ZUGO – LUGANO
5-1
(2-0, 3-0, 0-1)
Note: Bossard Arena, 6’626 spettatori. Arbitri Erard, Wiegand; Kovacs, Mauron
Penalità: Zugo 3×2′, Lugano 7×2′
ZUGO – Di solito alle parole seguono i fatti, agli errori seguono i riscatti, alle delusioni segue l’orgoglio. Il Lugano visto in scena alla Bossard Arena non ha messo in pista nulla di tutto questo, affondando colpo su colpo contro una squadra, quella di Kreis, micidiale, tecnica e veloce fin che si vuole, ma che ha avuto fin troppa grazia da parte dei bianconeri, letteralmente disintegratisi dopo le due reti iniziali di Lammer e Immonen.
Da lì in avanti è stato un monologo imbarazzante per Bouchard e compagni, che hanno fatto il buono e il cattivo tempo dalle parti di un Manzato in balia degli eventi. Senza Filppula – anche lui accanto alla moglie partoriente – ma con i rientranti Walker e Sannitz, Fischer ha mandato in pista una squadra modificata nei blocchi, ma che non ha minimamente saputo dare almeno una continuità alla voglia vista in pista nella doppia sfida agli ZSC Lions.
Hirschi e compagni non hanno dato segni di convinzione, risultando slegati tra i reparti e in ogni zona della pista, nervosi e inconcludenti, poco pungenti a parte i soliti Hofmann, Pettersson e pochissimi altri. Nervosismo sempre presente tra le vene di Damien Brunner, penalizzato due volte e di nuovo “castigato” da Fischer con la panchina, una soluzione, che probabilmente pesa ancora di più sull’umore e le conseguenti prestazioni di un giocatore che, bene o male, dà sempre l’impressione di volerci provare.
Ha provato anche con un time out dopo pochi minuti nel secondo tempo, Patrick Fischer, a farsi sentire, ma l’affondamento della sua barca era già cominciato, lo Zugo non ha fatto altro che continuare a giocare, diciamo pure a infierire su delle macerie, trovando altre 3 reti con Immonen, Bouchard e l’ex Morant (!) portando il risultato su un pesante ma veritiero 5-0.
L’unica soddisfazione della serata l’ha trovata Giovanni Morini, tra i citati pochissimi ad avere un certo nerbo nell’andare in pista e a cercare di cambiare la situazione, ma la gioia del primo gol in Lega Nazionale per il giovane bianconero purtroppo va a scontrarsi con la controprestazione collettiva.
Dopo le buone ma “ingenue” prestazioni contro i Lions, i bianconeri erano chiamati a risollevarsi, in funzione anche di una classifica sempre più precaria, non disperata ma altamente pericolosa, ma oltre a non essere riusciti a correggere i soliti errori, sono incappati in una prestazione preoccupante per mancanza di intensità e confusione.
Patrick Fischer si diceva arrabbiato dopo le ultime due prestazioni, Habisreutinger ha replicato che la rabbia non serve a niente così come ingaggiare un quinto straniero, e in questo caso diamo ragione al direttore sportivo bianconero.
Un solo giocatore, pur bravo che possa essere non cambierebbe nulla in questa squadra, che continua a farsi male da sola e che a Zugo ha mostrato pure inquietanti segni di squilibrio e confusione. C’è chi punisce i giocatori tenendoli in panchina e ne rimprovera i continui errori, ma il metodo del bastone sinora è funzionato poco. Sicuri che non serva un po’ di carota?
La confusione e l’arrendevolezza di gran parte della squadra ha spianato la via a Immonen e compagni, micidiali e senza pietà nel punire colpo su colpo la squadra di Fischer.