su Boltshauser e arrivata in un ottimo momento per i bianconeri avrebbe potuto cambiare le carte in tavola per tempo, ma con i rimpianti non si costruiscono vittorie, e per quanto visto sul ghiaccio, la vittoria del Kloten ci sta, in un contesto piuttosto brutto e povero tecnicamente.

Una sconfitta che non va trasformata in dramma, ma che deve essere semplicemente di lezione, per far capire a tutti che senza l’attitudine vista negli ultimi incontri, anche gli avversari più deboli sulla carta possono diventare delle buche profonde in cui incespicare. Sarà meglio impararla in fretta questa lezione, perché giovedì anche gli ZSC Lions vorranno dimostrare di aver capito la materia di studio.


IL PROTAGONISTA

Roman SchlagenhaufL’ex attaccante di Ambrì Piotta e Lugano è stato una vera spina nel fianco per tutta la partita, premiato per il suo lavoro con due gol e un assist.

Sempre sfuggente in attacco e impavido in difesa e box play, il numero 8 ha mostrato la via al Kloten per battere un Lugano vanitoso.


HIGHLIGHTS

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