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Interviste

Lapierre: “È un primo passo, ma sappiamo dove prendere la forza”

Il centro spiega come si vivono certi momenti difficili e sa come uscirne: “La nostra forza viene dalle difficoltà del passato”. E sui Giochi Olimpici: “Vestire la maglia canadese è il massimo”

LUGANO – Maxim Lapierre è uno di quelli che in pista suona la carica appena possibile, una carica che a questo Lugano è servita per risvegliarsi improvvisamente contro il Ginevra.

Una larga vittoria per 7-1 ottenuta praticamente in soli due tempi di gioco, grazie a una determinazione, una convinzione e un gioco di squadra improvvisamente ritrovati dopo la scialba prestazione di Langnau: “Direi che è solo un primo passo nella giusta direzione – spiega l’attaccante canadese – ma abbiamo messo in pista di nuovo lo spirito di gruppo davanti a ogni cosa con l’obiettivo di giocare come sappiamo. È tutto qui, ma è fondamentale”.

Maxim Lapierre, che di sfide difficili ne ha vissute molte nella sua carriera, prova a spiegare cosa passa nella testa dei giocatori quando si attraversa un periodo come quello ha caratterizzato l’inverno del Lugano: “Non bisogna panicare, non si deve cadere nella frustrazione della sconfitta perché poi i pensieri bui prendono il sopravvento. Non abbiamo mai dimenticato chi siamo, solo che abbiamo smesso di mostrarlo come si deve. Ogni squadra ha il suo periodo negativo, lungo o corto che sia, bisogna uscirne come squadra e non come singoli”.

Quello che preoccupa molti tifosi è che ci si ritrovi in una situazione vissuta troppe volte nelle ultime stagioni, ma Lapierre taglia corto sulla questione: “Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che la forza della nostra squadra viene anche dai momenti difficili che abbiamo vissuto nelle ultime stagioni, quindi ci siamo sentiti in grado di cambiare di nuovo la nostra rotta. Ripeto, la vittoria di sabato sera è solo un primo passo, ora bisogna confermare quello che abbiamo fatto di buono, soprattutto dal lato emozionale e della compattezza, perché quello contro il Ginevra era un match veramente importantissimo”.

Terminando il discorso relativo al Lugano, per il centro canadese tra poco ci sarà da tuffarsi nel clima olimpico, una chiamata che lo rende orgoglioso di vestire la maglia del suo paese: “All’inizio non sapevo bene quante possibilità avessi di parteciparvi, poi ho cominciato a crederci grazie alla chiamata dell’ultimo momento per la Coppa Spengler. Mi sono detto che avrei dovuto semplicemente giocare come sapevo, dando il massimo, così da non avere rimpianti comunque sarebbe andata. Quando la sera alle 23.30 hanno stilato la selezione definitiva e ho visto il mio nome ero ovviamente felicissimo”.

E tutti sanno cosa voglia dire per un canadese vestire la maglia con la foglia d’acero. “È un orgoglio enorme, già il fatto di essere stato selezionato per la Spengler mi ha riempito di gioia, dato che era la prima volta nella mia vita che rappresentavo il mio paese, ma quando ho visto il mio nome nella selezione olimpica è stato il massimo”.

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