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Ambrì Piotta

Anche a Davos non c’è partita, per l’Ambrì è il nono KO in dieci match

DAVOS – AMBRÌ

6-3

(3-1, 2-1, 1-1)

Reti: 3’38 Marc Wieser (Axelsson, Lindgren) 1-0, 3’48 D’Agostini (Emmerton) 1-1, 8’32 Corvi (Lindgren, Du Bois) 2-1, 15’30 Ruutu (Kousal, Ambühl) 3-1, 27’44 Walser (Lindgren) 4-1, 33’21 Trunz (Hall, Pesonen) 4-2, 33’39 Kousal (Simion) 5-2, 50’28 Corvi 6-2, 52’38 Fuchs (Fora) 6-3

Note: Vaillant Arena, 4’547 spettatori. Arbitri Kurmann, Mandioni; Küng, Progin
Penalità: Davos 3×2′, Ambrì 5×2′ + 1×10′ (Kostner)

DAVOS – Sta diventando difficile commentare le partite di questo Ambrì Piotta, perchè si ha sempre più spesso la sensazione di analizzare prestazioni dall’esito inevitabile. Anche a Davos i biancoblù sono infatti stati surclassati, ed in loro aiuto non è nemmeno arrivato un risultato finale “onorevole”, che in passato aveva spesso salvato le apparenze.

La squadra di Kossmann in nessun momento della sfida ha saputo mettere in dubbio il risultato, al cospetto di un complesso grigionese che ha dato l’impressione di non aver nemmeno forzato più di quel tanto, una volta capita la chiara differenza tecnica delle forze in pista.

Serve dunque a poco constatare il bottino di cinque gol in powerplay nelle ultime quattro partite, così come non ha alcun senso dare importanza al gol ritrovato da D’Agostini… La partita giocata alla Vaillant Arena dall’Ambrì ha semplicemente sottolineato nuovamente una dura realtà: questa squadra è troppo debole, perlomeno a livello mentale, ma con tutte le probabilità anche sul piano tecnico.

È dunque in questo caso che dovrebbe uscire perlomeno il carattere e la forza dei leader, elementi che però il complesso leventinese praticamente non ha più. Il pugno in pieno volto sferrato da D’Agostini ad Axelsson a gioco fermo racchiude tutta l’essenza di una squadra frustrata, confusa e priva d’intensità, che sembra oramai essersi seduta e rassegnata alla sconfitta, talmente ci è abituata.

Sabato sera l’Ambrì Piotta ha giocato praticamente per una manciata di minuti, ovvero quelli immediatamente successivi all’1-1 di D’Agostini, che aveva risposto nel brevissimo volgere di dieci secondi al punto d’apertura di Marc Wieser. Solamente in quel frangente i biancoblù hanno infatti saputo spingere ed evidenziare un minimo di forecheck, mentre per tutto il resto della partita il Davos ha controllato agevolmente, chiudendo virtualmente la partita già al 27’44 con quel gol in powerplay di Samuel Walser.

Prima c’è però stato spazio per diversi episodi spiacevoli. Emmerton ha colpito con una bastonata al volto Lindgren, D’Agostini ha reagito in maniera spropositata ad una scaramuccia con Axelsson, mentre Kostner più tardi aveva colpito in maniera poco onorevole Wieser, pur amettendo che poco prima l’ex bianconero era stato toccato duro a sua volta.

L’Ambrì ha perso, e per certi versi lo ha fatto anche in maniera poco dignitosa, dovendo inoltre rinunciare per infortunio a D’Agostini già dopo un tempo, mentre capitan Duca ha riportato un probabile infortunio al ginocchio nel periodo centrale. I grigionesi hanno invece perso Axelsson – quel pugno gli ha provocato una commozione cerebrale – e Jörg, che lamenta una spalla dislocata.

In pista senza Guggisberg (ufficialmente infortunio alla parte alta del corpo, ma si vociferano problemi al ginocchio) e Monnet (scelta tecnica), si sono rivisti Bianchi e Berthon, mentre tra i pali Zurkirchen è stato sostituito sul 4-1 da Descloux.

Dall’entrata in pista del portiere di proprietà del Ginevra il match ha riservato agli spettatori altri quattro gol, due per parte, ma la sostanza non è cambiata ed il destino del match era già segnato da tempo. Le due reti biancoblù, firmate da Trunz e Fuchs, sono arrivate entrambe in powerplay e su rebound, e finiscono anche loro nella categoria delle “segnature sporadiche”, assieme a quel tiro bello ma isolato di D’Agostini nelle fasi iniziali.

Questo Ambrì può avere qualche fiammata, convincere anche a sprazzi, ma in generale manca della necessaria convinzione e del fondamentale agonismo per regalare ai suoi tifosi delle partite realmente intense.

I biancoblù sono purtroppo a quota nove sconfitte nelle ultime dieci partite, serie intervallata solamente da una vittoria risicata contro il Bienne, successo che è rimasto fine a se stesso. Cancellate la parola “playoff” dal dizionario, l’Ambrì deve correre ai ripari e capire come essere squadra, questo sarebbe il primo passo per tornare ad essere competitivi.

fattore2TROPPO DEBOLI, SEMPLICEMENTE: Anche sabato era lì da vedere, davanti agli occhi di tutti. Questo Ambrì al momento è troppo debole per cercare di rendere veramente combattute le partite che va a disputare, ed anche quando riesce ad esprimersi su un buon livello, lo fa per un periodo estremamente contenuto.

Il Davos ha però cambiato marcia praticamente ogni volta che ha voluto farlo, chiudendo ogni discussione già prima del giro di boa di metà partita. Mentalmente, fisicamente, tatticamente e tecnicamente, questo Ambrì continua a concedere troppo ai loro avversari.

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