LUGANO – RAPPERSWIL
1-0
(0-0, 1-0, 0-0)
Rete: 39’25 Lajunen (Bertaggia, Bürgler) 1-0
Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Lemelin, Urban; Gnemmi, Huguet
Penalità: Lugano 8×2′ + 1×10′, Rapperswil 1×2′
Assenti: Elia Riva, Bernd Wolf (infortunati), Loic Vedova, Matteo Romanenghi (Rockets), Tim Traber, Julian Walker (sovrannumero)
LUGANO – Si fosse guardato la partita tra Lugano e Rapperswil con un occhio calcistico, si potrebbe dire che sul piano del gioco i sangallesi abbiano attuato un possesso del disco quasi richiamando al “Guardiolismo”, tanto abbiano macinato azioni gli uomini di Tomlinson.
Ed invece ad uscirne vincitore è stato un Lugano più incline a uno stile da pullman davanti alla porta e sperare che davanti qualcosa vada bene. In effetti qualcosa davanti è andato bene, praticamente l’unico gol che ai ragazzi di Pelletier è bastato per portarsi a casa la posta piena, ma dietro, oltre al pullman vi è da ringraziare soprattutto il Signor Sandro Zurkirchen, autore di una prova magistrale al suo rientro dopo la lunga assenza e premiato con lo shutout.
Occorre ringraziarlo con tutti i fronzoli del caso, perché quando il Rapperswil ha spinto lo ha fatto bene, con ordine e soprattutto trovandosi di fronte un Lugano che di idee fuori dal proprio terzo rasentavano lo zero, mentre all’interno della zona difensiva quando il disco girava sulle palette dei vari Moses, Cervenka e compagnia cantante era tutto un inseguire senza fiatare e senza riuscire a cavare un ragno dal solito buco.
Che il Lugano fosse sempre alla lunga ricerca dell’avversario e del portatore del disco lo confermano anche le penalità ricevute dai bianconeri, con cinque power play giocati dai Lakers e nemmeno uno dai padroni di casa, a conferma di chi fosse spesso costretto ai falli di emergenza e chi invece conducesse le danze per due terzi di partita.
In fondo il Lugano non era partito malissimo, nei primi dieci minuti appariva discretamente pimpante e attivo, grazie anche ai nuovi innesti dai Rockets, con Zangger e Haussener al posto di Walker e Traber, con i due “nuovi” che hanno contribuito a fare del quarto blocco bianconero l’unico a saper tenere il ritmo quando era sul ghiaccio.
E questo la dice lunga, perché aldilà di alcune buone giocate nemmeno la linea che al centro era guidata da Herburger ha saputo trovare la scintilla giusta, e quando questa sembrava essere scoccata al momento giusto da Jani Lajunen si è sperato che la partita cambiasse di ritmo e soprattutto di padrone.
Invece nulla di tutto questo, il Rappeswil ha continuato a macinare il suo gioco imperterrito e a far ammattire qualche difensore ticinese grazie ai suoi funambolici stranieri, mentre i bianconeri preferivano – o riuscivano – solo provarci con estemporanee azioni personali dei vari Boedker, Fazzini o Bürgler, mostrando una mancanza di idee quantomeno preoccupante.
Non regge più la scusa dei troppi assenti – Heed, giocatore importante, è comunque rientrato – e pure quella della stanchezza, dato che i bianconeri hanno avuto diversi giorni per riprendersi, ma va messo l’occhio sull’importante e soprattutto continua marcia a ritroso sul piano del gioco, situazione in cui Arcobello e compagni si sono rifugiati più volte in stucchevoli “chip out” direttamente dal loro terzo o con azioni di alleggerimento che permettessero il cambio di linea.
Simbolico il fatto che il Lugano sia riuscito a tirare dallo slot basso solamente quattro volte, con almeno il 70% dei tiri partiti dagli angoli alti a cercare deviazioni, e se è vero che ogni disco sul portiere è un potenziale pericolo, qui occorre dire che la mancanza di idee ha portato a cercare questa soluzione, alla quale Cervenka e compagni hanno trovato facili contromisure.
Contava solo vincere? Non del tutto, anche se i punti sono la parte essenziale. Ma dopo una serie di partite in cui i bianconeri avevano mostrato pochissimo sul piano del gioco e delle idee era lecito attendersi di più, molto di più. E attenzione che certe vittorie nascondono grosse insidie sotto il tappeto da tre punti.
IL PROTAGONISTA
Sandro Zurkirchen: Al suo rientro dopo l’ultima partita di National League giocata a novembre, il numero 39 è stato a dir poco strepitoso, mostrando uno stato di forma eccellente e parando la bellezza di 45 tiri, moltissimi da distanza ravvicinata.
Il Lugano può ringraziarlo per averlo tenuto in piedi in vari frangenti e nei box play, così come su alcune azioni personali degli uomini migliori del Rapperswil. Chiedere a Steve Moses per informazioni.