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Lugano

I Lions si impongono 4-1 su un Lugano in pieno cantiere

Fortemente modificati da Pelletier, i bianconeri sono andati in difficoltà soprattutto nel secondo periodo. La bella reazione del terzo non è bastata

I Lions si impongono 4-1 su un Lugano in pieno cantiere

ZSC LIONS – LUGANO

4-1

(1-0, 1-1, 2-0)

Reti: 13’24 Chris Baltisberger (Diem, Trutmann) 1-0, 23’57 Simic (Geering, Roe) 2-0, 38’53 Wellinger (Matewa, Haussener) 2-1, 56’31 Wick 3-1, 57’51 Simic (Pedretti, Schäppi) 4-1

Penalità: ZSC Lions 3×2′ + 1×10′ + 1×20′ (Roe), Lugano 3×2′

Note: Coira, 412 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Stricker; Obwegeser, Progin

Assenti: Jani Lajunen (infortunato), Dominic LammerSandro ZanggerNicolò UgazziAlessandro VillaJari NäserLoic VedovaRiccardo WerderSandro ZurkirchenMatteo Nodari

COIRA – Prima amichevole contro un avversario di National League per il Lugano, che nel capoluogo grigionese ha affrontato venerdì sera gli ZSC Lions. I bianconeri venivano da un periodo di inattività di due settimane dopo l’annullamento della partita contro il Davos e si sono presentati contro Wick e compagni con una formazione molto diversa da quella che aveva affrontato i Ticino Rockets e l’Olten.

Cambiamenti che hanno visto Sannitz passare in difesa (ruolo che aveva ricoperto in qualche occasione in passato) in attesa dell’arrivo di Nodari, il debutto di Timo Haussener come centro del quarto blocco e diversi spostamenti in tutti i blocchi offensivi.

Come nelle prime uscite stagionali Serge Pelletier ha ancora schierato una formazione con due soli stranieri, Boedker e Arcobello, stavolta divisi rispetto alla partita contro l’Olten, con Bürgler “promosso” all’ala dell’americano e l’ex NHL scalato al fianco di Herburger in compagni di Bertaggia.

Il fatto che il Lugano non avesse nelle gambe una partita da parecchi giorni lo si è notato soprattutto nel secondo periodo, mentre nei venti minuti iniziali la partita è stata equilibrata anche se di difficile lettura sul piano tecnico, con le due squadre piuttosto disordinate soprattutto in attacco.

A giovarne sono stati soprattutto i due portieri con Schlegel sì battuto da Chris Baltisberger ma tutto sommato poco sollecitato così come il suo dirimpettaio Waeber. I bianconeri hanno impiegato parecchio tempo anche a prendere la mano sugli automatismi, verosimilmente anche per i profondi cambiamenti attuati da Pelletier alla formazione, e una mancanza di brillantezza fisica rispetto ai Lions li ha messi ulteriormente in difficoltà nel tempo centrale.

Il forecheck profondo degli zurighesi ha impedito per parecchi minuti ad Arcobello e compagni di ragionare e il possesso del disco molto tecnico e consolidato degli avversari ha fatto pattinare parecchio i bianconeri nel proprio terzo di difesa. Il raddoppio di Simic è arrivato quindi in maniera piuttosto logica, ma resistendo per un’altra decina di minuti il Lugano ha limitato i danni fino a riprendersi verso la fine del tempo, quando Wellinger ha trovato il 2-1 con un bel spunto personale.

La rete ha rilanciato il Lugano, decisamente più pimpante nel periodo conclusivo, a far cilecca stavolta sono stati gli attaccanti, poco precisi davanti a Waeber e piuttosto fumosi nel possesso del terzo offensivo, ma la crescita sul piano fisico e del pattinaggio è stata decisamente confortante.

La rete del pareggio non è però arrivata e anzi i Lions hanno allungato nel finale con Wick e di nuovo Simic a porta vuota, in un periodo dove il Lugano non ha raccolto quanto avrebbe potuto.

Un primo test probante contro un avversario di grosso calibro, che sarebbe potuto essere più attendibile con un’altra partita nelle gambe, ma tutto sommato quanto mostrato dai bianconeri è quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Diversi elementi stanno cercando la loro collocazione e il loro ruolo nel line-up, ma la crescita generale vista nel terzo periodo anche sul piano del gioco e della personalità fa ben sperare.

Buoni segnali tra i singoli lanciati da un Fazzini molto intraprendente (anche se molto impreciso), da un Herburger già ottimamente ambientato nel gioco e pure da Antonietti, in crescita netta rispetto alle prime uscite con i Rockets e poi con i bianconeri. Wellinger, capitano di giornata e autore dell’unica rete luganese, si sta confermando uno dei più in palla dall’inizio di questo preseason, con una presenza costante e sicura.

Il risultato non sorride certo ai bianconeri, ma la prestazione ha mostrato tutti i punti su cui lavorare, tra i quali un power play ancora in fase sperimentale e alla ricerca delle giuste “chemistry”, e delle uscite dal terzo ancora troppo macchinose imprecise.

Dall’altra parte si sono visti anche dei lati positivi, come la capacità di “riempire” la zona neutra nelle fasi di transizione, mostrando quel lato del gioco tanto caro a Pelletier sia in copertura che i contropiede. E settimana prossima ci sarà un Tim Heed in più da collocare nel motore.

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