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Ambrì Piotta

È un Ambrì che dà emozioni, i biancoblù si dimostrano superiori al Langnau

La squadra di Cereda ha saputo convincere contro un avversario sulla carta di pari livello, ma che non ha avuto argomenti per rispondere al gran lavoro dei leventinesi

È un Ambrì che dà emozioni, i biancoblù si dimostrano superiori al Langnau

AMBRÌ – LANGNAU

5-3

(2-2, 2-0, 1-1)

Reti: 2’50 Lhotak (Monnet, Müller) 1-0, 3’45 Himelfarb (Blaser, Elo) 1-1, 7’49 Taffe (D’Agostini, Zwerger) 2-1, 14’05 Erkinjuntti (Gustafsson, Zryd) 2-2, 22’49 Emmerton (Zwerger, Conz) 3-2, 25’48 D’Agostini (Plastino, Zwerger) 4-2, 49’07 Gustafsson (Erkinjuntti, Elo) 4-3, 49’49 Zwerger (Plastino) 5-3

Note: Valascia, 5’482 spettatori. Arbitri Tscherrig, Vinnerborg; Obwegeser, Rebetez
Penalità: Ambrì 2×2′, Langnau 6×2′

AMBRÌ – Quella ottenuta sul Langnau è per l’Ambrì Piotta una vittoria piena di significati, a maggior ragione dopo una serata di venerdì che aveva rappresentato la prima e unica nota stonata di un inizio di campionato per il resto davvero da elogiare. Contro i tigrotti la squadra di Cereda era infatti chiamata a dimostrare di essere più forte, ed i leventinesi hanno risposto al test con una prova convincente, nel secondo tempo dominante e conclusa sotto gli appassionati applausi della Valascia.

I leventinesi hanno legittimato il successo – che avrebbe potuto assumere dei connotati anche più marcati – dando alla contesa un ritmo che Nüssli e compagni non hanno semplicemente saputo gestire, ad immagine di un periodo centrale davvero eccezionale.

Con un forecheck asfissiante e garantito da tutte e quattro le linee – da rivedere il grande lavoro di Müller che ha portato al gol di Lhotak – i padroni di casa hanno messo alle corde la squadra di Ehlers, che come un pugile suonato ha vissuto fasi di totale apnea in cui l’Ambrì ha fatto il bello e cattivo tempo.

Per i biancoblù non è stata una prova perfetta, ad immagine di due gol concessi un po’ ingenuamente nel primo tempo, e di un terzo periodo in cui si è tolto il piede dal gas, permettendo al Langnau di rientrare in partita con il rocambolesco gol di testa di Gustafsson. È però stata una partita che ha permesso ai ticinesi di lanciare un chiaro messaggio, ovvero quello di essere in questo momento più forti di un Langnau che anche sabato si è basato tanto sulle individualità dei suoi uomini migliori.

Cereda ha invece trovato il modo di scuotere un gruppo impeccabile a livello di impegno ma ancora bloccato nell’esecuzione, e lo ha fatto cambiando entrambe le ali di TaffeBerthon e Lauper nell’occasione – e mantenendo intatta solamente la prima linea. Il risultato è stata una partita in cui sono andati in rete cinque marcatori diversi, e per la prima volta si sono visti sul tabellino dei nomi diversi da quelli di D’Agostini, Emmerton e Zwerger, prima di sabato gli unici giocatori biancoblù ad aver trovato il gol.

I tre hanno disputato un’ottima partita e firmato una realizzazione a testa, ma alle loro segnature si sono aggiunge le prime stagionali di Taffe e Lhotak, che hanno dato un po’ d’ossigeno ad un gruppo che avrà grande bisogno anche di quello che in Nordamerica chiamano “secondary scoring”. Questo non toglie però meriti al grande lavoro di squadra fatto da tutti, ad immagine ad esempio di una quarta linea di Bianchi, Kostner e Trisconi ancora generosissima, anche se il primo può recriminare per non aver letto bene la situazione sul 2-2 ospite.

Per correggere errori di questo tipo ci sarà però tempo. Dopo tre sconfitte consecutive questa era per l’Ambrì una partita da vincere, non tanto perchè arrivare a quattro KO filati avrebbe rappresentato chissà quale tragedia, ma perchè questo è un successo che fa davvero bene nell’ottica di tutto il lavoro portato avanti dallo staff tecnico, e conferisce vigore per passare allo step successivo.

Con la gara di Coppa a fare da “intermezzo” alla prossima uscita di campionato, l’Ambrì può guardare con fiducia ai prossimi impegni, soprattutto considerando che ad un sistema di gioco convincente si sta aggiungendo una forma in crescendo dei singoli. D’Agostini continua a rendersi protagonista di una rinascita che ha del miracoloso (in cinque partite ha già messo a segno lo stesso numero di reti dell’intero scorso campionato), mentre Zwerger mostra sempre più una tecnica e personalità importanti per un 21enne.

Jeff Taffe – e lo ha ammesso lui stesso – non sta vivendo l’inizio di stagione che sperava, ma anche nel suo caso nelle ultime uscite le cose hanno iniziato ad andare meglio, ed il rimescolamento delle linee è sembrato fargli bene. Ancora “un po’ così” Plastino, che per ora non emerge particolarmente.

Complessivamente la vittoria di sabato permette all’Ambrì Piotta di fermarsi per un secondo ed osservare quanto fatto in queste prime settimane, e ci si accorge che i biancoblù si sono resi protagonisti esattamente del miglior scenario possibile per questo inizio di campionato.

Certo, i ragazzi di Cereda hanno commesso alcuni errori evitabili – e anche un po’ banali – che hanno pagato a caro prezzo, ma a questa squadra si chiedeva di mostrare un certo tipo di gioco e atteggiamento, non di trovare la bacchetta magica per trasformarsi nei Pittsburgh Penguins.

Lungi dall’arrivare a conclusioni, perchè in Leventina si è ancora ai piedi della scala ed il percorso che si ha davanti è lunghissimo e pieno di insidie, ma per ora l’Ambrì mantiene tutte le sue promesse. Il sistema di Cereda sembra costruito su misura per l’effettivo a disposizione, ed i giocatori hanno sposato appieno il progetto seguendo ciecamente e con sacrificio i dettami del coach. Il resto, se si continuerà così, arriverà da se.


IL PROTAGONISTA

Dominic Zwerger: Il suo gol è stato il più importante dell’intera sfida, perchè ha smorzato sul nascere il tentativo di rimonta del Langnau. La terza rete ospite è stata tanto rocambolesca quanto pericolosa, e rischiava di punire un Ambrì che nel terzo tempo è andato un po’ in riserva.

I meriti del giovane austriaco vanno però ben oltre. L’ala della prima linea evidenzia sempre di più grande personalità nonostante la giovane età, ed anche sabato ha rappresentato una minaccia costante ed un vero motorino inarrestabile. Constatare la velocità con cui si è integrato in squadra è sorprendente, vederlo giocare sempre più un piacere.


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HIGHLIGHTS

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