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HSHS Top Ten: i migliori centri della NLA in vista del campionato 2020/21

Con l’inizio della stagione che finalmente si sta avvicinando, ecco i migliori giocatori che vedremo sul ghiaccio a partire dal mese di ottobre. La concorrenza è serrata in ogni posizione, oggi diamo un’occhiata ai centri

Il campionato 2020/21 si avvicina finalmente a grandi passi e, nonostante le restrizioni che caratterizzeranno la stagione, sul ghiaccio si prospetta un torneo avvincente ed imprevedibile.

In vista del primo ingaggio, in calendario il 1 ottobre, abbiamo selezionato le individualità di maggior spicco della NLA, con l’obiettivo di individuare quelli che si pensa saranno i migliori giocatori per ogni posizione. Oggi parliamo dei centri.

10. MARCUS KRÜGER 

Lo svedese è uno di quei centri che si notano pochissimo sul ghiaccio, ma che non mancano mai di portare un grande lavoro a tutta pista. Se sul piano dei punti è rimasto in linea con quello che ha sempre prodotto nella sua carriera, un dato impressionante riguarda le reti segnate, con 5 game winning gol su 8 totali.

L’ex NHL ha comunque costruito una carriera sul gioco difensivo e si è sempre reso utilissimo nel lavoro sporco, facendone anche in Svizzera uno dei migliori giocatori del campionato nel recuperare dischi nei due slot e a smistarli “ripuliti” ai propri compagni. Notevole anche il contributo agli ingaggi (il migliore della sua squadra) con in particolare un 61,1% di riuscita nel terzo difensivo.

9. ERIC FEHR 

Il timore è stato che un giocatore della sua tipologia fosse arrivato in Svizzera un po’ “scarico” dopo mille battaglie ai massimi livelli, ma dopo un periodo di adattamento il canadese ha mostrato a tutti le sue qualità.

La sua mentalità vincente e l’etica del lavoro lo hanno sempre spinto al massimo, facendone un giocatore preziosissimo per il Ginevra, difficilissimo da arginare nel gioco fisico e nel gestire lo slot offensivo, come mostrato anche dal notevole bottino di 15 reti e 19 assist della scorsa stagione. Impressionante il suo apporto agli ingaggi, con il 61% di riuscita e un picco del 68,2% in zona difensiva, altra caratteristica che lo ha reso una pedina fondamentale in box play.

8. DAVID DESHARNAIS 

Nonostante sia stato sempre un gran lavoratore, nell’ultima stagione è sembrato un giocatore un po’ monodimensionale per l’hockey svizzero. È comunque tra i centri più offensivi del campionato e anche se a volte ha mostrato un atteggiamento un po’ “molle” in chiave difensiva, l’apporto di gioco di un giocatore come il canadese rimane importante.

La visione di gioco è superiore alla media, le mani sono raffinate e sia come assist man che finalizzatore, l’ex Canadiens ha comunque mostrato di poter dare un certo contributo anche se non più giovanissimo e spesso in difficoltà con il gioco più fisico. La media di 0,7 punti a partita non è straordinaria, ma su 12 reti segnate ben 5 si sono rivelate dei game winning gol, a provare che anche se non viaggia spesso al massimo della velocità trova sempre la via per fare male.

7. TED BRITHEN 

L’eredità da raccogliere per Brithén è di quelle pesanti, ma la carriera in SHL fatta dal 29enne parla di un centro non spettacolare od esplosivo ma estremamente intelligente, duttile e dedito al lavoro.

Dopo aver capitanato l’HV71 per due stagioni (un club “pesante” in Svezia) e vincendo un campionato, Brithén ha portato il suo gioco concreto ed equilibrato al Rögle, contribuendo a fare della squadra biancoverde un concorrente quotato in SHL, trascinandola fino all’eccezionale terzo posto della scorsa stagione.

Insomma, leader dalla mentalità altamente competitiva, intelligente e con grande visione di gioco, e capace di produrre punti in ottima quantità. Con queste qualità Ted Brithén si candida ad essere uno dei nuovi volti più interessanti, intriganti e forse sottovalutati della National League.

6. DUSTIN JEFFREY 

Ha vissuto una stagione più difficile del solito in quel di Losanna, ma le qualità del centro canadese non si discutono, basti pensare che nelle sue quattro stagioni in canton Vaud il 32enne ha messo a segno praticamente un punto a partita.

Tra i più dotati sul piano del playmaking nel panorama elvetico, Jeffrey nell’ultima stagione si è comunque messo in luce con 14 assist diretti (il migliore della squadra), tutti effettuati a parità numerica, oltre a quattro game winning gol.

L’unica sua lacuna può essere localizzata nell’esercizio degli ingaggi (dove raramente supera il 50% di riuscita) ma in quanto a impatto sul gioco rimane indiscutibile. Chissà che la nuova sfida di Berna non restituisca il Jeffrey che tutti conoscono.

5. PERTTU LINDGREN 

Falcidiato dagli infortuni fino a qualche stagione fa, tanto che la sua carriera pareva seriamente a rischio, il centro finlandese è tornato improvvisamente e prepotentemente tra i top assoluti della National League.

