LUGANO – È stata una serata speciale, quella di sabato. Tante leggende bianconere sul ghiaccio, la festa di presentazione della squadra e dell’80esimo del club e soprattutto, dopo tanto, troppo tempo, di nuova tanta gente presente, prima alla Cornèr Arena e poi alla Reseghina.
Nel mezzo di tutto ciò, il Lugano ha anche giocato la sua prima e unica partita di preparazione casalinga di questo pre-season. I ragazzi di McSorley hanno contribuito all’ambiente da festa grazie alla vittoria per 5-2, anche se gli avversari tedeschi ce l’hanno messa tutta per rovinare questo clima gioioso, soprattutto per via del loro gioco duro e ruvido, facendo risultare l’amichevole ben poco amichevole.
“Sì esatto, ci sono stati tanti colpi, alcuni anche abbastanza duri”, conferma Loic Vedova nel post partita. “Peccato soprattutto per Haussener che si è fatto male, e anche Fazzini ha ricevuto un brutto tiro vicino alla faccia durante un block shot. In ogni caso, al di là di questi episodi, ci sta che giochiamo duro, tra poco disputeremo le prime partite che contano, quindi è giusto iniziare già adesso ad avere l’atteggiamento corretto”.
Dopo tre settimane di ghiaccio e quattro amichevoli, siete soddisfatti del punto in cui vi trovate al momento? Su cosa ci sarà ancora da lavorare in particolare?
“Sì, abbiamo già affrontato quasi tutte le situazioni di gioco in allenamento, adesso dobbiamo soprattutto giocare, ci mancano un po’ di minuti nelle gambe. Sabato siamo comunque già cresciuti rispetto alle ultime amichevoli. Ora dobbiamo andare avanti a lavorare, vedremo a che punto saremo ad inizio campionato”.
Per te è un pre-season importante, anche grazie alle numerose assenze in attacco stai ricevendo molto spazio…
“Sono molto contento, spero di continuare a ricevere le opportunità e sicuramente sarò pronto a sfruttarle”.
Da qualche settimana state lavorando sul ghiaccio con Chris McSorley… Che impressione ti ha fatto, sia per metodi di lavoro che come persona?
“È molto sincero e ci sprona a dare il meglio di noi negli allenamenti. Allo stesso tempo però ci dà anche tranquillità e non ci mette fretta ad imparare il sistema. È sicuramente uno che è nel business dell’hockey da tanto tempo – e si vede – e lo apprezziamo per questo”.
Quello che si è potuto evincere dall’ultima amichevole è che McSorley sembra volere un pressing molto alto…
“Sì esatto, vuole continuamente il pressing, pressing e pattinare. Se abbiamo energia andiamo, se invece non ne abbiamo, cerchiamo di controllare più gli spazi. Principi che inoltre valgono anche per il boxplay”.