Social Media HSHS

Interviste

Merzlikins: “A Lugano mi sento a casa, resto per crescere e vincere”

LUGANO – Non è di certo una stupidaggine l’idea che sia attualmente il portiere più forte della NLA, e dopo la strepitosa scorsa stagione in molti si sarebbero aspettati di vederlo partire per il Nordamerica.

Elvis Merzlikins per il Nordamerica è effettivamente partito, per prendere parte al consueto Development Camp dei Columbus Blue Jackets, ma il rinnovo firmato con il Lugano ha sorpreso un po’ tutti, facendo però felicissimi i tifosi: “A Lugano mi sento a casa, questa squadra è una famiglia e voglio bene a tutti. Inoltre so che rimanendo qui posso crescere veramente ed essere pronto in futuro”.

Elvis Merzlikins, oltre al campo d’allenamento di Columbus hai partecipato a un altro in Svezia, su cosa hai potuto lavorare in queste due sedi?
“Sono stati due camp molto diversi uno dall’altro. In Svezia sono andato subito sul ghiaccio per riprendere confidenza e ritmo dopo le vacanze, lavorando anche con i pesi e a secco. A Columbus invece si è lavorato molto sui dettagli, per cercare di crescere ancora di più, oltre a cercare di migliorare altri aspetti particolari come la velocità”.

Nelle ultime settimane a tenere banco è stato soprattutto il tuo rinnovo del contratto, che ha fatto felici i tifosi…
“Sono molto felice di rimanere, ma ammetto che la decisione non è stata facile, perché dopo la scorsa stagione non sapevo bene cosa fosse meglio per me. Alla fine ho capito che non c’è solo la parte del business e posso credere fermamente in questa squadra, per fare qualcosa di grande. Mi sento a casa qui a Lugano e non voglio andarmene a mani vuote, quindi ora so che ho preso la decisione giusta e non me ne pento, perché sono felice e voglio fare tante cose belle nei prossimi anni.”

La scorsa stagione siete passati dalle grosse difficoltà alla rincorsa che vi ha portato fino alla finale con il Berna. Se già ripetersi a certi livelli risulta spesso difficile, cosa dovere fare per migliorare ancora?
“È difficile da dire, ci sono tanti aspetti che vanno aldilà dei fattori tecnici come la fortuna o il destino. Tornando alla sfida con il Berna ci si è resi conto che andavano al doppio della nostra velocità, ed è una cosa fondamentale perché nell’hockey ti permette di controllare il disco ed essere meglio organizzato”.

Sta arrivando una stagione ricchissima di impegni, dato che oltre al campionato parteciperete alla CHL, alla Coppa Spengler e alla Coppa Svizzera, senza poi dimenticare gli impegni con le nazionali. Come si gestisce una stagione così lunga e impegnativa?
“Questa è una delle ragioni per cui ho deciso di rimanere: ho la possibilità di giocare moltissimo, mentre in Nordamerica avrei forse giocato una ventina di partite. Qui posso giocare praticamente lo stesso numero di partite che si giocano in una stagione NHL, ed è un’ottima prova per me per capire se sono pronto a giocare così tanto su certi livelli”.

Il Lugano è arrivato in finale grazie anche alle tue prestazioni, ma ci sono degli aspetti su cui vuoi lavorare a livello personale per essere ancora più pronto?
“So su cosa devo migliorare, ma non voglio nemmeno parlarne troppo per non dare vantaggi agli avversari… Cercherò di lavorare ma solo giocando e con il tempo si migliora veramente. Tireremo le somme alla fine della stagione, ma sono sicuro che ci saranno ottimi risultati per me e la squadra”.

Queste ottime prestazioni sono arrivate nonostante tu sia stato il portiere che ha subito più tiri di tutto il campionato, chiederai ai tuoi compagni maggior copertura?
“A me piace subire molti tiri, mi farebbero solo un favore… Quando sono sotto pressione con molti tiri mi esalto e mi piace giocare così, perché so di poter crescere, cosa che non potrei fare subendo ad esempio solo 10 tiri a partita”.

Poche settimane fa Leo Luongo è partito per la NHL, tra te e lui si era formato un bel feeling e sei cresciuto molto sotto la sua guida…
“Per me Leo è molto più di un allenatore, è un ottimo amico, avevamo un bel feeling qui a Lugano. Però è giusto così, la NHL è sempre un’opportunità unica ed è normale rispondere alla chiamata. Facendo un esempio, pure io partirei in questo momento se i Blue Jackets mi dessero un posto da titolare, è logico. Mi è dispiaciuto stare solo due anni con Leo, spero di poter lavorare con lui ancora in futuro. Mi conosce come nessun altro, sapeva quando spronarmi o mettere un freno, è una persona favolosa oltre che un ottimo allenatore”.

Click to comment

Altri articoli in Interviste