GINEVRA – Alla terza sirena il risultato appare severo per l’Ambrì Piotta, e a conti fatti c’è poco da rinfacciare al gruppo di Luca Cereda, che ha giocato una partita generosa e al pari degli avversari, senza però riuscire a concretizzare con malizia quelle occasioni che avrebbero cambiato il destino dell’incontro.
La mancanza di killer instinct è una lacuna che non rappresenta una novità per i biancoblù, ed in questo senso è peccato che a uno sforzo collettivo come quello di venerdì non si riesca a dare concretezza anche nel risultato, perché indubbiamente D’Agostini e compagni meritavano di più.
L’unica rete segnata a Les Vernet è però stata quella firmata proprio dal canadese – ottima partita la sua – dopo 105 secondi di gioco, quando una bella ripartenza in combutta con Trisconi aveva permesso di battere Descloux in shorthand.
Da quell’episodio si è sviluppato un buon primo tempo, con gli ospiti capaci di portare in pista tanta energia, pattinaggio ed un forecheck efficace, che ha dato al Ginevra i suoi grattacapi in uscita dal terzo. In più di un frangente l’Ambrì è andato vicino al raddoppio, in particolare su un’iniziativa insistita di Fora che ha visto il top scorer trovare tre tiri nel giro di pochi secondi, ma i granata non sono capitolati.
Le ottime sensazioni raccolte durante il primo tempo sono però state ridimensionate a soli 18 secondi dalla sirena, quando Dotti ha gestito malamente (ma c’è stata anche un po’ di sfortuna) un disco ballonzolante lungo la balaustra di fondo, spedendolo proprio davanti a Hrachovina e regalando così a Winnik il punto del pareggio.
L’Ambrì ha incassato la doccia fredda ma non ha accusato particolarmente il colpo, anche se la prima frazione era destinata a rimanere quella meglio giocata dagli ospiti. Il periodo centrale è ad ogni modo stato molto equilibrato, a volte confuso ma comunque piacevole da seguire e caratterizzato da alcuni ottimi interventi di Hrachovina, in particolare con una parata su Berthon che si candida di diritto al titolo di “save of the year”.
Sull’altro fronte è invece stato ancora Fora ad avere sul suo bastone un’occasione importante, ma in ripartenza l’ex capitano ha sbagliato mira, così come Dal Pian sugli sviluppi della stessa azione. Qualche minuto dopo ci ha provato anche Plastino, ma il suo tiro è riuscito solamente a far scendere qualche brivido freddo lungo la schiena di Descloux, che si è fatto scappare un disco poi spazzato via in area di porta da Jacquemet.
Le emozioni non sono insomma mancate, grazie anche ad una buona presa di responsabilità da parte di tutti, con anche elementi come Egli oppure Payr (utilizzato con costanza anche in powerplay) che hanno saputo confermarsi preziosi.
Ad inizio terzo tempo l’Ambrì ha inoltre perso Hofer per qualche minuto, uscito sanguinante al volto a causa di una discata ma rientrato dopo una visita negli spogliatoi. Nel mentre però il Ginevra ha trovato il gol decisivo con Tömmernes, autore di un tocco sotto porta grazie ad un bel suggerimento di capitan Rod.
Significativa la reazione dei leventinesi, che sin dal cambio successivo non hanno mollato un centimetro e sono andati vicini al pareggio in un paio di circostanze, in particolare con Müller. Il centro però continua a vivere una prima parte di torneo poco concreta, e nell’occasione non è riuscito ad insaccare dopo assist perfetto di Hofer.
Peccato, perché a livello di attitudine ma anche di struttura l’Ambrì Piotta sta reggendo all’urto provocato dalla lunga lista di importanti assenze, ma sul piano della concretezza e capacità di fare male in fase offensiva – powerplay compreso – alcuni limiti purtroppo è normale stiano venendo a galla.
La missione rimane la stessa, stringere i denti per arrivare alla pausa nella miglior condizione possibile, e per farlo il primo passo sarà tornare a punti sabato contro il Davos… Una missione non semplice, visto che per media punti a partita (1.80) i grigionesi sarebbero virtualmente terzi in classifica. Il test sarà di quelli impegnativi.
IL PROTAGONISTA
Michael Fora: Il top scorer ha giocato nuovamente una partita da vero leader, risultando essere uno dei principali stimoli in fase offensiva e dettando i ritmi della manovra.
Si divide il premio di miglior biancoblù in pista con D’Agostini, e per tutti i 60 minuti ha fatto sentire la sua presenza cambio dopo cambio… Non ha trovato quei punti che avrebbe meritato, anche per un po’ di sfortuna come su quel bastone rotto nel finale.