LUGANO – Dopo cinque sconfitte consecutive in cui i bianconeri hanno sempre segnato una sola rete a partita, non ci poteva essere niente di meglio che una vittoria nel derby per fare un primo passo per uscire dalla crisi in cui era scivolata la squadra di McSorley.
“Penso che in generale la pausa per le nazionali sia arrivata al momento giusto per noi, anche per i giocatori convocati dai loro paesi, che hanno potuto cambiare aria”, esordisce Bernd Wolf, prima di concentrarsi sul derby di venerdì sera. “Non abbiamo avuto un inizio semplice, penso che l’Ambrì sia sicuramente uscito meglio dagli spogliatoi, ma siamo riusciti a girare la partita e poi gestirla senza particolari problemi”.
Un primo tempo complicato per voi, dovuto anche al fatto che eravate al debutto dopo la pausa, mentre l’Ambrì aveva già giocato martedì?
“Può anche essere, ma alla fine se perdi una partita per un periodo giocato male è molto snervante, quindi poco importa come e quando abbiamo giocato la volta precedente, dobbiamo sempre essere pronti dall’inizio in ogni caso, altrimenti diventa difficile vincere”.
È stato detto più volte che dopo la pausa si sarebbe visto un altro Lugano… A livello di risultati il primo passo è stato fatto, come valuti invece la vostra prestazione?
“Sono dell’opinione che dietro abbiamo avuto alcuni svarioni di troppo, anche l’Ambrì ha avuto delle ottime occasioni – devo dire che in effetti hanno giocato una buona partita – ma Schlegel ci ha tenuto in gara con delle grandi parate nei momenti importanti. Bisogna avere anche dei buoni portieri e da quel punto di vista penso che siamo messi bene”.
Come avete sfruttato la pausa, su cosa avete lavorato in particolare?
“Penso che sia soprattutto stato importante parlare tra di noi, sappiamo cosa c’è in gioco e ora dobbiamo cercare di andare a punti in ogni partita. Questo era il messaggio più importante, perché credo che abbiamo abbastanza talento in squadra. Non è che non realizziamo in che situazione ci troviamo, tutti vogliamo vincere e lottiamo duramente per questo. Semplicemente eravamo – anzi, siamo, non direi che ne siamo già usciti dopo una sola partita – in una spirale negativa in cui le cose non girano a nostro favore e ora dobbiamo dimostrare quello di cui siamo capaci”.
I problemi erano quindi più a livello mentale, e non riguardavano invece sistema di gioco o aspetti tecnici e tattici?
“Sì, penso che nello sport sia così. Quando giochi bene, tutto ti riesce in modo semplice e naturale. Quando invece sei in un periodo negativo, ti disperi più facilmente. Penso che sia umano, ma la cosa importante è quanto velocemente riesci a uscirne”.
Per te sono giorni importanti: venerdì la vittoria nel derby, mentre giovedì è arrivato il rinnovo biennale. È stato facile decidere di rimanere a Lugano?
“Penso di essere una persona davvero molto leale se vengo trattato in modo onesto: il Lugano mi ha dato la possibilità di fare il salto dalla lega austriaca e di dimostrare il mio valore in quella svizzera. Ritengo inoltre di essere una persona che lavora duro e so che qui dovrò farlo, ma in una situazione che mi permette di crescere e mettermi in luce. Sono questi i motivi che mi hanno spinto ad accettare l’offerta di rinnovo”.