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Lugano

A Zurigo le penalità affondano il Lugano, secondo KO filato

I bianconeri hanno giocato 20 dei primi 40 minuti in inferiorità numerica. Lo Zurigo non ha perdonato ed ha messo a segno tre gol in powerplay, costringendo il Lugano ad una sconfitta frustrante

© Berend Stettler

A Zurigo le penalità affondano il Lugano, secondo KO filato

ZSC LIONS – LUGANO

4-1

(1-0, 2-1, 1-0)

Reti: 13’21 Pettersson (Sutter) 1-0, 22’16 Klasen (Sanguinetti) 1-1, 26’10 Pestoni (Künzle, Wick) 2-1, 32’47 Klein (Nilsson) 3-1, 41’02 Klein (Pettersson) 4-1

Note: Hallenstadion, 8’719 spettatori. Arbitri Wehrli, Wiegand; Kaderli, Wüst
Penalità: ZSC Lions 5×2′, Lugano 10×2′ + 1×10′ (Hofmann)+ 1×20′ (Ireland) + 1 x rigore (Vauclair)

ZURIGO – Suona la terza sirena a Zurigo, ma Greg Ireland ha già dovuto abbandonare la sua panchina da un pezzo. Il coach del Lugano ha infatti rimediato una penalità di partita alla seconda pausa, per aver detto ciò che pensava agli arbitri dopo che la sua squadra aveva dovuto giocare 20 dei primi 40 minuti in inferiorità numerica. È questa l’immagine della sfida, che ha visto i bianconeri incassare la seconda sconfitta consecutiva in maniera sicuramente frustrante, anche se non completamente immeritata.

Da un lato è infatti chiaro come gli special teams abbiano avuto un ruolo determinante nella sfida, sia guardando alle tre reti in powerplay segnate dai Lions, sia perché le continue interruzioni non hanno mai permesso realmente ai bianconeri di prendere ritmo e far girare a pieno regime il loro sistema di gioco. Dall’altro c’è però un match che ha visto il Lugano apparire lucido solamente a tratti – e a fiammate isolate – e che si è spesso ritrovato a rincorrere il disco nei momenti in cui lo Zurigo ha deciso di mettere una marcia in più a livello di ritmo.

© Berend Stettler

Un esempio lo si è avuto nel primo tempo, iniziato dal Lugano con la giusta carica ed energia, tanto da farsi sicuramente preferire ai padroni di casa grazie ad un forecheck alto ed aggressivo. Dopo una decina di minuti lo Zurigo ha però iniziato a pattinare di più, mentre il Lugano si è fatto vedere dalle parti di Flüeler praticamente solo con Hofmann, autore di un bel tiro dopo un’esplosiva ripartenza.

Proprio da quell’episodio è però nato uno dei momenti chiave del match. Il numero 15 bianconero ha infatti rimediato un’evitabile penalità di quattro minuti (più dieci disciplinari) per aver cercato di colpire a gioco fermo e con la punta del bastone Baltisberger, regalando così a Pettersson l’opportunità per l’1-0, firmato dallo svedese con un tiro preciso che ha fatto secco il coperto Merzlikins.

La sfida ha poi preso una precisa direzione nel periodo centrale, questo nonostante il pareggio firmato da Klasen con un tiro al laser durante la prima situazione di powerplay in favore del Lugano. Gli uomini di Ireland non hanno infatti tratto molta energia dall’episodio, ed hanno anzi subito immediatamente il ritorno dello Zurigo, capace di andare nuovamente in vantaggio grazie ad un bel gol di Pestoni, abile nell’insaccare di polso dopo essere stato lanciato da Künzle.

© Berend Stettler

A quel punto il Lugano ha vistosamente sbandato, perdendo di vista la propria struttura e favorendo le avanzate dello Zurigo con un gran numero di errori in impostazione. I vari Schäppi e Pettersson si sono visti sbarrati la strada da Merzlikins, che però nulla ha potuto al 32’47 sul tiro di Klein, che dalla blu ha di fatto ipotecato la partita. Ne è seguito un finale di periodo centrale turbolento, con una nuova serie di penalità ed un rigore provocato dal rientrante Vauclair, che in area di porta ha coperto il puck con la mano.

Merzlikins ha tenuto in pista i suoi parando – anche con un po’ di astuzia con il bastone – lo shootout eseguito da Nilsson, ma a quel punto era chiaro che la sfida fosse praticamente decisa. Nel caso ci fossero ancora dei dubbi, Klein li ha spazzati infilando il 4-1 alla ripresa del gioco, mettendo in evidenza una certa passività dei giocatori del Lugano, ritrovatisi per l’ennesima volta a dover giostrare in boxplay.

Poco o nulla hanno detto i restanti minuti del terzo tempo, in cui il Lugano ha provato ha trovare qualche sussulto – in particolare con un paio di spunti di Vauclair – ma senza mai realmente mettere in dubbio l’esito finale della sfida. A poco sono serviti infatti i tre powerplay in sequenza concessi al Lugano nel finale (forse una sorta di compensazione, che ha però il sapore della beffa visto che il match era già di fatto agli archivi), che è così tornato in Ticino con la seconda sconfitta consecutiva.

© Berend Stettler

Lo svilupparsi degli eventi all’Hallenstadion ha dato una piega frustrante alla partita, pur ammettendo che naturalmente non tutte le penalità contro i ticinesi erano dubbie. I fischi arbitrali hanno però dato vita ad una sfida difficile da valutare, e che raramente ha saputo prendere un ritmo sufficiente per permettere ai ragazzi di Ireland di applicare il loro gameplan.

È stata dunque una serata nata storta, e che è continuata su quella lunghezza d’onda sino alla fine. I bianconeri non sono riusciti a trovare gli argomenti giusti per rispondere ad uno Zurigo estremamente talentuoso sul fronte offensivo, e che non ci ha pensato due volte ad approfittare delle tante opportunità di mettere pressione. Per il Lugano rimane sì la frustrazione, ma anche la consapevolezza di essersi fatto trascinare in un turbine di eventi da cui non ha saputo reagire, ed ha finito per pagarne il prezzo.


IL PROTAGONISTA

Kevin Klein: Il difensore canadese dei Lions ha giocato giovedì una delle sue migliori partite da quando è in Svizzera, grazie ad una doppietta ma anche a risultato di un contributo a tutta pista.

Walsson si è affidato a lui per oltre 26 minuti, dato che lo ha reso il giocatore più impiegato in assoluto. Ha saputo fare male al Lugano sia sul tabellino che nello slot difensivo, dove è stato una boa invalicabile.


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HIGHLIGHTS

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