ZUGO – È stata la scena della serata. A 72 secondi dalla fine, Dario Simion arriva da solo alla conclusione davanti alla porta. Lo spostamento laterale di Zurkirchen è rapido, il portiere bianconero si allunga e cattura con il guantone il disco.
Una parata incredibile che salva il Lugano da un pareggio all’ultimo respiro e che permette quindi ai bianconeri di tornare a casa con tre punti pesantissimi.
Per Zurkirchen è l’apice di una prestazione maiuscola, già nel primo tempo aveva piazzato diversi interventi decisivi. Con pieno merito il portiere svittese è stato premiato come migliore in pista.
“È stata una partita molto tirata, una dura battaglia sull’arco di tutti e sessanta minuti“, esordisce il numero 39 bianconero, inizialmente restio a parlare di sè “Alla fine ci è voluta un po‘ di fortuna e molto duro lavoro per portare a casa la vittoria”.
Sandro, dobbiamo insistere. Parlaci di quell’episodio a 72 secondi dalla fine. È stata la parata più bella della tua carriera?
“Non lo so, dovreste provare ad andare a vedere nelle highlights se trovate qualcosa (ride, ndr). In ogni caso sì, è sicuramente stato speciale, anche per il fatto che sia successo qua a Zugo, dove ho molti bei ricordi. Klingberg ha fatto una bella giocata, anche se inizialmente pensavo di poter intercettare il passaggio con il bastone. Il disco però è passato lo stesso e in quel momento ho dovuto andare all-in, provare in un qualche modo a spostarmi dall’altra parte aumentando il più possibile la mia superficie. Per fortuna Simion ha mirato esattamente il mio guantone”.
Cosa si prova in un momento del genere?
“Grandi emozioni non si possono mostrare, visto che mancavano ancora un minuto e dodici secondi. Ho semplicemente rivissuto brevemente la giocata nella mia testa, per capire cosa ho dovuto fare per riuscire ad arrivare a fare la parata. Credo che questo sia stato quasi più importante che la parata in sè”.
Sei stato decisivo più volte anche nel primo tempo. Davvero una grande serata per te…
“Sì, è andata davvero bene, anche a livello di squadra. Non abbiamo giocato la nostra miglior partita, ma per lunghi tratti abbiamo giocato in maniera semplice e intelligente. Nel terzo tempo lo Zugo è stata chiaramente la squadra migliore, sono riusciti a mettere molti più dischi sulla porta rispetto a prima e ci hanno reso la vita difficile. Alla fine però a noi questi punti servono tantissimo e penso che venerdì sera si sia visto quanto li volevamo portare a casa, ognuno si è sacrificato per il compagno”.
La rete dello Zugo, arrivata dopo soli 27 secondi nel terzo tempo, poteva farvi davvero male. Avete però mostrato forza mentale…
“Sì, è stato importante aver resistito, non siamo crollati dopo quel gol. È stato sicuramente una rete piuttosto fortunata, un tiro strano con una traiettoria difficile da leggere, arrivato però dopo una bella giocata in seguito ad un ingaggio offensivo. Siamo stati bravi a rifocalizzarci in fretta sugli ultimi 19 minuti. Come già detto, ognuno si è sacrificato per il compagno e questo è un fattore molto decisivo in questa fase”.
Ovviamente l’obiettivo è sempre di prendere meno penalità possibili, ma contro lo Zugo, considerando il loro buon powerplay, è una cosa che vi siete prefissati in modo particolare?
“Già da alcune partite stiamo cercando di fare attenzione a questo aspetto, perché avevamo realizzato che in precedenza prendevamo davvero troppe penalità. Nella trasferta a Davos per esempio eravamo riusciti a neutralizzare sette powerplay, ma all’ottavo era infine arrivata la rete. Il nostro obiettivo è di prendere al massimo tre penalità a partita, perché in questo modo hai una buona possibilità di vincere. Non concedere nemmeno un powerplay come venerdì sera contro lo Zugo è in parte anche fortuna, però pure loro non hanno preso molte penalità. Da questo punto di vista gli arbitri hanno avuto una loro linea e l’hanno mantenuta fino alla fine”.