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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Errare è umano, perseverare è diabolico
“Se giochiamo senza identità, questo è il risultato”. Non ci aveva girato attorno per molto Luca Cereda al termine della sconfitta casalinga contro il Bienne, il suo Ambrì aveva commesso il fatale errore di sentirsi troppo bello dopo il successo di Davos, e le conseguenze non si erano fatte attendere. La doccia fredda contro la capolista ha però svegliato i leventinesi, che sono riusciti a reagire con un weekend da sei punti contro Langnau e Ginevra. Un ottimo bottino e tanti fattori da elogiare, ma guai a cedere alla tentazione di guardarsi allo specchio. Martedì la sfida è contro il Lugano, e commettere nuovamente l’errore di dimenticare le basi del proprio gioco sarebbe fatale.

due Stranieri d’altri tempi
Ci sono stati anni – oramai ne sono passati parecchi – in cui vedere gli stranieri dell’Ambrì dominare le classifiche dei marcatori era un dato quasi scontato. L’hockey con gli anni è però cambiato, e non sempre i giocatori d’importazione arrivati in Leventina hanno saputo fare la differenza. La tendenza sembra però poter cambiare, visto che in questo inizio di campionato i biancoblù sono stati trascinati dai propri stranieri, su tutti un Kubalik strepitoso. Dopo cinque partite il 53.85% dei gol messi a segno dall’Ambrì ha visto la firma di un giocatore d’importazione, percentuale questa che è la più alta della lega. Tradotto? Kubalik e D’Agostini hanno ottenuto 7 delle 13 reti sinora segnate dai biancoblù.

tre Pain is temporary…
È questo uno dei mantra reso famoso dal ciclista Lance Armstrong, e che ben si adatta al mondo dell’hockey. Anzi, che ben si adatta al mondo dell’Ambrì Piotta, che fa dello spirito di sacrificio una della sue armi più efficaci. Venerdì a Langnau i biancoblù hanno fatto la differenza bloccando addirittura 22 tiri, ripetendosi poi sabato facendo “da scudo” su 16 conclusioni avversarie. Ngoy è il giocatore che sta mostrando la via – 12 blocked shots sinora – mentre Zwerger ha mostrato di voler dare tutto per la vittoria tornando a giocare anche dopo una violenta discata al collo e una “legnata” al volto nel finale di partita. Pain is temporary, ma i sei punti conquistati all’Ambrì non li toglierà più nessuno.

quattro La vendetta va servita fredda… Anzi, freddissima!
Da quando Matt D’Agostini è arrivato il Leventina, il canadese aveva segnato un totale di 33 gol con la maglia dell’Ambrì, ma nessuno contro il Ginevra, la sua ex squadra. Il tabù è caduto sabato sera, quando il 31enne ha infilato il definitivo 4-2 a porta sguarnita, condannando così la formazione di McSorley ad uscire sconfitta dalla combattuta sfida della Valascia. D’Agostini probabilmente avrebbe voluto trovare prima il gol contro la sua ex squadra, che nel 2016 l’aveva lasciato partire nonostante un contratto ancora valido… Ma, si sa, la vendetta è migliore quando è servita fredda!

cinque Certe cose non cambiano mai…
Nel corso della passata stagione l’Ambrì Piotta sembrava scendere in pista seguendo una ferrea regola non scritta: la prima squadra che segna, vincerà la partita. L’equazione si è rivelata accurata in un numero impressionante di circostanze, ed anche per il torneo 2018/19 sembra che la tendenza non voglia invertirsi. Nelle prime cinque partite del campionato dei biancoblù, infatti, ha sempre vinto la squadra che ha saputo infilare il primo gol… Occhi aperti al derby di martedì, perché la rete d’apertura potrebbe essere pesantissima!