Classe cristallina, mani delicatissime e grande visione di gioco, negli anni il davosiano è cresciuto tanto da unire queste qualità a quelle di un giocatore utilissimo anche in fase difensiva, grazie al suo senso della posizione e alla capacità di lettura del gioco.

Sempre difficile da anticipare in costruzione grazie al colpo d’occhio con il quale sforna assist deliziosi e improvvisi, Lindgren risulta pericolosissimo anche come tiratore, con una riuscita del 14%, e anche se a volte tende ad essere fin troppo altruista nelle sue giocate. Questo fattore lo rende un centro assolutamente completo e tra i più spettacolari da ammirare sul ghiaccio svizzero.

4. JAN KOVAR 

Sul ghiaccio non è tra i giocatori più appariscenti o esplosivi, ma tra senso della posizione, visione di gioco e capacità di fare giocate improvvise con il bastone, il ceco si è confermato come uno dei migliori centri del campionato.

Allo Zugo ha potuto esaltare le sue qualità giocando in uno dei roster offensivi più dotati e, seppur confrontato con un rendimento inizialmente altalenante, le sue statistiche dicono quanto impatto abbia avuto in National League.

Le sue doti di playmaker si sono divise piuttosto equamente tra gioco a parità numerica che in power play, risultando letale pure in shorthand, servendo due assist ai compagni in inferiorità. Spicca anche la sua media del 54,2% agli ingaggi, non estrema ma sicuramente notevole contando che la scorsa stagione è stato il quarto centro più utilizzato nell’esercizio in tutta la National League, e il bilancio di +19 esalta anche buone qualità difensive.

3. ROMAN CERVENKA 

Per il Rapperswil, oltre che un colpo non indifferente, è stato anche un rischio ingaggiare un giocatore dalla classe immensa ma propenso agli infortuni. Di sicuro Cervenka ha potuto confermare in larga parte di essere ancora uno dei giocatori più decisivi della National League, dato che nelle 32 partite disputate il ceco ha totalizzato ben 14 gol e 27 assist, con la miglior media punti del campionato elevata a 1,28 punti per incontro.

Un giocatore che in una squadra come Rapperswil riesce a mettere assieme certi numeri conferma quindi di poter fare la differenza in qualunque contesto, unendo sostanza a qualità, perché quando è in forma il 33enne è anche un vero spettacolo per gli occhi.

2. MARK ARCOBELLO 

Rispetto ad altri giocatori dello stesso ruolo Arcobello tende ad essere meno spettacolare e più essenziale, ma in Svizzera probabilmente non ci sono centri in grado di dividersi tra il “fare legna” e dirigere il gioco come il bianconero.

Raramente si prende rischi inutili e ogni cosa che fa la esegue con precisione chirurgica e tanta sostanza, con i compagni ai suoi fianchi che possono approfittare dell’alta qualità del suo enorme lavoro.

Che sia a parità numerica o in powerplay (anche se la scorsa stagione ha contabilizzato il maggior numero di assist a 5 contro 5) il suo rendimento non cambia e nonostante un iniziale appannamento nei primi mesi dello scorso autunno, l‘ex Berna si è confermato come uno dei top assoluti del campionato.

1.GARRETT ROE 

Il dinamico centro degli ZSC Lions ha confermato di essere uno dei giocatori più decisivi del campionato scorso, nonché di poter fare la differenza in qualunque situazione di gioco.

Miglior assist man del torneo concluso a febbraio, con 35 assist di cui ben 24 diretti (anche qui in cima alla classifica), l’americano ha diviso i suoi passaggi ai compagni sia a 5 contro 5 che in powerplay, confermandosi anche tra i migliori centri agli ingaggi con oltre il 57% di riuscita.

Le sue qualità non si fermano però ai numeri, il 32enne ha dimostrato di saper alzare il livello dei suoi compagni e di rendere il gioco della squadra fluido e veloce con i suoi cambi di passo e di poter mantenere un rendimento altissimo praticamente senza periodi di vuoto. Di sicuro è uno dei giocatori offensivamente più abili dell’intero torneo.


MENZIONI SPECIALI

Brian Flynn (Ambrì Piotta): Non eccelle in picchi particolari di classe o tecnica, ma il centro dell’Ambrì Piotta si è imposto come un giocatore perfettamente complementare a Matt D’Agostini, svolgendo un grande lavoro per l’equilibrio della prima linea biancoblù. Giocatore responsabile a tutta pista, Flynn non si è mai mostrato particolarmente offensivo o sbilanciato, ma grazie a dei buoni inserimenti e a un backhand tra i migliori della lega si è rivelato molto pericoloso attorno all’area di porta.

Benjamin Baumgartner (Davos): L’austriaco in forza al Davos è stato annunciato come uno dei grandi talenti della National League e la sua prima stagione nei Grigioni lo ha confermato. Le 7 reti e i 20 assist sono cifre assolutamente brillanti per un esordiente, capace anche di farsi valere in maniera discreta agli ingaggi (52%) e nei rigori, con due esecuzioni riuscite su due tentativi. La prossima stagione potrà essere quella della consacrazione per il davosiano, atteso a livelli molto alti.


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