AMBRÌ – Sabato sera, contro il Ginevra, era arrivata per l’Ambrì la prima sconfitta stagionale, scaturita però da una partita ben giocata, sempre in bilico e che avrebbe potuto anche sorridere ai biancoblù.
Nel primo derby invece si è visto un Ambrì lontano dalle precedenti uscite. Pasticcioni e macchinosi nelle proprie azioni, i biancoblù non hanno avuto i migliori argomenti contro un avversario che si presentava alla Gottardo Arena con sensazioni tutt’altro che positive.
“Siamo stati meno compatti e concreti nelle nostre manovre e questo si è tradotto in meno occasioni da rete”, ha commentato Zaccheo Dotti a fine partita. “Un passo indietro? Da un certo punto di vista sì, anche se io ridurrei il tutto a un piccolo passo falso. Non sto dicendo di accettare a cuor leggero una sconfitta del genere: siamo arrabbiati con noi stessi per ciò che abbiamo mostrato. Ma siamo anche consapevoli dei nostri punti di forza e che dalla prossima partita torneremo a macinare gioco come fatto fino a sabato scorso”.
I primi cinque-dieci minuti di gioco sono stati a marca biancoblù. Poi però il Lugano è cresciuto e voi siete andati in affanno. Come spiegare questa incapacità di reazione?
“Io non la vedo in questo modo. Non mi sembra che la squadra abbia faticato oltremodo, trovo invece che il primo tempo sia stato ben giocato, anche a cinque contro cinque. Abbiamo creato diverse buone occasioni da rete e il Lugano non ha di certo dominato il periodo. È dal secondo che sono iniziate le difficoltà e abbiamo sofferto, mentre nel terzo loro si sono limitati a gestire il risultato”.
Quando in 5-contro-5 si fatica a costruire i powerplay acquisiscono un’importanza ancora maggiore. I bianconeri ve ne hanno concessi parecchi, eppure non siete mai riusciti a concretizzare (ad eccezione di quel gol tardivo di Bürgler)…
“È vero. Fino a questo momento le superiorità numeriche ci avevano aiutato ad indirizzare le sfide a nostro favore, mentre contro il Lugano qualcosa si è inceppato. Quella rete siglata al 51’ non è stata sufficiente per poter venire a capo della sfida. Avremmo dovuto continuare a spingere, perché un 3-2 avrebbe messo dei dubbi ai bianconeri, eppure anche in questa fase ci è mancato qualcosa”.
Avete perso 13 degli ultimi 15 derby. Complesso d’inferiorità nei confronti del Lugano o sistema di gioco bianconero che vi impedisce di esprimervi come vorreste?
“Domanda difficile alla quale non so dare una risposta, men che meno saprei trovare una spiegazione a questi risultati che, fortunatamente, non rispecchiano l’andamento complessivo delle nostre stagioni. Arriviamo ai derby con moltissima voglia di far bene e forse, paradossalmente, questa euforia ci gioca contro. Due vittorie in così tanti derby sono inaccettabili, questo è chiaro, ma di positivo c’è che queste prestazioni non rappresentano realmente ciò che siamo in grado di fare come squadra. Il vero Ambrì è quello mostrato nelle precedenti uscite. L’unica cosa che dobbiamo fare, per i derby futuri, è di sfruttare questa euforia e trasformarla in un punto di forza”.
Le assenze di Heed e Isacco Dotti sono certamente pesanti per una squadra dalla coperta corta come la vostra. Quanto influiscono sulla vostra organizzazione difensiva?
“Mancano certamente, anche perché sono due elementi portanti della nostra difesa. L’assenza di entrambi ci ha naturalmente costretto a rivedere la composizione delle coppie di difesa e la distribuzione delle responsabilità, e questo può aver comportato la perdita di alcuni automatismi che ci permettevano di essere maggiormente efficienti. Questa però non deve essere una scusa: abbiamo dieci difensori in rosa che sanno assumersi le proprie responsabilità ed è ciò che faranno fintanto che Heed e Isacco non faranno ritorno nel lineup”.