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Lugano

A Langnau il Lugano riparte con una vittoria sudata

I bianconeri tornano dall’Emmental con tre punti preziosi alla ripresa. Partita decisa in allungo nel terzo tempo grazie alle reti di Arcobello e Riva

(PostFinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)

A Langnau il Lugano riparte con una vittoria sudata

LANGNAU – LUGANO

2-4

(1-1, 1-1, 0-2)

Reti: 1’27 Julian Schmutz (Flavio Schmutz) 1-0, 18’51 Bertaggia (Lammer, Herburger) 1-1, 24’44 Morini (Loeffel, Kurashev) 1-2, 27’15 Flavio Schmutz (Neukom) 2-2, 47’48 Arcobello (Carr) 2-3, 48’15 Riva (Boedker, Carr) 2-4

Note: Ilfis, 37 spettatori. Arbitri Salonen, Fluri; Progin, Duarte
Penalità: Langnau 7×2′ + 1×10′, Lugano 6×2′ + 1×10′

Assenti: Jani LajunenRaffaele SannitzSandro Zurkirchen (infortunati), Matteo Romanenghi (sovrannumero), Timo Haussener (squalificato), Eliot AntoniettiDavide Fadani (Rockets)

LANGNAU – Non è facile per nessuno dover mantenere alta tensione e competitività in questo periodo, va chiarito, ma per il Lugano di Serge Pelletier la cosa si era fatta alquanto grottesca.

Il susseguirsi di quarantene distribuite qua e là per il campionato ha di fatto costretto i bianconeri a giocare praticamente una partita di campionato ogni due settimane nell’ultimo periodo e i soli allenamenti non possono valere quanto il gioco vero. Ecco perché, anche nel contesto di una partita sempre difficile da giocare come quella in casa del Langnau, non risulta semplice capire se i progressi o le regressioni dei bianconeri siano dettate dal processo “naturale” della squadra e quanto siano influenzati da questa lentezza nel ritmo del campionato.

(PostFinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)

Di certo la progressione di gioco, i movimenti delle gambe e il ritmo partita sono direttamente dettati dalla mancanza di competizione vera, ed affrontare una squadra rognosa e che gioca a uomo (con un’insistenza a dir poco eroica a tratti) come i Tigers ha subito riportato in clima il Lugano.

Contro la squadra di Franzen è nata quindi una partita di non facile lettura, a tratti confusa e con un gioco spesso portato alle assi e dietro le due porte da parte dei padroni di casa, decisi a non lasciare spazio ai giocatori più tecnici e veloci dei bianconeri.

Dall’altra parte logicamente il Lugano ha cercato soprattutto di portare fuori il disco dalle zone più discoste del ghiaccio, faticando a manovrarlo con fluidità nelle vie centrali, trovando azioni pericolose solo quando è riuscito a saltare le marcature granitiche dei giallorossi e con manovre del disco più veloci ma spesso imprecise.

Ecco perché per due tempi si è assistito ad una partita che non ha avuto un padrone vero e assoluto, anche se quando c’erano le metrature per fare gioco offensivo i bianconeri hanno avuto il disco sul bastone per più tempo e tirato di più su Punnenovs (in qualche occasione eccezionale) senza però riuscire a dare continuità alle sue giocate.

Il Langnau si è affidato più spesso alle uscite solitarie o alle giocate dei suoi stranieri, con un lungo cercare il cycling per guadagnare tempo e spazio e ha sfruttato in pratica gli errori della retroguardia ospite. Chiesa sul primo gol di casa e Riva sul 2-2 sono i principali “imputati” per delle marcature a dir poco leggere e fuori posizione ma aldilà di queste azioni e qualche spunto con l’onnipresente Brännström e Maxwell in powerplay, come potenza offensiva il Langnau si è dimostrato poca cosa.

Ecco perché gli sforzi di Earl e compagni erano logicamente più concentrati sul contenimento e la rottura delle trame degli avversari e per lunghi tratti le cose sono andate anche discretamente, non fosse che a lungo andare i Tigers hanno pagato gli sforzi in moneta di lucidità, cominciando a commettere quegli errori che per tutta la partita hanno cercato di provocare.

Il Lugano ne è uscito così con la pazienza e l’attesa del momento buono per fare suo il match, grazie al “solito” Arcobello, colui che più spesso si è scottato le mani per togliere le castagne dal fuoco. Castagne che hanno rischiato di bruciare in qualche occasione anche per le troppe penalità guadagnate dai bianconeri in momenti decisamente inopportuni (vedasi quelle di Walker e Chiesa nel finale) ma a questo gruppo per ora, nonostante qualche pezzo da novanta ancora in ombra, non sembrano mancare gli uomini della provvidenza e anche loro – per fortuna del Lugano – fanno la squadra, uomini che in passato erano mancati come l’aria.


IL PROTAGONISTA

Elia Riva: Nel bene e nel male, ma per fortuna in seconda istanza nel bene. Il difensore bianconero non è stato il migliore in pista, ma è stato colui che più di tutti ha mostrato a cosa serve il carattere.

Imputato principale sulla rete del 2-2 di Flavio Schmutz, il giovane bianconero si è ripreso alla grande da quell’errore riprendendo a giocare con calma e lucidità, trovando infine anche la splendida rete del 4-2 che ha di fatto “ucciso” la partita della Ilfis. Queste partite vanno così, si perdono se ci si fa trascinare nella mediocrità, ma si vincono se si trovano il carattere e la personalità per rialzarsi dopo un errore.


HIGHLIGHTS

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