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Ambrì Piotta

Lawrence: “Eccitato per il futuro, Ambrì mi ha reso un uomo migliore”

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TORONTO – L’Ambrì Piotta si appresta ad iniziare la sua terza stagione con il canadese Michael Lawrence in qualità di preparatore dei portieri e, come già successo in passato, lui ed il titolare Sandro Zurkirchen hanno iniziato a lavorare assieme in vista del prossimo campionato a Toronto.

“Non si tratta propriamente di un camp, ma è più un programma di allenamento – ci ha spiegato Lawrenceci sono nuovi portieri che arrivano ogni giorno, ed oltre a Zurkirchen la prossima settimana ci raggiungerà anche Connor Hughes. Facciamo due ore di ghiaccio al giorno e lavoriamo specialmente sulla mobilità, ed una fase di allenamento del genere rappresenta delle ottime fondamenta per quello che vogliamo raggiungere durante la stagione. Lo scorso anno Zurkirchen ha giocato alla grande grazie a quanto fatto in questo periodo”.

Michael Lawrence, inizia il terzo anno di lavoro con Zurkirchen, in cosa pensi sia progredito maggiormente e su cosa dovrete lavorare?
“Solamente guardando al modo in cui pattina e come si muove tra i pali, si vedono i grandi progressi fatti praticamente nel giro di un anno, visto che nella mia prima stagione non avevamo potuto lavorare assieme in luglio. L’estate passata per lui è stato un grande passo avanti, e quando ci siamo ritrovati qualche giorno fa era già anni luce più avanti rispetto allo stesso momento del 2015. Il nostro compito ora è cercare di arrivare al livello successivo, ma vista la bravura che Zurkirchen ha raggiunto sui pattini per lui la vita sarà molto più facile. Gli aspetti su cui ci concentriamo ora sono dei dettagli, per rendere il suo timing migliore e continuare a sviluppare la sua intelligenza hockeyistica. Il fatto di aver giocato tanto lo scorso anno gli permette ora di “vedere” meglio ciò che avviene in pista, visto che le giuste reazioni si interiorizzano solo tramite l’esperienza”.

Zurkirchen lo scorso anno per la prima volta ha giocato un’intera stagione da titolare, ed ha saputo mantenere gli stessi numeri dell’anno precedente…
“Non abbiamo ancora discusso seriamente dei risultati che ha ottenuto lo scorso anno, quella fase arriverà tra qualche settimana, ma abbiamo l’abitudine di prenderci un caffè e riflettere su quanto fatto. Attualmente Zurkirchen si trova in una fase in cui vuole giocare tante partite, e sicuramente uno degli obiettivi che si pone è quello di dimostrare a tutti il suo attuale livello… Non vuole solo essere un titolare, vuole essere tra i migliori portieri della lega”.

Hai affermato che il suo mental focus è uno dei migliori che tu abbia mai visto… Cosa te lo fa dire?
“Principalmente perché è in grado di gestire la pressione in una maniera che ritengo unica. È inoltre capace di processare ed assimilare i propri errori praticamente all’istante, e questo gli permette di usare l’esperienza come strumento di crescita in modo molto efficace. È inoltre fortissimo “di stomaco”, nel senso che può essere messo sotto tantissima pressione senza subirne le conseguenze… Più importante è il momento, meglio si sa esprimere, e come atleta questo è un talento fondamentale da avere. La sua etica al lavoro gli ha poi permesso di capire come giocare ad alti livelli ogni partita… Prima che arrivassi io aveva sì avuto una buona stagione, ma un conto è farlo giocando la metà di partite e con il supporto di Nolan Schaefer, un altro è doverlo fare per tutto il campionato”.

Credi potrà essere disturbato dalle voci per il contratto in scadenza?
“Non penso. Nel giro di un paio di anni è diventato un portiere titolare in NLA, ha ottenuto un posto in Nazionale ed è stato incluso nella rosa che è andata ai Mondiali. Tutte le discussioni riguardanti il futuro fanno parte dello sport professionistico, e non se ne andranno mai. Abbiamo parlato di questo aspetto, e non credo che lo rifaremo durante la stagione… La pressione si crea solamente nella propria testa, ma il suo focus sarà su ciò che può controllare. Questo tipo di situazioni sono solamente dei piccoli ostacoli nella carriera di un portiere, da superare per raggiungere i propri obiettivi”.

Michal Chmel giocherà invece in NLB… Come valuti il suo livello attuale?
“Questa è una domanda difficile, perché affronterà la sua prima stagione in una nuova lega. La NLB è però caratterizzata da diversi giocatori giovani, ed il nostro obiettivo con lui è di vederlo avere una prima annata da professionista che si riveli positiva. Questo non significherà necessariamente avere delle buone statistiche – per lui sarà importante crescere – ma attualmente non saprei prevedere quanto bravo sarà tra i cadetti. Personalmente non mi interesseranno i suoi numeri, ma ci si concentrerà sul suo sviluppo come giocatore, che è l’aspetto importante per il suo sviluppo per diventare un giocatore professionista”.

Cosa ci puoi invece dire di Connor Hughes?
“È un ragazzo che da diverso tempo è mio cliente, ho lavorato con lui durante le ultime tre stagioni. Sua madre ha il passaporto rossocrociato e dunque potrebbe giocare in Svizzera senza essere considerato uno straniero… Questo aspetto l’ho saputo solamente un anno fa, e successivamente lo abbiamo invitato ad Ambrì poco prima di Natale per farlo allenare in qualche occasione con la squadra. Abbiamo tenuto un profilo basso nei suoi confronti, volevamo avere il tempo di valutarlo più da vicino. È un ragazzo di oltre 190 cm ed ha un grandissimo potenziale. Ha giocato tantissime partite quest’anno con i London Nationals (55 partite, ndr), e tra un anno speriamo di portalo in Svizzera a tempo pieno. Per ora però è giusto che rimanga in Canada, vogliamo che giochi molto e che continui a sviluppare un’attitudine vincente”.

Non c’è ancora un annuncio ufficiale, ma sarai ad Ambrì almeno per un altro anno…
“Sì, ho firmato il rinnovo. Sono molto felice ad Ambrì, con Zanatta e Kossman – passando anche per il presidente Lombardi – mi viene data la possibilità di svolgere il mio lavoro come ritengo più giusto. Da quando sono arrivato ho potuto creare un vero e proprio sistema per i nostri portieri, e voglio continuare a sviluppare questo progetto e renderlo sempre migliore”.

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Eri presente al Draft ed alcuni tuoi portieri sono stati scelti… Sappiamo che il tuo sogno è allenare in NHL, quanto pensi sia vicino questo sogno?
“Penso sia davvero molto vicino, ma se devo essere onesto al momento amo quello che sto facendo ad Ambrì. Anni fa ero venuto in Ticino per fare visita ad uno dei miei migliori amici, che ai tempi viveva a Lugano, ed ho immediatamente desiderato di poter allenare un giorno in una ragione tanto bella. La NLA è inoltre una delle leghe migliori al mondo, e non posso esprimere a parole quanto sia cresciuto come persona negli ultimi due anni in Svizzera… Tante cose sono successe sia sul ghiaccio che fuori, specialmente con il decesso di mia madre. Ambrì mi ha reso una persona migliore ed un coach migliore. Un giorno forse arriverò anche alla NHL, e negli scorsi mesi ci sono già state discussioni in questo senso, ma non voglio bruciarmi la possibilità accettando un posto prima del tempo. Voglio essere pronto per un compito del genere, ma prima voglio fare un paio di altri anni in Svizzera… Allenare i portieri è un’arte che voglio ancora perfezionare”.

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