AMBRÌ – 50 partite di regular season, 16 reti e 24 assist per un totale di 40 punti. Terzo miglior marcatore svizzero alle spalle di Luca Fazzini e di Gaëtan Haas. Una media punti altissima (0,8!) al suo primo anno da professionista, per non parlare dei playout, decisivo in quasi tutte le sfide contro gli aviatori, compresa Gara 5.
Stiamo naturalmente parlando di Dominic Zwerger, la più bella scommessa vinta da Paolo Duca nella stagione appena conclusasi. “È stato fantastico finire così, soprattutto se penso a quanto duramente abbiamo lavorato per tutta la stagione”, ci ha raccontato il 21enne austriaco. “Quello che abbiamo raggiunto è un grande traguardo per noi. Sono davvero felicissimo, ottenere la salvezza in questo modo, meritando di vincere, fa ancor più piacere. Ci godiamo tutti assieme questo momento, perché ce lo siamo meritati!”.
Ad impressionare non sono solamente i numeri, ma soprattutto una costanza di rendimento ed un’attitudine sempre ragguardevole con la quale Zwerger ha disputato gran parte del campionato e, soprattutto, la fase decisiva della stagione.
Parte del merito va sicuramente attribuito a Luca Cereda, che dalle prime partite ha ripagato il numero 16 di grande fiducia. “Significa davvero molto per me. Se c’è una persona che devo ringraziare è proprio il mio coach. Sin dalle prime partite mi ha dato tantissimo ghiaccio e questo non ha fatto altro che accrescere la fiducia nei miei mezzi. Ho cominciato ad acquisire sempre più sicurezza perché molto presto ho capito di poter vestire i panni di un elemento importante di questa squadra. Cereda ha cominciato ad attribuirmi sempre più responsabilità e io ho cercato di ripagarlo nel miglior modo possibile. È stata davvero una grande stagione”.
E che dire infine di Cory Emmerton e di Matt D’Agostini, due giocatori con i quali Zwerger si è trovato a meraviglia nella fase calda della stagione? “Mi hanno aiutato tantissimo, dico davvero. Cory e Matt sono due giocatori eccezionali. Hanno disputato diverse partite in NHL e chiaramente per un giovane come me è un grande onore poter giocare al fianco di due uomini di questa caratura. Se sono cresciuto così in fretta, questo è anche merito loro. Mi hanno preso per mano, mi hanno insegnato tutto quello che potevano insegnarmi e mi hanno accompagnato lungo questo percorso. Sono molto grato ad entrambi”, ha concluso raggiante il giovane di Dornbirn.