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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

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Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati da tre a cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


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uno UN TIRO CHE FA PAURA!
In settimana è arrivata la notizia del passaggio di Reto Kobach all’Olten, con il veterano difensore che lascia così la NLA dopo 17 anni di battaglie. Il numero 22 ha però ancora tanto da dare e, nonostante in carriera non abbia messo a segno molte reti, è sempre in grado di lasciar partire il suo potente slapshot. Ne sa qualcosa Christian Stucki che, dopo aver visto un “siluro” lasciato partire da Kobach martedì contro i Lions, si è avvicinato al compagno dicendogli con un sorriso: “wow, mi hai fatto paura!”.

due LA CADUTA DELLE TRE CERTEZZE
Da venerdì a sabato qualcosa è cambiato nell’Ambrì, come indica la differenza di risultato tra i due match giocati contro lo Zugo. Alla Bossard Arena i biancoblù erano infatti senza tre delle loro più grandi certezze: il miglior realizzatore (Giroux), il loro leader (capitan Duca) ed il classico sesto uomo sul ghiaccio (il pubblico). Questo non basta a spiegare la sconfitta per 6-0, ma sicuramente i tre fattori elencati sono tra i pilastri portanti della squadra e dei successi leventinesi.

tre I DUE IRON MAN
Sabato hanno dovuto alzare bandiera bianca Alexandre Giroux (ammalato) e Paolo Duca (infortunato), riducendo solamente a due il numero di giocatori capaci di scendere in pista in ogni singola partita dell’attuale regular season, ovvero Adam Hall ed Adrian Trunz. L’attaccante statunitense aveva mancato solamente il match di Coppa Svizzera contro il Kloten perchè in “congedo paternità”, mentre Trunz è riuscito addirittura a giocare tutte le partite di questa stagione e di quella precedente… Decisamente due uomini d’acciaio!

quattro FORMATO OLIMPICO
Chi non si è messo le mani nei capelli durante le scorse Olimpiadi di Sochi, quando l’allora disoccupato Edgars Masalskis fece letteralmente impazzire gli attaccanti rossocrociati, che riuscirono a bucarlo soltanto ad una manciata di secondi dal sessantesimo? Venerdì sera alla Valascia è parso a tratti di rivedere lo stesso estremo difensore, con gli attaccanti dello Zugo che più volte hanno tentato di penetrare il muro lettone, il quale è però capitolato in una sola occasione. Per fortuna dell’Ambrì troppo poco per aggiudicarsi i tre punti.

cinque IL MONDO È BELLO PERCHÉ VARIO
Venerdì sera l’Ambrì ha affrontato lo Zugo in casa, mentre il Lugano se l’è vista con il Berna alla Resega. Il giorno dopo i biancoblù hanno dovuto affrontare lo stesso avversario in trasferta, mentre il Lugano è dovuto andare a… Berna. Misteri di un calendario sempre più cervellotico che propone andate e ritorni nell’arco dello stesso weekend o della stessa settimana (anche altre squadre come Rapperswil e Kloten hanno incontrato la stessa sorte pochi giorni fa). Il formato delle 50 partite con il mini girone regionale non convince e questi doppi turni ne sono un esempio lampante.


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uno LI CHIAMAVANO BULLDOZER
La linea pesante costruita da Fischer unendo Steinmann, Maurer e Walker lasciava ben poco spazio alla tecnica e alla velocità d’esecuzione, ma il suo compito era quello di contrastare i rudi bernesi. E questi ragazzi se la sono cavata bene, Kobasew e Joensuu pensavano di fare i bulletti sul ghiaccio, ma hanno avuto il loro bel da fare, e anzi, in più di un caso hanno dovuto porgere l’altra guancia contro i panzer bianconeri.

due CAMPIONI VERI, HOCKEYISTI PER PASSIONE
Nella pausa della sfida della Resega tra Lugano e Berna, il pubblico ha potuto assistere ad un esibizione di Sledge Hockey tra le formazioni italiane dell’Armata Brancaleone Varese e i Tori Seduti Torino. Il pubblico ha apprezzato e lungamente applaudito e incitato questi ragazzi, che sono meno famosi dei giocatori che tutti noi conosciamo, ma sanno mettere sul ghiaccio una forza e una passione che vanno aldilà di ogni altra ragione per cui si può praticare uno sport.  Tutti in piedi per dei campioni veri.

tre DIVORZIO FORZATO MA RIUSCITO
Fino a qualche mese fa, anche solo l’idea di separare Fredrik Pettersson da Linus Klasen sarebbe stata pura eresia. Nell’ultimo periodo però il Lugano urgeva di nuove soluzioni, e Fischer ha optato per una scelta molto difficile. I due svedesi hanno risposto alla grande, e la separazione è stata indolore, rigenerando la squadra bianconera. I divorzi sono sempre dolorosi, ma se consensuali possono sempre aprire nuove vie per tutti gli interessati.

quattro TRE CORONE NEL MIRINO
Uno spettatore particolare ha assistito alla partita tra Lugano e Friborgo. Stiamo parlando di Pär Mårts, head coach della nazionale svedese, presente alla Resega con il suo assistente Peter Popovic. I due coach svedesi non hanno di certo assistito a una prestazione brillante da parte di Klasen e Pettersson, ma forse si da troppo per scontato che solo loro due siano meritevoli di attenzione. Infatti siamo pronti a scommettere che una chiamata per Calle Andersson non tarderà ad arrivare.

cinque UN INCUBO DESTINATO A RIMANERE TALE
Chissà quanti tifosi bianconeri avranno detto “oh no, ancora lui!” leggendo il nome di Nolan Schaefer quale portiere titolare del Berna alla Resega. Il portiere ex biancoblù è rimasto impresso nella mente dei frequentatori della pista luganese per le sue prestazioni al limite del miracoloso nei derby tra Lugano e Ambrì, e infatti con la maglia degli orsi non si è mai smentito. Interventi su appoggi o dischi innocui spesso imbarazzanti, errori grossolani fuori dalla porta, ma poi veri e propri miracoli sulle incursioni bianconere. Per batterlo, gli uomini di Fischer hanno dovuto tirare fuori il meglio, tra cui una bomba di Pettersson in 5 contro 3 e una magia assoluta di Klasen. Insomma, stilisticamente alquanto discutibile e spesso incostante, ma alla Resega un vero muro.

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