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Ambrì Piotta

Il Lugano vince con merito e maturità, Ambrì poco incisivo

Quinto risultato utile consecutivo per i bianconeri, autori di un buon primo e terzo tempo. Nel periodo centrale l’Ambrì ha spinto ma mancano i leader offensivi

Il Lugano vince con merito e maturità, Ambrì poco incisivo

AMBRÌ – LUGANO

1-2

(1-1, 0-1, 0-0)

Reti: 5’32 Lammer (Sannitz, Bürgler) 0-1, 17’10 Flynn (Sabolic, Hofer) 1-1, 33’57 Sannitz (Bürgler, Lammer) 1-2

Note: Valascia, 5’855 spettatori. Arbitri Salonen, Urban; Obwegeser, Cattaneo
Penalità: Ambrì 3×2′, Lugano 3×2′

AMBRÌ – Si è chiuso con la meritata vittoria del Lugano il primo derby stagionale, con i bianconeri che alla Valascia hanno saputo confermare di essere in un momento di chiara crescita – quinto risultato utile consecutivo – mentre la squadra di Luca Cereda continua ad esprimersi ad intermittenza, ed anche quando riesce ad alzare la sua intensità fa fatica a concretizzare.

In fondo la sfida di martedì si è giocata tutta lì, con quel secondo tempo in cui l’Ambrì Piotta aveva saputo farsi preferire in buona misura al Lugano, trovando dei buoni momenti di possesso offensivo e alcuni tiri pericolosi, ma la manovra leventinese anche stavolta si è rivelata essere sterile.

Il Lugano invece in quel frangente è stato molto cinico, trovando con un bel tocco di Sannitz il vantaggio che si rivelerà poi essere decisivo, mentre in retrovia Zurkirchen ha confermato di essere in crescita ed ha sfoderato alcuni interventi importanti che hanno impedito ai padroni di casa di dare una sterzata alla partita.

Nel periodo centrale in realtà l’Ambrì il gol lo ha anche trovato, ma al termine di un’azione viziata da un tocco di guanto lungo la balaustra di Neuenschwander, valutato – dopo conferma del video – come un passaggio con la mano in favore di Kneubuehler, che aveva fornito il puck a Dal Pian per l’ipotetico 2-2.

L’episodio ha generato molte discussioni ma è stato fondamentalmente interpretato alla giusta maniera dagli arbitri, che hanno applicato il regolamento ed annullato correttamente la rete.

Il Lugano dal canto suo ha saputo legittimare la vittoria giocando una partita molto matura, composta da un primo tempo in cui la squadra di Kapanen si è fatta apprezzare per velocità esecuzione e capacità di alzare improvvisamente il ritmo della contesa, mettendo in difficoltà un Ambrì che invece ancora fatica a trovare la giusta intensità.

Nel periodo centrale i bianconeri hanno dovuto stringere i denti, ma poi nel terzo tempo hanno messo un punto esclamativo sui passi avanti fatti nelle ultime settimane, controllando con una certa calma il gioco, questo nonostante il risultato fosse solamente sul 2-1 e in tutto e per tutto ancora alla portata dagli avversari.

Di veri pericoli però Zurkirchen non ne ha corsi, ed ha anzi costretto i leventinesi a ricorrere a dischi lanciati in profondità nella speranza di vedere finalmente il proprio forecheck produrre dei frutti, ma per la squadra di Cereda le cose non hanno mai davvero funzionato come sperato.

I tentativi di rimonta si sono limitati ad alcuni tiri da lontano, ed in generale nelle file biancoblù continua a mancare una certa personalità, che esce magari a tratti ma che non è sufficiente per andare a trovare qui gol “sporchi” su cui una squadra come l’Ambrì dovrebbe poter contare.

Flynn e Sabolic hanno confezionato l’1-1 ma la loro capacità di avere un impatto sul gioco continua ad essere limitata, ed anche elementi come Zwerger e Müller – il secondo in particolare – non sono evidentemente al meglio.

Cereda nel terzo tempo ha provato a mischiare le sue carte, ma per ora il top six non sta trovando gli ingredienti per fare “click”. Ottima la partita invece di Johnny Kneubuehler, sicuramente il migliore dei suoi.

Per quanto concerne i bianconeri invece sono tanti gli appunti positivi, a partire da un Lammer che finalmente si è sbloccato, e che si spera che ad imitarlo sia presto Suri, anche alla Valascia apparso un po’ in ombra.

Bello invece vedere in pista un Linus Klasen come quello di martedì. Alla sua classe cristallina sta unendo un ritrovato entusiasmo nel scendere in pista, che lo rende un giocatore preziosissimo anche in quelle zone del ghiaccio da cui in passato tendeva a stare alla larga.

Continua inoltre a fare meglio di quanto ci si potesse attendere Chorney, in pista anche nel derby per tantissimi minuti – 25’22, è il giocatore più impiegato della lega – e che piano piano sta facendo cambiare opinione anche ai più scettici.

Agli archivi va dunque un derby che ha dato indicazioni diverse alle due squadre. Il Lugano torna a casa con il quinto risultato utile consecutivo e la conferma di essere in crescita, ma anche la consapevolezza di aver giocato una partita matura e ottimamente gestita.

L’Ambrì invece rimane intrappolato tra le sue buone intenzioni e la difficoltà dei suoi principali attori di esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Qualcosa in maniera troppo frequente manca a livello di intensità ed emozioni, ingredienti questi che sono fondamentali per alimentare quel fuoco che permette ai singoli di elevare il loro gioco. Sino a quando non arriverà una scintilla, i biancoblù resteranno intrappolati in un circolo vizioso.


IL PROTAGONISTA

Sandro Zurkirchen: Al suo primo derby con la maglia bianconera il portiere ha confermato di essere in decisa crescita, giocando una partita solida ed in cui ha saputo effettuare delle parate importanti nei momenti decisivi.

Zurkirchen non è capitolato nel periodo centrale, fase in cui l’Ambrì ha spinto in maniera importante, ed è stato proprio in quel frangente che il Lugano ha costruito la sua vittoria.


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HIGHLIGHTS

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