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Ambrì Piotta

L’Ambrì Piotta è vivo ma dovrà trovare i suoi equilibri

Con 4 stranieri d’attacco i biancoblù hanno giocato un ottimo primo tempo, ma hanno perso struttura nel secondo. Reazione poi di carattere e rimonta sfiorata

L’Ambrì Piotta è vivo ma dovrà trovare i suoi equilibri

DAVOS – AMBRÌ

5-3

(0-0, 3-0, 2-3)

Reti: 29’46 Lindgren (Baumgartner, Jung) 1-0, 32’28 Du Bois (Ambühl, Herzog) 2-0, 33’01 Lindgren (Baumgartner, Palushaj) 3-0, 41’02 Hischier (Rantakari, Tedenby) 4-0, 42’28 Rohrbach (Fischer, Goi) 4-1, 54’55 Müller (Flynn, D’Agostini), 4-2, 55’08 Müller (Flynn, D’Agostini) 4-3, 59’11 Herzog 5-3

Note: Vaillant Arena, 5’226 spettatori. Arbitri Stricker, Müller; Kaderli, Burgy
Penalità: Davos 5×2′, Ambrì 5×2′

DAVOS – È stato un match sicuramente particolare quello di domenica, che ha vissuto a fasi ben definite e piuttosto “spaccate” tra loro, ma al suono della terza sirena l’Ambrì Piotta si è ritrovato con una rimonta incompiuta ed aspetti sia positivi che negativi con cui tirare le somme della trasferta grigionese.

Al netto delle fiammate che hanno fatto sterzare l’inerzia del match più volte nel corso del suo svolgimento, la squadra di Cereda si è comunque confermata squadra viva e mai arrendevole, anche se rimane un certo amaro in bocca per non aver dato concretezza e continuità ad un primo tempo giocato davvero ad ottimi livelli.

In pista con quattro stranieri d’attaccoSabolic al rientro dopo l’infortunio di Bienne – e con l’innesto di Pinana in difesa, l’Ambrì nei 20 minuti iniziali ha proposto il meglio del suo hockey, fatto dinamicità e ritmi ben dosati tanto da mettere in chiara difficoltà anche una squadra come il Davos.

In quella fase i leventinesi hanno sfiorato la rete in più circostanze, colpendo pure un’asta con Dal Pian e mettendo in difficoltà il bravo Sandro Aeschlimann anche in shorthand. In alcuni momenti l’Ambrì ha però anche badato più alla forma che alla sostanza, cercando quel passaggio di troppo piuttosto che mandare più dischi possibili verso la porta avversaria, anche se la qualità della manovra è stata da apprezzare.

La partita è però cambiata nel periodo centrale, quando con il passare dei minuti il Davos ha cominciato a controllare maggiormente il puck, trovando più tempo in zona offensiva ed impegnando per le prime volte seriamente Manzato, nell’occasione preferito a Conz.

Il risultato si è così sbloccato a metà partita grazie a Lindgren, che ha firmato una rete che a quel punto era un po’ nell’aria. Ad aver complicato oltre modo il pomeriggio dei leventinesi sono però stati i minuti successivi, con i grigionesi capaci di segnare altre due volte, per un totale di tre reti in 3’15’’ che hanno punito seccamente le sbandate difensive dei biancoblù.

A quel punto Cereda ha chiamato il timeout, ma i successivi scampoli di secondo tempo ed il 4-0 ottenuto da Hischier all’inizio del terzo mai avrebbero lasciato intendere all’epilogo pazzo riservato al pubblico della Vaillant Arena.

Con la sua prima rete stagionale Dario Rohrbach ha infatti ridato ossigeno ai suoi, mentre in powerplay Marco Müller ha firmato una doppietta che ha rimesso tutto in discussione. Un’ulteriore fase di powerplay e poi un finale senza portiere non hanno però condotto alla rimonta, ed il match si è chiuso con quel puck perso da Zwerger sulla blu ed il definitivo 5-3 di Herzog a porta sguarnita.

Quello dell’austriaco – rientrato senza conseguenze dopo aver lasciato il ghiaccio dolorante nel terzo tempo – è stato uno dei vari errori che i leventinesi sicuramente vorranno “pulire” dal loro gioco, a cui si vanno ad unire ad esempio il puck fattosi soffiare da Dotti sul 3-0 oppure il varco venutosi a creare dopo il check open-ice di Fischer in occasione della quarta rete locale.

A livello di struttura dunque l’Ambrì non sempre riesce a mantenere ordine e solidità, ma questi sono elementi che arriveranno con la continuità, ingrediente che potrà essere acquisito solamente quando si avrà maggiore stabilità nel lineup.

Con l’arrivo di Upshall ed il rientro di vari elementi è però comprensibile come la squadra di Cereda debba ancora subire qualche scossa di assestamento, che dovranno essere compensate da elementi “trasversali” come unità d’intenti e determinazione. Da questo punto di vista il weekend ha dato ottimi segnali.

I biancoblù hanno dunque chiuso la loro settimana con un po’ di amaro in bocca, ma anche con due prestazioni vivaci ed energiche. Ora si tratterà di riuscire a trovare i giusti – e più definitivi – equilibri, con una squadra che a ridosso di metà regular season inizierà finalmente ad avere un’infermeria meno affollata.


IL PROTAGONISTA

Benjamin Baumgartner: Il giovanissimo attaccante del Davos continua a vivere un’ottima stagione, ad immagine dei due assist di prima messi a referto domenica ed il meritato premio di migliore in pista per i suoi.

Il 19enne è uno dei motori oramai irrinunciabili della squadra di Wohlwend, con tanto dinamismo quando è in possesso del disco ed una malizia in fase offensiva già da giocatore navigato, come dimostra ad esempio quel disco sottratto a Dotti e poi servito a Lindgren.


HIGHLIGHTS

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