BIENNE – LUGANO
4-1
(1-0, 1-1, 2-0)
Reti: 4’56 Cunti (Brunner, Lööv) 1-0, 28’59 Schläpfer (Karaffa, Stampfli) 2-0, 35’40 Hudacek (Alatalo, Thürkauf) 2-1, 56’40 Lööv (Hügli, Rajala) 3-1, 58’29 Rajala (Haas, Delémont) 4-1
Note: Tissot Arena, 5’293 spettatori
Arbitri: Piechczek, Fluri; Burgy, Fuchs
Penalità: Bienne 1×2′, Lugano 3×2′
Assenti: Romain Loeffel, Daniel Carr, Niklas Schlegel, Thibault Fatton, Samuel Guerra (infortunati), Mikkel Boedker (sovrannumero), Nicolò Ugazzi, Riccardo Werder, Jari Näser, Evan Tschumi (Rockets)
BIENNE – Determinazione. Equilibrio. Senso tattico. Tre parole, tre fattori indispensabili e indissolubili tra loro per poter disputare una partita competitiva e completa. Determinazione, quella mancata nei primi due periodi, non solo sul piano collettivo, con una squadra passiva e leggera sia in forecheck – quasi inesistente – che nell’attesa dell’avversario, quasi a rivedere, di nuovo, quel vecchio Lugano che oggi non può più permettersi di esserlo.
Equilibrio, tra le linee, tra i giocatori compagni di blocco, equilibrio nel proporre uno sforzo costante che invece si è visto solo una volta trovata la rete. Ma anche quell’equilibrio nelle fasi di transizioni che martedì sera la squadra di McSorley ha lasciato da solo in mezzo a una zona neutra che era solo di veloce passaggio, dove il Bienne costruiva e il Lugano disfava.
Senso tattico. Con Chris McSorley alla transenna a cercare di dare un nuovo volto alla squadra stanno uscendo tutti i limiti nascosti da anni dal talento di pochi e una scarsa capacità di lettura del gioco che rimane caratteristica di qualche individualità. Ed è la cosa più grave questa, perché ancora una volta il Lugano ha dimostrato di avere tanti giocatori di forza, alcuni di classe e diversi di contenimento, ma pochi che sanno leggere le situazioni con anticipo e avere una visione del gioco che si sviluppa – o che può svilupparsi – attorno a loro sul ghiaccio.
Alla Tissot Arena l’organizzazione del Bienne ha mostrato che il Lugano ha tanta strada da fare su questo aspetto, con i bianconeri che, aldilà pure della mancanza di determinazione per praticamente metà incontro, è sempre stato in ritardo collettivamente e individualmente sul Bienne.
Portatori del disco sempre un metro avanti, “ricevitori” del passaggio sempre pronti e capacità di trovare soluzioni rapidamente. Il Lugano queste capacità non ce le ha messe, lasciando la partita in mano a Brunner e compagni e andando logicamente sotto nel punteggio.
La cosa buona è che in tutto questo i bianconeri sono rimasti in partita, grazie alle parate di Irving e al killer instinct di Hudacek – con Thürkauf già la miglior coppia della squadra per distacco – ma non certo per l’intraprendenza di molti protagonisti. Se Fazzini si sbatte come può e lavora anche d’appoggio mettendo sui bastoni dei compagni dischi invitanti, molti altri non trovano le soluzioni per alzare il rendimento, su tutti Arcobello, che nonostante due occasioni enormi non riesce a darsi una svolta.
Proprio dopo la prima grande occasione capitata al numero 36 il Bienne ha trovato il raddoppio decisivo e l’impressione è stata che quella rete abbia minato anche la spinta caratteriale di gran parte della squadra.
Bene invece come si è messo parzialmente il terzo periodo, con finalmente dei bianconeri determinati e più propensi al forecheck – che, guarda caso, ha messo in difficoltà il Bienne, perbacco – ma è mancata la pulizia nell’esecuzione e pure Van Pottelberghe ci ha messo le sue belle pezze come in occasione del due contro uno costruito dalla premiata ditta Hudacek – Thürkauf.
Lo slovacco non può sempre togliere le castagne dal fuoco e con la sua linea la migliore per movimenti collettivi, intensità e gioco proposto, risalta ancora di più la mancanza degli altri blocchi sul fronte offensivo. E continua così il campionato da sali-scendi di un Lugano che non sboccia ancora, perlomeno sul piano della personalità.
IL PROTAGONISTA
Toni Rajala: Il suo gol è arrivato solo a porta vuota e a vittoria ormai acquisita per il 4-1 definitivo, ma il topscorer del Bienne sembra tornato quello di un tempo. Sempre al centro delle azioni pericolose e instancabile pattinatore, il finlandese è stato il giocatore piu in vista della partita, toccando decine di dischi e dando il ritmo alla manovra offensiva ai seeländer.