
(Berend Stettler)
ZUGO – Il passo dal 3-0 al 2-1 può essere breve. Quello dal successo alla sconfitta, ancora di più. E i leventinesi non possono che recitare il più classico dei mea culpa, dopo aver gettato alle ortiche un doppio vantaggio (e aver più volte sfiorato il 3-0). Con Jesse Zgraggen abbiamo cercato di analizzare la sconfitta di Zugo.
Jesse, siete partiti alla grande mettendo sotto lo Zugo per 26 minuti. Poi dal loro gol il match è cambiato e loro sono rientrati…
“Siamo partiti come meglio non avremmo potuto. Abbiamo giocato con intensità, creando tanto in zona offensiva e siamo stati superiori. Credo sia stato uno dei migliori periodi di gioco della stagione. Poi, dalla loro rete, ci siamo complicati un po’ la vita smettendo di giocare semplice. Abbiamo concesso troppo spazio e loro, con gli uomini che hanno, sono stati bravi ad approfittarne”.
Avete avuto tante occasioni per andare sul 3-0, anche nel secondo tempo. È forse lì che potete recriminare?
“La terza rete avrebbe potuto darci una grande mano, questo è chiaro. Come detto prima, però, abbiamo smesso di “stressarli”, di creare le giuste giocate e loro pian piano sono cresciuti e hanno approfittato degli spazi concessi”.
Una volta di più si evidenziano le vostre difficoltà nel giocare con la necessaria costanza per tutto il match…
“È vero, ma credo che questa partita sia diversa perché era difficile immaginare di riuscire a tenere a bada una squadra talentuosa come lo Zugo per sessanta minuti. Hanno tanti giocatori offensivi molto forti, che sanno generare occasioni pericolose ad ogni cambio. Dobbiamo cercare di fare tesoro di quanto mostrato soprattutto nel primo tempo, e di portarlo sabato alla Gottardo Arena contro il Friborgo”.
A livello di gioco si è visto un Ambrì più propositivo, con i difensori spesso pronti a spingersi in avanti e sostenere l’azione offensiva. È una scelta precisa del nuovo staff?
“Trovo che tra le nostre fila ci siano tanti ragazzi dotati di un ottimo pattinaggio che permette loro di tornare rapidamente per coprire i buchi lasciati dalle nostre incursioni offensive… In fin dei conti a contare è la rete, poco importa se arrivi dagli attaccanti o dal reparto difensivo”.
Questa pausa ha rappresentato il primo vero momento in cui il nuovo staff ha potuto lavorare con calma. Su cosa avete puntato maggiormente?
“Abbiamo lavorato a 360 gradi su tanti aspetti del nostro gioco. Ci siamo concentrati molto sulla fase difensiva, che spesso aveva concesso un po’ troppo ai nostri avversari. Credo che il lavoro sia stato molto positivo e che sta a noi giocatori, adesso, di trarne i maggiori benefici e metterli in pratica sul ghiaccio”.



