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Lugano

Brutto risveglio del Lugano che affonda per 6-2 a Losanna

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LOSANNA – Vincere a Losanna sarebbe stato l’affare del mese per il Lugano, che avrebbe così messo un bel bottino di punti fra se stesso e i romandi, inseguitori e sempre in piena corsa per i playoff. Purtroppo non è andata così, e anzi, il Lugano è uscito con le ossa rotte dalla Malley.

Schierati di nuovo con quattro stranieri d’attacco nella serata del ritorno di Vauclair e Dal Pian, e ancora con Merzlikins in pista, i bianconeri hanno toppato alla grandissima l’entrata in materia nel primo periodo, consegnando di fatto la vittoria ai padroni di casa in quei terribili primi 20 minuti. Lo scontro tra il micidiale power play del Losanna – praticamente la loro principale arma offensiva – e la difesa di ferro del Lugano ha visto netto vincitore il primo, grazie ad una percentuale di riuscita per Genoway e compagni del 50%.

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In quei terribili minuti prima della pausa, Il Lugano sembrava dovesse subire rete ad ogni tiro in porta, e ci è mancato poco che fosse così, costringendo Fischer a dare una scossa alla squadra togliendo Merzlikins per Manzato ancora sul 3-0.

Le mura degli spogliatoi devono aver tremato nella prima pausa, perché il Lugano rientrato in pista nel secondo tempo, pur se non abbia decisamente incantato, è stato perlomeno di quelli più battaglieri, deciso a rientrare in partita. E le premesse sono sembrate ottime, dopo che al 25’ le reti di scarto si sono dimezzate, grazie a alle segnature di Rüfenacht e Micflikier. Ma la grande occasione per riagganciare i vodesi è arrivata al 32’, quando Metropolit ha avuto la possibilità di tirare un rigore per fallo di Genazzi. Purtroppo il numero 50 ha mancato l’occasione che avrebbe potuto rilanciare definitivamente i bianconeri, che da lì via si sono un pochino spenti.

Due reti di scarto non sono certo un ostacolo insormontabile, ma l’indisciplina che ha portato a tutte quelle penalità – va detto che il Lugano ultimamente subisce una marea di penalità, di cui gran parte molto dubbie – non ha permesso di continuare l’inseguimento, perché dopo un minuto nel terzo tempo, Setzinger in power play ha messo il sigillo al risultato, infondendo la mazzata definitiva al morale luganese. Fischer le ha provate tutte, anche togliendo il portiere per giocare in 6 contro 4, ma a segnare sono stati ancora i padroni di casa, sancendo il 6-2 finale.

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Una partita in cui il Lugano ha pagato col prezzo massimo un primo tempo indisciplinato, dove nessuno in pratica si è salvato. Il box play e la difesa in generale che erano i punti di forza di questa squadra si sono sciolti in quei terrificanti 8 minuti, ed è inutile dirlo che il Losanna poi non ha fatto altro che difendersi in cinque e ripartire in contropiede, rendendo difficilissima la risalita di Pettersson e compagni.

D’altronde la percentuale realizzativa del Losanna è lì da vedere: 6 reti su 24 tiri totali, e non è di certo merito solo degli attaccanti un dato del genere, ma anche e soprattutto di una difesa e un portiere – Merzlikins ha subito 3 reti su 5 tiri – entrati in pista con sufficienza e un pochino di supponenza. Il fatto poi che almeno la metà delle penalità fischiate al Lugano facessero storcere il naso non può bastare nemmeno come scusante. Di buono c’è stato il risveglio del secondo tempo, ma dopo il rigore sbagliato da Metropolit le velleità si sono di nuovo spente.

A volte delle sconfitte del genere possono starci, anche se non le si vorrebbero mai vedere, perché fanno parte della crescita della squadra come uno degli errori naturali di percorso. Il Lugano deve solo tenere a mente la lezione del primo tempo, traendone quegli insegnamenti che in futuro aiuteranno a mantenere alta la concentrazione e a capire che per altre 20 partite occorrerà strizzare le maglie dal sudore per qualificarsi ai play off.

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