Social Media HSHS

Interviste

Wolf: “È una nuova sfida, voglio mostrare il mio valore e conquistare qualcosa di grande”

Il portiere è passato dall’Ajoie allo Zugo: “Tutti speriamo che Genoni torni presto, darò il massimo per rimpiazzarlo. In fin dei conti sono venuto a Zugo per giocare, questo è il mio grande obiettivo”

ZUGO – Dopo anni “nei meandri” di Porrentruy, l’esperto portiere Tim Wolf è tornato in una squadra di vertice in quel di Zugo.

“Sono stato accolto molto bene dalla squadra e i mesi di preparazione sono stati bellissimi”, ci ha spiegato l’ex biancoblù. “È molto divertente essere qui alla Bossard Arena. Ovviamente a Zugo è tutto un po’ più grande rispetto all’organizzazione dell’Ajoie”.

Come mai hai scelto Zugo?
“Volevo tornare a puntare più in alto, conquistare più vittorie in una squadra che ha delle chance di poter giocare per qualcosa di importante e credo quindi di aver compiuto il passo giusto”.

Finora hai giocato solo delle amichevoli e quindi non è semplice fare già paragoni, ma te lo chiedo lo stesso. Ti accorgi che difendere la gabbia di una grande squadra è più “semplice” rispetto a quella di un complesso da bassifondi?
“Più semplice direi definitivamente di no, ma ovviamente ci sono delle differenze, già solo a causa del sistema di gioco parecchio diverso. Con l’Ajoie sei sempre nel vivo dell’azione, hai molto da fare, non hai tanto tempo per riflettere, a Zugo a volte ci sono delle fasi dove hai meno tiri da fronteggiare e lì allora entra in gioco il mentale. Devi rimanere concentrato e nella partita. Da fuori si può quindi pensare che si abbia meno lavoro, ma in realtà nella testa la mole di lavoro è molto maggiore”.

L’infortunio di Genoni ha cambiato un po’ le coordinate. Ovviamente non fa piacere a nessuno il suo guaio fisico, ma per te è per così dire “positivo”. Ti permetterà di giocare maggiormente, entrare nel ritmo e conoscere ancora meglio la squadra…
“Positivo è una parola troppo dura e non adatta, ma capisco il tuo discorso di fondo. Stiamo tutti soffrendo con Leo a causa del suo infortunio e speriamo che torni sul ghiaccio il più presto possibile. Io darò il massimo per rimpiazzarlo e cercherò dunque di dare un bel supporto al team. In fin dei conti sono venuto a Zugo per giocare, questo è il mio grande obiettivo. Evidentemente la situazione attualmente è un po’ diversa rispetto a quanto ci si aspettava, ora sta a me dimostrare il mio valore”.

Ormai hai 32 anni, quindi presumo che non senti la pressione derivata da questa nuova costellazione, ci sei abituato…
“Sì, effettivamente non è il mio primo inizio stagionale in carriera (Wolf ride ndr). Chiaramente però prima di ogni debutto di campionato si è sempre un pochettino più nervosi e tesi rispetto al resto della stagione, ma questo indipendentemente dalla casacca che indossi. La pressione c’è sempre, magari a Zugo è un po’ diversa rispetto ad Ajoie, qui c’è più pressione in merito al risultato, bisogna vincere, ma me ne rallegro. È il challenge che cercavo e non vedo l’ora del primo ingaggio”.

Torniamo al tuo collega Genoni. Spalleggi il portiere elvetico più forte dell’ultimo decennio. È sicuramente qualcosa di speciale per te. Quanto puoi approfittare della sua presenza e com’è il vostro rapporto?
“È chiaro, quello che Leo ha raggiunto con i suoi titoli e con la Nazionale è qualcosa di unico e inimitabile. Ha tutto il mio più grande rispetto per quello che ha raggiunto. Credo che potrò trarre grande profitto ad averlo accanto. Anche lui potrà pure approfittare della mia presenza, io credo che non si finisce mai di imparare, poco importa il livello raggiunto. Certo, forse lui potrà imparare meno da me rispetto a quello che imparerò io da lui (Wolf ride ndr). Il nostro rapporto è molto amichevole, ci rispettiamo a vicenda e ciò è molto importante: una squadra può solamente funzionare bene se tutti lavorano insieme e remano dalla stessa parte, non c’è spazio per le rivalità interne. Contano le prestazioni sul ghiaccio, al di fuori si può benissimo creare belle amicizie”.

La tua carriera è sempre stata un ottovolante. Hai vinto un titolo con i Lions giocando pure nei playoff, sei incappato in una relegazione con il Rapperswi, hai alzato una Coppa Svizzera con l’Ajoie e conquistato delle promozioni con i giurassiani e il Kloten. È incredibile, quando ci sei tu in ballo succede di tutto…
“(Wolf ride). È vero, non mi sono mai annoiato durante la mia carriera. Sono fiero di quanto già abbia potuto vivere nel mondo hockeistico e di aver potuto festeggiare dei bei successi. Nonostante ciò, come già detto, cercavo una nuova sfida per tentare di conquistare qualcosa di ancora più grande e farlo con lo Zugo sarebbe fantastico. Questo è l’obiettivo”.

Torniamo sulla retrocessione con il Rapperswil. Eri giovanissimo, quanto è stata importante quell’esperienza negativa per il tuo processo di sviluppo? Ti ha paradossalmente aiutato, della serie fare un passo indietro per poi farne due avanti?
“La relegazione è una parte dolorosa del mio percorso e non sarebbe dovuta accadere. Non c’ê stato nulla di positivo, né per me, né per il club, i suoi tifosi e gli altri compagni di squadra. È stato tristissimo. È chiaro, anche da questi momenti brutti estrapoli esperienze, ma sinceramente non è stato un fatto che mi ha aiutato in carriera, anzi, ho avuto un periodo difficoltoso. Posso solo ripetermi, purtroppo questa retrocessione è una tappa del mio vissuto da professionista, se potessi la stralcerei, ma non è possibile”.

Concludiamo con una nota di colore. A quei tempi nel Rappi indossavi dei leggendari gambali su cui era raffigurato un lupo, una chiara allusione al tuo cognome. Come ti era venuta l’idea, li hai ancora?
“Sì (Wolf risponde con tono entusiasta ndr), sono a casa mia in cantina, non sono riuscito a separarmene. Sai che non mi ricordo nemmeno esattamente com’era nata la cosa. Ho in mente che il fornitore del materiale ti permetteva decorazioni molto individuali. Ero giovane e mi balenò l’idea del lupo, a quei tempi e a quell’età la trovavo cool. Oggi molto probabilmente non lo rifarei”.

Click to comment

Altri articoli in Interviste