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Lugano

Il Lugano si trasforma e torna a dare il meglio, nuovo break!

GINEVRA – LUGANO

3-4

(0-0, 2-2, 1-1; 0-1)

Reti: 25’26 Loeffel (Riat) 1-0, 30’49 Loeffel (Fransson) 2-0, 35’36 Martensson (Klasen, Furrer) 2-1, 38’56 Brunner (Martensson) 2-2, 47’34 Klasen (Martensson, Brunner) 2-3, 55’50 Pedretti (Jacquemet) 3-3, 61’12 Brunner 3-4

Note: Les Vernets, 7’135 spettatori. Arbitri Massy, Kurmann; Borga, Kaderli
Penalità: Ginevra 5×2′, Lugano 6×2′

GINEVRA – Da una metamorfosi all’altra il passo è breve, da una partita all’altra ma anche dentro la partita stessa. Quando il Lugano non è crollato durante tutte quelle inferiorità numeriche nel secondo tempo si è capito che Klasen e compagni non erano spacciati del tutto.

I granata hanno mancato il colpo del possibile KO, permettendo ai bianconeri di riossigenare la mente e ripartire. Quella forza di gruppo, di mente e di muscoli – quanti tiri bloccati dai quartetti e terzetti di inferiorità del Lugano – ha camminato pian piano, facendo tornare la fiducia nei ranghi dei ticinesi e inducendoli a mettere più vigore nelle pattinate e nel fore checking.

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Peccato solo per il Lugano aver ridato forza e grinta al Ginevra subendo quella rete di Pedretti a pochi minuti dal termine, quando il Servette sembrava gestibile anche con una certa autorità, tanto era cambiata l’inerzia della partita dopo il vantaggio di Klasen.

La pressione operata da dai bianconeri ha mandato in crisi in ben più di una circostanza gli uomini di McSorley, e proprio su quella pressione sono caduti. La rete di Klasen preparata in maniera strepitosa da Martensson – la sua miglior partita in maglia del Lugano, magistrale – e quella decisiva di Brunner sono arrivate su due sciagurati turn over della difesa di casa, incappata in diversi simili errori in uscita dal proprio terzo.

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Senza il faro D’Agostini il Ginevra ha faticato più del solito a trovare le soluzioni per scardinare l’attenta difesa del Lugano, mentre sull’altro fronte il blocco guidato da Klasen ha seminato scompiglio con grande continuità, mostrando una voglia di guidare la squadra e una chemistry veramente invidiabile, grazie anche a una velocità del numero 98 letale.

Le metamorfosi, si diceva, e se il Lugano un’altra l’ha compiuta dopo quel terribile periodo di inferiorità numerica in cui ha limitato i danni con la “sola” doppietta di Loeffel, una prima l’aveva già operata dopo Gara 2 della Resega, in cui si era mostrato troppo passivo e attendista.

Stavolta si sono visti dei bianconeri decisamente più brillanti e con la voglia di mettere intensità alla sfida, con Shedden che ha ruotato tutti i quattro blocchi per gran parte del match, a riprova che le sue parole di sabato sera rivolte a Reuille e compagni volevano spronare più che bacchettare i giocatori.

Nei playoff tutto cambia molto in fretta, e Shedden ha dimostrato ancora una volta di avere a disposizione una squadra vera, che sa reagire nei momenti difficili per girare le brutte lune e cambiare il corso di una partita che sta andando storta, oltre che cambiare il corso di una serie.

Tutto riparte con il vantaggio del Lugano, sicuri che alla Resega non commetterà più l’errore di lasciar giocare il Ginevra, perché mai come ora sta dimostrando di esser un ostacolo più che battibile per i bianconeri, ma solo se continueranno con questo piglio.

Quattro blocchi che conoscono esattamente il loro compito e che lo portano a termine, ognuno con ruoli diversi ma determinanti, tutti concentrati su un solo obiettivo, quello di andare fino in fondo, ad ogni costo senza paura di farsi male e sudare fino all’ultima goccia.

fattore2

DETERMINAZIONE E VOLONTÀ: Quelle armi che il Lugano ha tirato fuori sotto di due reti – lo svantaggio massimo subito nei playoff pari a Gara 4 con lo Zugo – quando vacillava e rischiava di crollare sotto i colpi di Romy e Loeffel in inferiorità numerica, doppia  e semplice.

Tiri bloccati, sinonimo di sacrificio massimo, fore checking alto, calma e sangue freddo, aver resistito a quei terribili minuti ha cambiato l’incontro. Il 3-3 di Pedretti ora lo possiamo chiamare come un gol quasi casuale, perché la sicurezza del Lugano è continuata anche nell’overtime, inducendo all’errore fatale Vukovic che, suo malgrado, ha balbettato contro Brunner, il peggiore avversario che poteva capitargli in quel momento..

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