AMBRÌ – BIENNE
2-3
(0-0, 1-1, 1-2)
Reti: 24’35 Fuchs (Sataric, Brunner) 0-1, 36’56 Hofer (Kubalik, Zwerger) 1-1, 46’32 Kubalik (Guerra, Müller) 2-1, 48’19 Rajala (Pouliot) 2-2, 57’37 Hügli (Schmutz, Salmela) 2-3
Note: Valascia, 6’090 spettatori. Arbitri Hebeisen, Salonen; Kaderli, Gnemmi
Penalità: Ambrì 6×2′, Bienne 3×2′
AMBRÌ – L’Ambrì Piotta ha lasciato il ghiaccio tra i convinti applausi della Valascia, nonostante la sconfitta. Applausi meritati, perché la squadra di Luca Cereda ha fornito esattamente quel tipo di prestazione che si chiede ai biancoblù, tecnicamente non al livello del Bienne ma in possesso di altre qualità che martedì sera sono andate vicinissimo a fare la differenza.
Peccato, perché non vi è nemmeno da discutere sul fatto che stavolta l’Ambrì avrebbe meritato la vittoria, ma la sfida ha preso una piega diversa in seguito ad alcuni precisi episodi, che il Bienne ha saputo cinicamente sfruttare mentre i biancoblù hanno probabilmente peccato un po’ d’esperienza e di malizia.
Uscire a testa alta da sfide come questa è una magra consolazione, perché giustamente tutto ciò che conta nei playoff è il risultato finale, ma quando la stagione sarà finita probabilmente si guarderà indietro a serate simili e ci si renderà conto di quanto speciale sia stato il percorso degli ultimi mesi, e di quanto preziose siano partite del genere per continuare a crescere.
Non siamo però ancora a quel punto, perché questa serie è tutt’altro che finita, anche e soprattutto ora che l’Ambrì Piotta ha dimostrato di poter davvero mettere in difficoltà questo Bienne, autentica bestia nera delle ultime stagioni.
Qualche dubbio in più nella testa di Rajala e compagni potrebbe infatti esserci dopo martedì, perché stavolta il Bienne ha dovuto aggrapparsi all’eccezionale prestazione di Hiller per espugnare la Valascia, e nel complesso i seeländer per la prima volta si sono realmente trovati in difficoltà a contenere l’incedere arrembante dei leventinesi.
Questo è un aspetto importante, perché in un contesto inedito come quello dei playoff l’Ambrì si sta dimostrando squadra che ha bisogno di sentirsi bene con se stessa per riuscire ad esprimere quel potenziale con cui aveva trovato confidenza durante la regular season. Ed infatti anche martedì ci è voluto del tempo, con le prime battute di gara che sono state caratterizzate da qualche imprecisione di troppo che il Bienne ha sfruttato per mettere i primi dischi pericolosi su Conz, prima che il match si stabilizzasse ed iniziasse a far registrare chance su ambo i fronti.
Con il passare dei minuti è però diventato evidente come ci si trovasse di fronte al “solito” Ambrì, quello capace di crearsi la propria fortuna con un forecheck ritmato ed una certa spavalderia, anche se di tanto in tanto i veloci ribaltamenti di fronte del Bienne hanno tenuto tutti sull’attenti.
Determinante in vari momenti della partita Jonas Hiller, che ad inizio periodo centrale ha compiuto un paio di autentici miracoli – soprattutto su D’Agostini – permettendo poi a Fuchs di sbloccare il risultato al 24’35, quando un ciclo prolungato del Bienne in zona offensiva ha mandato in tilt i biancoblù, che hanno finito per perdere le proprie posizioni e lasciare al figlio d’arte la strada spianata verso Conz.
Per ottenere il meritato gol l’Ambrì ha così dovuto insistere, ad immagine di un Fabio Hofer che è risultato essere il migliore biancoblù sull’arco di queste due sfide, e che finalmente è stato premiato dei suoi sforzi con il punto del pareggio, dopo suggerimento geniale di Kubalik. Il ceco si è poi a sua volta sbloccato ad inizio terzo tempo, quando l’Ambrì ha trovato il primo vantaggio della serie e fatto vibrare la Valascia come non succedeva da tempo.
Purtroppo poco dopo è però arrivato l’episodio che ha deciso la partita, ovvero quella penalità commessa proprio da Hofer che ha scosso come un terremoto il momentum del match, consegnandolo in maniera definitiva al Bienne. I seeländer hanno velocemente trovato il pareggio con Rajala, segnatura che ha bloccato l’Ambrì e permesso agli uomini di Törmänen di continuare a spingere, sino a trovare quel definitivo 3-2 che purtroppo era nell’aria.
Comprensibile la frustrazione nella panchina biancoblù, al termine di un match in cui l’Ambrì ha dimostrato di avere parecchie carte in regola per dire la sua in questa serie, ma alla squadra di Cereda manca probabilmente – e questo è comprensibile, e pure previsto – quell’esperienza di gestire i momenti cruciali.
Alcune lezioni però si imparano solamente dopo averle vissute in prima persona, e se l’Ambrì ora riuscirà a non farsi scoraggiare dalla sconfitta di Gara 2, giovedì non è così scontato che il Bienne riesca a mettere un’ipoteca sul passaggio del turno.
All’Ambrì dunque il compito di provarci ancora e poi ancora, come fatto per tutta la stagione, perché in questi playoff per i biancoblù è ciò che conta davvero.
IL PROTAGONISTA
Jonas Hiller: In Gara 1 era stato il protagonista grazie ad alcuni interventi chiave nei pochi momenti di pericolosità biancoblù, ma martedì sera ha dovuto davvero fare gli straordinari.
Il portiere è stato il vero ago della bilancia, che ha permesso al Bienne di rispedire al mittente le diverse occasioni da rete costruite dagli uomini di Cereda. Ha dimostrato tutto il suo valore facendo impazzire gli attaccanti leventinesi.
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