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Interviste

Wohlwend: “L’obiettivo è restare attaccati agli avversari, si lavora per lasciare l’ultimo posto”

Il coach dell’Ajoie guarda alla nuova stagione: “Lo stile e l’attitudine mostrati a Lugano spero di vederle più volte anche durante il campionato. Questo ci aiuterà ad ottenere punti da quelle partite perse per una o due reti”

(Photobrusca & Luckyvideo)

LUGANO – Vincere fa sempre bene, anche se lo si fa in una semplice partita amichevole. E Christian Wohlwend, allenatore dell’Ajoie, è soddisfatto dopo la vittoria ottenuta a Lugano.

“Mi è piaciuta molto la nostra prestazione, anche perché ci mancavano tre stranieri. I bianconeri hanno naturalmente avuto in mano maggiormente le redini del gioco, ma noi abbiamo lottato bene. Per noi è sempre fondamentale cercare di restare nel match al fine di portare a casa dei punti. Lo stile e l’attitudine mostrati a Lugano spero di vederle più volte anche durante il campionato”.

La preparazione è ormai agli sgoccioli, sei contento di com’è andata?
“Sono molto soddisfatto, abbiamo nove nuovi giocatori e tutti si sono integrati bene. La coperta ora è più lunga rispetto allo scorso campionato. Come già detto per noi è importante restare attaccati agli avversari durante le partite e speriamo questa volta di riuscire a portare a casa più punti. L’anno passato abbiamo perso tante contese con una sola rete di scarto oppure con due avendo incassato un gol a porta vuota. Sarebbe bello inoltre rimanere attaccati al treno il più a lungo possibile al resto della concorrenza al fine avere la chance per riuscire ad esempio a terminare al tredicesimo o al dodicesimo posto”.

Firmeresti per la dodicesima piazza?
“Oh, sì subito”.

Quest’anno ho l’impressione che avete un mix migliore tra veterani e giovani rampanti. Avete fatto innesti interessanti con ragazzi come Minder, Robin, Nussbaumer, Veckaktins. Cosa che forse in passato era un po’ mancata…
“Sì, è così. Io lo dico da sempre, i migliori 19enne o 20enni elvetici devono venire a giocare ad Ajoie o comunque in altri club con budget minori. Hanno la possibilità di rivestire ruoli importanti per 2 o 3 anni, prima di poi fare il prossimo passo in avanti”.

Non solo giovani però, il ritorno di due indigeni esperti come Conz e Pedretti è pure importante per voi…
“Siamo veramente tanto fortunati ad essere riusciti a riportarli a Porrentruy. Non si tratta semplicemente di fare giocare gente del luogo. Anche i nativi devono essere sufficientemente forti al fine di venire schierati. Marco e Benji sono due elementi semplicemente fondamentali e sono ancora nel pieno dei loro anni. Non sono dei vecchi bolliti rientrati all’ovile per semplicemente chiudere in qualche modo la carriera. Ci aiuteranno tanto, sono il meglio per quanto riguarda gli elementi giurassiani, oltre a loro c’è solamente ancora Nussbaumer del Davos… Ecco lui pure lo prenderemmo volentieri (Wohlwend ride ndr)”.

Questa estate si è parlato specialmente dei vostri tre nuovi attaccanti finlandesi, ovvero Nättinen, Turkulainen e Palve. Che ci dici su di loro?
“Peccato che Palve finora non abbia ancora potuto disputare alcuna partita, ma anche lui sarà di sicuro un grande rinforzo. Tutti e tre ci daranno una grandissima mano, non solo offensivamente ma anche in fase difensiva. Sono in effetti pure bravi nel curare quest’ultima fase. I giocatori nordici, ovvero finlandesi e svedesi, sono sempre completi: sono bravi a difendere e ad attaccare. Noi non possiamo permetterci attaccanti votati solamente alla zona offensiva, altrimenti incassiamo più reti e ci ritroviamo al punto di partenza”.

Per te questa sarà la seconda stagione alla guida dell’Ajoie. Questo rende il tuo compito un po’ più facile?
“È sempre così, non è un segreto. Quando arriva un nuovo coach c’è bisogno di tempo, di base si parla sempre delle famose tre stagioni. Ora conosco meglio i giocatori, i dirigenti e l’organizzazione. Poi è vero, a Davos alla mia prima stagione concludemmo la regular season al terzo posto e andò bene, ma a Porrentruy c’è bisogno di più tempo al fine di lasciare l’ultimo posto”.

Hai modificato qualcosa nel tuo modo di allenare, hai nuove idee grazie all’esperienza accumulata o vai avanti dritto con il tuo credo senza cambiare nulla?
“Questa è una buona domanda. È da 19 anni che alleno, sarebbe però un peccato credere di sapere già tutto, bisogna sempre cercare di progredire. Questa estate ho cercato maggiormente degli scambi di opinioni con diversi altri colleghi. Ho ricevuto ottimi input che proverò ad applicare nella speranza di raccogliere più punti”.

Nello staff in qualità di tuo assistente ci sarà pure il ticinese Sciaroni, da noi recentemente intervistato…
“Già l’anno scorso durante il suo infortunio faceva in sostanza parte del nostro staff tecnico. Gregory è una persona fantastica, gli voglio tanto bene, mi piace averlo accanto. È uno che vuole assolutamente imparare, lo fa pure di sua iniziativa e ha già imparato molto grazie a ciò. È sempre stato uno che ha lavorato tantissimo, già in qualità di giocatore, un professionista esemplare, e ora lo è pure in questa sua nuova veste. Sta svolgendo un grande lavoro e per noi è prezioso”.

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