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National League

Sorpresa! Berna con le spalle al muro, Ginevra avanti sui Lions

EISHOCKEY, VIERTELFINALE, PLAYOFF, PLAY-OFF, NATIONAL LEAGUE A, NATIONALLIGA A, NLA, MEISTERSCHAFT, SAISON 2014/15, GENEVE SERVETTE HC, SERVETTE HC, ZSC, ZSC LIONS,(PHOTOPRESS/Martial Trezzini)

Continuano a non mancare le sorprese sulle piste di LNA, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, che il campionato svizzero rimane tutt’altro che scontato. Gli ZSC Lions in difficoltà contro il roccioso e razionale Ginevra Servette e un Berna addirittura già con le spalle al muro rendono l’idea dell’imprvedibilità che il nostro hockey riesce a mantenere.

Vero che dopo la serie vinta contro il Lugano si era capito che la squadra di McSorley potesse mettere in difficoltà quella di Crawford. Ma decisamente più difficile era pronosticare il 3-0 in favore del Davos, con 2 vittorie esterne sulla Postfinance Arena di Paulsson e compagni, risultato che potrebbe far tremare anche Guy Boucher in vista di una gara 4 nei Grigioni che si preannuncia appassionante e estremamente calda.

I Lions non devono invece aver studiato molto la serie dei quarti tra Lugano e Ginevra, perché l’errore che stanno commettendo sulle rive della Limmat sembra lo stesso dei bianconeri, ossia attendersi che il talento faccia la differenza sul carattere e la forza fisica.

All’Hallenstadion, dopo i problemi di natura tecnica – sostituzione di un faro – che hanno ritardato pesantemente l’inizio di partita, i Lions hanno cercato di imporre il proprio gioco sin dalle prime battute, con combinazioni veloci nello slot che però non hanno sorporeso l’ottimo Mayer. Ginevra solido e paziente, Lions troppo dipendenti da qualche folata imporvvisa guidata da Wick e Shannon, partita rimasta apertissima e intensa.

EISHOCKEY, HALBFINAL, PLAYOFF, PLAY-OFF, NATIONAL LEAGUE A, NATIONALLIGA A, NLA, MEISTERSCHAFT, SAISON 2014/15, ZSC LIONS, GENEVE SERVETTE HC, GENF,(PHOTOPRESS/Ennio Leanza)

Dopo vari pericoli scampati, gli uomini di McSorley hanno cominciato a mettere fuori la testa, ma soprattutto, hanno iniziato a mettere la sfida sul piano fisico, esercizio in cui anche gli zurighesi hanno trovato difficoltà per porre rimedio.

La medicina giusta sembrava potesse essere la rete di Malgin al 41’, con i padroni di casa illusi che potesse essere questa la chiave di volta del match. E invece no, perché gli indomiti ginevrini, davvero incredibili sul piano caratteriale, sono riusciti a zittire gli 11’000 dell’Hallenstadion nemmeno 2’ più tardi, quando Rod, lasciato solo davanti a Flüeler ha deviato comodamente in porta un disco servitogli da Kast. Tutto da rifare, squadre che verso il 60’ non hanno preso troppi rischi, anche se qualche pericolo lo ha causato il Ginevra, e tutti all’overtime.

Nemmeno il tempo di imbastire i giochi e Picard è andato ad affondare i Lions al 61’, con un’azione fotocopia del pareggio di Rod, pista ammutolita e Ginevra in vantaggio nella serie in un amen, la crudeltà dei playoff. E pensare che i ginevrini, oltre agli assenti Lombardi e Tom Pyatt, durante il match ha perso anche Taylor Pyatt, restando con due soli stranieri. La forza di una squadra è anche questa, far di necessità virtù. E a volte essere sottovalutati dall’avversario aiuta non poco.

EISHOCKEY, HALBFINALE, PLAYOFF, PLAY-OFF, NATIONAL LEAGUE A, NATIONALLIGA A, NLA, MEISTERSCHAFT, SAISON 2014/15, HC DAVOS, HCD, SC BERN, SCB,(PHOTOPRESS/Gian Ehrenzeller)

Ciò che invece caratterizza la serie tra Berna e Davos non è certo il fatto che gli orsi sottovalutino i grigionesi, perché i problemi della squadra di Guy Boucher sono da ricercare soprattutto nei propri giocatori.

Una squadra che nei playoff ha perso la sua vena realizzativa – solo 1,7 reti a partita segnate – che fa fatica a creare occasioni nitide e facili contro un’altra sicura di sé, decisa e senza paura, che pratica il proprio gioco con disciplina e concretezza.

In sostanza anche la seconda gara di semifinale giocata alla Postfinance Arena ha confermato queste impressioni, visto ciò che è stato proposto sul ghiaccio. Poche occasioni per parte per almeno metà incontro, più nitide per il Davos in contropiede, confusionarie e poco lucide quelle capitate ai frettolosi padroni di casa. Più volte Ambühl e Paulsson hanno fatto correre i cosiddetti brividi freddi ai 17’000 della pista della capitale, con azioni ficcanti e dirette, mantenendo però anche una buona copertura su Genoni.

Nel secondo periodo addirittura il Davos si è fatto preferire per aver sfiorato la rete in shorthand in almeno due occasioni, con Paulsson e Dino Wieser, mentre Holloway e compagni erano intenti a litigare con un disco fattosi vieppiù pesante. Pesantissimo è stato poi il puck depositato in rete da Schneeberger al 46’51”, che ha messo ancora più pressione sugli uomini di Guy Boucher.

Il tempo per rimediare c’era, così come le occasioni, viste le penalità comminate in serie a Marc Wieser e Samuel Guerra negli ultimi 7’ dell’incontro, ma la fretta e la mancanza di idee hanno imperversato nella testa degli orsi, capaci di subire anche il definitivo 0 a 2 al 59’59” da Lindgren a porta vuota.

Boucher è già con le spalle al muro, i fischi del pubblico sono la sirena d’allarme.

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