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Ambrì Piotta

Stucki: “Se si gioca come squadra e c’è sacrificio, tutto è più facile”

AMBRÌ – Contro il Losanna, battuto per 3-2 alla Valascia, l’Ambrì Piotta ha proseguito sulla falsa riga di quanto mostrato la sera precedente a Kloten, portando cioè molta grinta sul ghiaccio e continuando soprattutto con il cosiddetto “processo” tanto caro a Gordie Dwyer.

Insomma, dopo i preoccupanti risultati scaturiti contro Friborgo, Lugano e Davos, i leventinesi sono tornati perlomeno ad essere una squadra, capace di vincere sostanzialmente grazie ad una maggiore “fame” rispetto ai propri avversari.

Di positivo, in vista delle partite che attendono nelle prossime settimane i biancoblù, c’è che nello spogliatoio è tornata a veleggiare una moderata dose di serenità. Non a caso molti erano i volti visibilmente distesi nel dopopartita, compreso quello di capitan Paolo Duca.

Una delle componenti costitutive della scossa è stato l’inserimento in prima squadra di tre elementi provenienti dai Ticino Rockets, in particolar modo di Christian Stucki, molto attivo per tutto l’arco della sfida e autore di un assist in occasione della rete di apertura di Fuchs.

Christian Stucki, quattro punti che fanno bene non tanto alla classifica, quanto più al morale di una squadra che ha mostrato un’evidente reazione…
“Diciamo che i punti sono importanti in tutte le partite, considerando che ci troviamo a 11 lunghezze dal Langnau e a 14 dal Kloten. Ciò che ci occorre è fare più punti possibili. Contro il Losanna abbiamo fornito una buona prestazione, ma sarà importante non accontentarsi. Dobbiamo archiviare questo successo, proseguendo in tranquillità il lavoro in vista della prima partita di playout, prevista per sabato”.

Quanto viene il facilitato il compito di una squadra mentalmente fragile come l’Ambrì quando si va per primi in vantaggio?
“Naturalmente segnare per primi aiuta e si acquisisce fiducia. È altresì vero che in alcune occasioni potrebbe presentarsi l’effetto contrario, ovvero il fatto di rilassarsi inconsciamente dopo essere passati in vantaggio. Insomma, si tratta del cosiddetto rovescio della medaglia. A mio giudizio, ciò che ha fatto la differenza sabato sera è stato il lavoro di squadra. Abbiamo portato energia in pista e abbiamo finito i check. Sono tutti buoni segnali e ovviamente la speranza è quella di continuare in questa direzione”.

Inoltre è caduto un gol a freddo in entrata di terzo tempo, esattamente come venerdì a Kloten. Un caso?
“Sapevamo che il Losanna aveva deciso di sostituire il portiere. In questo caso la miglior cosa da fare era tirare in porta, considerando che Caminada non aveva avuto modo di riscaldarsi a dovere. Abbiamo avuto un po’ di fortuna, ma è anche vero che se non si tira è difficile segnare. Direi che tutto sommato è andata bene”.

Evidenti sono le difficoltà che incontra l’Ambrì nel trovare la via del gol. Non è un caso che nel weekend abbiate iniziato a mettere moltissimi dischi sul portiere avversario…
“Più si scagliano tiri in porta, più il portiere avversario deve essere pronto e concentrato, più si creano occasioni e rebound. Dobbiamo continuare in questa direzione perché è quella giusta”.

Alcuni elementi dei Rockets sono stati chiamati per ridare un po’ di linfa ad una squadra che era apparsa spenta. Sembrerebbe che questa mossa abbia fatto bene…
“Bisogna capire che i Ticino Rockets non devono essere visti come i “salvatori della baracca”. Non è grazie a loro che l’Ambrì è tornato a fare punti. Siamo una squadra e tutti devono aiutarsi l’un l’altro. È questo a fare la differenza. Se si è squadra e se il proprio compagno è pronto a sacrificarsi per te, allora tutto diventa più facile. Nel corso delle ultime settimane vi sono state molte (giuste) polemiche che ci hanno distratto. È importante che tutti noi giocatori pensiamo al bene del club. Per questo motivo dobbiamo continuare in questa direzione, restando sereni”.

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