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Lugano

Il Lugano buca la prima casalinga, bianconeri battuti 6-2

Nella serata dedicata a Reuille la squadra di Kapanen è apparsa legnosa e poco lucida. Esordio complicato per Zurkirchen, doppietta per Lammer

Il Lugano buca la prima casalinga, bianconeri battuti 6-2

LUGANO – RAPPERSWIL

2-6

(0-4, 0-2, 2-0)

Reti: 1’10 Rowe (Loosli) 0-1, 6’50 Clark (Egli, Cervenka) 0-2, 10’26 Cervenka (Clark) 0-3, 16’37 Cervenka (Rehak) 0-4, 36’14 Schweri 0-5, 38’10 Casutt 0-6, 44’29 Lammer (Chorney) 1-6, 55’25 Lammer (Suri) 2-6

Note: Corner Arena, 3’800 spettatori. Arbitri Wiegand, Urban; Kovacs, Obwegeser
Penalità: Lugano 5×2′, Rapperswil 3×2′

LUGANO – Ci possono essere molteplici maniere di interpretare una partita del genere, che di preseason rimane ed era la seconda in programma per il Lugano.

Da una parte meglio che certe “magagne” vengano fuori ora che in campionato, e sicuramente il taccuino di Sami Kapanen al 60′ risultava bello fitto. Dall’altra parte su certi punti è meglio lavorarci su più velocemente possibile, dato che un cambio di gioco, mentalità e stile così radicale come quello che sta apportando il coach finlandese comporta tempi non indifferenti.

Certo anche il carico di lavoro a cui sono sottoposti i bianconeri in queste settimane non è mica da ridere, con le sedute mattutine da più di un’ora e mezza, e questo sicuramente spiega la differenza di brillantezza vista tra Lugano e Rapperswil.

I bianconeri sono apparsi molto legnosi e “inchiodati” sul ghiaccio, e questo ha portato Bertaggia e compagni a perdersi nelle vecchie brutte abitudini, con errori individuali che in due tempi hanno portato gli uomini di Tomlinson fin sul pesante 6-0.

Di sicuro chi ha avuto un inizio gara pesante, dato che era il suo debutto con la nuova maglia, è stato Sandro Zurkirchen, protagonista in negativo su almeno tre delle prime quattro reti dei Lakers, con il disco infilatogli sotto i gambali da Rowe (al primo tentativo), Clark e Cervenka in due occasioni.

Uno 0-4 inaspettato dopo un periodo, aiutato anche da un errore di Wellinger a cui ha fatto da sosia Ronchetti nel secondo tempo, quando l’ex losannese era stato sostituito da Kapanen.

Ancora senza Spooner, oltre a Loeffel, Walker, Vauclair e gli infortunati Riva e Morini, il Lugano ha fatto fatica a produrre gioco, perdendo molti duelli individuali sul piano fisico – dove usciva evidente una certa fatica – e su quello della velocità, anche se sarebbe stato lecito aspettarsi una certa concentrazione in più in alcuni frangenti, soprattutto in retrovia.

Da rivedere con una condizione fisica più brillante sarà soprattutto l’organizzazione generale di gioco e la disposizione in pista nel gioco senza disco, come detto una transizione da un sistema all’altro come questa richiede tanto lavoro e concentrazione.

Ma soprattutto, come detto dallo stesso Kapanen, per applicare il suo sistema occorre essere in piena forma, sabato sera i bianconeri non lo erano. A differenza della sfida contro i Rockets (ovviamente due categorie differenti) dove Fazzini e compagni avevano cercato i nuovi schemi denotando una voglia di giocare secondo il nuovo stile, sabato sera si sono viste ancora troppe “cose vecchie”, quelle cose a cui ci si aggrappa quando non si riesce nelle nuove. Poco male, per ora.

Il lavoro per lo staff tecnico è enorme, anche SNyman, responsabile del reparto arretrato, dovrà farne ancora molti di “meeting” sul ghiaccio con i propri difensori, mentre Kapanen dovrà continuare a insistere perché i suoi ragazzi non continuino a cadere nelle vecchie abitudini (ed errori) che li hanno traditi in passato.

Il cantiere è aperto e il lavoro non manca per nessuno, ma occorrerà giudicare il progetto quando oltre alle fondamenta si arriverà alla muratura.


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