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Lugano

Al Lugano basta un quarto d’ora per affossare il Langnau, battuto 6-2

LUGANO – LANGNAU

6-2

(5-0, 1-1, 0-1)

Reti: 00’46 Bertaggia (Sannitz, Walker) 1-0, 1’15 Martensson (Klasen) 2-0, 9’08 Klasen (Pettersson, Martensson) 3-0, 13’11 Hofmann (Brunner) 4-0, 15’16 Sannitz (Bertaggia, Walker) 5-0, 32’47 DiDomenico (Koistinen, Wilson) 5-1, 38’01 Pettersson (Klasen, Stapleton) 6-1, 54’31 Sandro Moggi 6-2

Note: Resega, 5’443 spettatori. Arbitri Dipietro, Kurmann; Espinoza, Kohler
Penalità: Lugano 4×2′ + 1×5′ +1×20′ (Kienzle), Langnau 7×2′ + 1×5′ +1×20′ (Clark)

LUGANO – Impossibile credere che a nessuno, sul risultato di 5-0 dopo il primo tempo non sia venuta in mente la mezza rimonta del Friborgo. Stavolta no, anche perché se c’è stato un momento di forte pressione ospite è stato ben rintuzzato dalla difesa bianconera e da alcune parate veramente di alto spessore di Merzlikins.

Va bene che era “solo” il Langnau, ma si parla di una squadra che in stagione ha sempre avuto poco da perdere e molto da guadagnare, sino ad arrivare ad insidiare addirittura le posizioni a cavallo della linea, oltre che essere una compagine che pur con molti alti e bassi ha saputo prendersi qualche exploit. Oltretutto, penando alla decimata difesa del Lugano non era facile prevedere uno scarto così ampio, ma la bravura dei bianconeri ha avuto il suo apice in due distinti momenti del match.

Il primo momento a favore della squadra di casa, e quello che di fatto ha deciso il match è intercorso dall’ingaggio di apertura al 15’16”, ossia il lasso di tempo che Klasen e compagni hanno impiegato per battere 5 volte il povero Punnenovs. Una difesa impreparata, quella dei Tigers, una zona neutra in totale controllo del Lugano e davanti al portiere ospite uno slot aperto come un campo da golf in Florida.

Questi fattori uniti alla capacità e alla decisione nel saper affondare i colpi da parte degli attaccanti bianconeri ha distrutto i malcapitati ospiti a ogni incursione offensiva. Bisogna essere però onesti e affermare che tra una rete e una scorribanda di Bertaggia e compagni, Merzlikins non è stato del tutto inoperoso, ma in due occasioni ha dovuto tirar fuori il meglio di se.

Questo fatto ha mandato ancor più pesantemente sulle ginocchia Nüssli e compagni ed era chiaro a tutti che con un’oculata gestione del match, il Lugano la partita l’avesse già decisa in un quarto d’ora. Semplicemente impressionante e disarmante la facilità degli attaccanti di arrivare in velocità davanti a Punnenovs e in seguito sul suo sostituto Ciaccio, e quando il Langnau ha cercato di proteggere meglio il suo cerbero la frittata era ormai fatta e bell’e bruciata.

Il secondo momento “chiave” del match è arrivato dopo il 5-1 di DiDomenico, quando i Tigers hanno cominciato a spingere di più, e anche se era improbabile un ritorno degli ospiti – gli scongiuri in questi casi non sono mai sufficienti – i bianconeri hanno approfittato di due power play in scadenza di periodo centrale per far pendere la bilancia dalla propria parte, riproponendo più velocità e intensità soprattutto in zona neutra, trovando il 6-1 di Pettersson (geniale l’assist con sponda della balaustra di fondo di Klasen) e smorzando sul nascere un eventuale ritorno di fiamma.

Come già detto, era impensabile che il Langnau potesse tornare in partita come ha fatto il Friborgo alla Resega, ma mai dire mai, e il Lugano ha imparato che la presa non va mai mollata, nemmeno con l’avversario più (?) debole.

Contro il Langnau sono emerse le qualità maggiori di questo Lugano, ossia le capacità offensive – i primi tre blocchi a segno e una traversa di Dal Pian – e le possibilità di manovrare ad altissima velocità e un equilibrio fra i blocchi sempre maggiore, tenendo conto dell’ennesima ottima prova del terzo e del quarto blocco, finalmente competitivi, decisivi e non più solamente dei “comprimari” al top six.

Una bella iniezione di fiducia anche per i giovani visti in pista stasera – tanto ghiaccio per Sartori e cambi anche per Fontana – e la decima vittoria casalinga consecutiva conferma che la Resega sta diventando un forte inespugnabile, ma sabato sera a Ginevra sarà tutta un’altra musica. Siamo pronti a scommettere che alle Vernets sarà una prova generale di playoff – come se col Ginevra ci fossero partite “normali”… – e l’attenzione sarà tutta sulla difesa e su un attesissimo Maxim Lapierre, in un esordio non certo casuale visto l’avversario.

fattore2

UN QUARTO D’ORA DI DEVASTAZIONI: Il primo tempo disputato dal Lugano ha deciso il match grazie a 5 reti trovate in 15 minuti. Un inizio scioccante per i tigrotti, che dopo un minuto erano già in doppio svantaggio.

Una difesa ospite ballerina e la grande attitudine messa in pista dai bianconeri ha praticamente ucciso il match in pochissimo tempo e da allora è rimasto poco da dire. Alla fine le reti erano 6, ma le prime 5 sono state pesanti da mandar giù, come un indigesta Berner Schnitzel.

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