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Mondiali 2016

Svizzera, è ancora buio pesto: KO nella seconda sfida con la Norvegia

NORVEGIA – SVIZZERA

4-3

(1-1, 2-0, 0-2; 1-0)

Reti: 2’27 Walser (Weber, Martschini) 0-1, 14’07 Ken Andre Olimb (Matis Olimb, Zuccarello) 1-1, 23’02 Roymark (Forsberg) 2-1, 38’03 Matis Olimb (Ken Andre Olimb, Rosseli Olsen) 3-1, 43’24 Moser (Diaz, Niederreiter) 3-2, 59’50 Du Bois (Diaz, Ambühl) 3-3, 63’23 Martinsen (Matis Olimb, Trygg) 4-3

Note: Mosca, 4’515 spettatori. Arbitri Piechaczek, Rantala; McIntyre, Ponomarjow
Penalità: Norvegia 4×2′, Svizzera 3×2′

MOSCA – Così proprio non va. Dopo due partite la posizione al Mondiale della Svizzera risulta già pesantemente compromessa, con la formazione di Fischer che dopo il primo deludente KO ai rigori con il Kazakistan ha subito sostanzialmente la stessa sorte contro la Norvegia, inchinandosi ai nordici con il punteggio di 4-3 all’overtime.

Due punti contro le due selezioni sulla carta più deboli del gruppo, un gioco che si compone unicamente di fiammate estemporanee, una classifica che piange ed il morale probabilmente a terra: a questo punto più che ai quarti di finale bisogna iniziare a pensare a raccogliere i punti necessari alla salvezza.

Gli svizzeri, forse anche senza più la pressione del debutto sulle spalle, sono partiti più convinti e, complice una penalità guadagnata in avvio, sono immediatamente passati in vantaggio in power play. Marcatore nuovamente il giovane Walser, alla seconda rete in altrettante partite, che nell’occasione ha insaccato un rebound concesso da Haugen su sassata dalla blu di Weber.

La foga rossocrociata si è però dimostrata essere solo un fuoco di paglia e, progressivamente, i norvegesi hanno riguadagnato il pallino del gioco. Spinti soprattutto dai due blocchi più rappresentativi (quelli con Zuccarello, Martinsen ed i fratelli Olimb), i nordici si sono più volte installati dalle parti di Robert Mayer e, complice una situazione di penalità differita, proprio Ken Andre Olimb ha pareggiato lo score con un bel polsino.

Nell’occasione è nuovamente apparso chiaro quanta fatica la Nati faccia in difesa, con un roster arretrato non molto noto per le qualità in copertura quanto più per le abilità offensive.

Nel periodo centrale i confederati hanno fatto fatica a carburare ed anzi, sono nuovamente stati schiacciati da Tollefsen e compagni, molto più bravi a giocare in maniera corale e più efficaci nel far girare il disco nel terzo offensivo. La Svizzera ha sì tirato molto più dei suoi avversari per la seconda volta consecutiva (39-26 il conteggio finale), ma questi tiri sono spesso giunti da posizioni molto defilate e sono stati il risultato di semplici azioni personali.

La Nati al momento non gioca come una squadra, manca di coesione tra gli elementi e alcuni uomini tendono ad incaponirsi nel cercare l’azione in solitaria. Niederreiter si sta impegnando molto, ma gioca spesso da solo risultando molto poco incisivo, così come tutti i suoi altri compagni provenienti dal Nordamerica.

E così, senza troppi complimenti, i norvegesi hanno colpito con Roymark e Mathis Olimb, portando sul 3-1 il risultato e capitalizzando i guai di una Svizzera che proprio non vuole saperne di carburare.

Nel terzo tempo Ambühl e compagni hanno sì avuto una reazione, ma le due reti, ottenute da Moser e un po’ fortunosamente da Du Bois a 10’’ dal termine, non possono andare a nascondere il fatto che questa era una partita da vincere e che dunque si tratta sempre di punti importanti persi.

Nell’overtime poi la beffa definitiva, con la rete della vittoria di Martinsen ottenuto in power play a condannare la Nati alla seconda sconfitta consecutiva.

Starà ora a Fischer ed il suo team risollevare le sorti di questo Mondiale partito malissimo, anche se in molti avranno sicuramente notato delle preoccupanti similitudini tra questa selezione ed il Lugano del mese di ottobre.

Martedì con la Danimarca la Nazionale dovrà trovare obbligatoriamente una vittoria, così da potere navigare per lo meno tranquillamente verso la salvezza, visto che ora come ora l’approdo ai quarti appare ampiamente fuori portata. Una sconfitta suonerebbe invece come una vera e propria condanna, sia per la squadra che per chi la dirige.

Reto è uno studente in economia e grande appassionato di hockey a 360 gradi, si occupa delle partite dei biancoblù e della sezione dedicata alla Nazionale.

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