uno Elvis has left the building?
Quando questa frase veniva annunciata ai microfoni durante i concerti di Elvis Presley significava che lo spettacolo del Re del rock era giunto ormai alla sua conclusione. Qualcuno, dopo la scialba prestazione in quel di Zugo da parte del Lugano e del suo portiere, era un po’ inutilmente preoccupato per l’Elvis bianconero, con la paura che i suoi concerti potessero chiudersi prima del previsto. Nulla di tutto ciò, Merzlikins è tornato subito a far suonare il suo rock come solo lui sa fare, con esibizioni acrobatiche (vedasi la parata in tuffo contro il Losanna) e con continui coinvolgimenti del pubblico. No, Elvis non ha smesso di rockeggiare.

due Eppur si muove
In questo inizio di campionato pochi bianconeri hanno convinto appieno e molto ci si attendeva dai nuovi ingaggi portati dal mercato estivo. Uno dei più attesi era sicuramente Romain Loeffel, il difensore giunto dal lago Lemano, il quale finora non è riuscito a sfondare le reti e a guidare il power play come ci si attendeva. Sarà che ci vorrà un po’ più del previsto, ma intanto il romando martedì sera nel suo primo derby ticinese indosserà il casco da topscorer, forte dei quattro assist sin qui messi a segno, di cui due nella sfida vittoriosa contro il Losanna. Quasi non ci si ricorda nemmeno da quanto tempo un difensore bianconero non vestisse i panni di miglior marcatore, seppure dopo solo mezzo turno di campionato. Lemme lemme, ma qualcosa si sta smuovendo nel numero 58…

tre La sera dei sospiri
I più preoccupati sicuramente erano i tifosi, i diretti interessati sapevano invece che sarebbe stata solo una questione di tempo e di dettagli. Di sicuro né Dario Bürgler né tantomeno Gregory Hofmann avevano “disimparato” a segnare, ma tra un infortunio da recuperare e una mira da ritrovare, i due frombolieri bianconeri avevano bisogno di un po’ di tempo. Il tempo per loro è arrivato nella vittoria contro il Losanna, con la deviazione vincente di Bürgler su tiro di Loeffel e poi lo splendido scambio in velocità proprio tra il numero 87 e Hofmann, andato a rete con freddezza e precisione. Un paio di sospiri li avranno tirati anche loro, ma soprattutto i tifosi, felici per una vittoria difficile e per il ritorno al gol di due attaccanti di razza.

quattro Studiarsi gli ingaggi
Quello che balza all’occhio guardando le statistiche di squadra della National League sono le magre cifre del Lugano alla voce ingaggi. La squadra bianconera è una delle peggiori in questo esercizio, con il solo 43% di riuscita. La statistica si è abbassata ulteriormente contro il Losanna, quando Mitchell e Jeffrey hanno dominato le sfide nel cerchi, toccando pure un 71% in favore dei vodesi. Particolarmente deficitaria risulta la cifra alla voce degli ingaggi in zona neutra, con solo il 34,2 % di riuscita da parte di Lajunen e compagni. Per alcuni sembrano solo numeri, per i coach e i giocatori valgono molto di più, essendo all’origine di azioni che possono portare al gol o al ribaltamento delle fasi di gioco. Forza allora, che c’è da allenarsi…

cinque Polveri bagnate, cannoni otturati
Dopo quella degli ingaggi, un’altra statistica magra in casa bianconera riguarda quella dei tiri in porta. Le difficoltà di andare a bersaglio e sollecitare i portieri la si era vista in particolare contro il Berna, ma anche alla Cornèr Arena contro il Losanna gli attaccanti bianconeri hanno girato piuttosto al largo dalla porta di Boltshauser. Nonostante un buon 10,4% di riuscita al tiro che è di due punti oltre la media del campionato, a mancare sono proprio i tiri nello specchio della porta, e in questo il Lugano è solo la decima squadra del campionato (guarda caso davanti ai campioni degli ZSC Lions) con più di 6 tiri a partita sotto la media della National League. Decimo posto al contrario per quanto riguarda invece i tiri subiti, con 35 a partita di media, tanto per dimostrare che i bianconeri hanno un margine di miglioramento enorme su ogni fronte.

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