LUGANO – AJOIE
4-3
(2-1, 0-2, 2-0)
Reti: 00’35 Joly (Zohorna) 1-0, 1’05 Veckaktins (Turkulainen) 1-1, 5’08 Zohorna (Joly) 2-1, 21’13 Veckaktins (Fey, Turkulainen) 2-2, 24’32 Brennan (Romanenghi, Pedretti) 2-3, 40’25 Carr (Joly, Zohorna) 3-3, 45’32 Arcobello (Joly)
Note: Cornèr Arena, 5’644 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Ströbel; Fuchs, Bachelut
Penalità: Lugano 4×2, Ajoie 3×2
Assenti: Nick Meile, Liekit Reichle (sovrannumero), Calle Dahlström, Giovanni Morini, Calvin Thürkauf, Joren van Pottelberghe (infortunati)
LUGANO – Sono stati momenti toccanti e molto forti quelli vissuti dai tifosi della Cornèr Arena prima dell’inizio della partita tra il Lugano e l’Ajoie. Il promesso quanto doveroso ultimo saluto a Geo Mantegazza ha colpito nei cuori di tutti i presenti, strappando un lunghissimo e spontaneo applauso di tutta la pista, avversari e giocatori compresi, con molta commozione tradita dai volti dei presenti.
Sceso in pista con una maglia speciale dedicata al presidente del Grande Lugano degli anni 80, con logo del periodo e una fascia verde sulle spalle, il Lugano di venerdì sera però ha faticato moltissimo ad onorare la serata di fronte a un Ajoie arrivato in Ticino con uno spirito battagliero ben diverso di quello mostrato mercoledì a Zugo. La figuraccia della squadra di Wohlwend alla Bossard Arena si dice abbia avuto qualche “strascico” notturno dalle parti di Porrentruy e di certo Romanenghi e compagni erano decisi a cancellare quella prestazione.
Quel che ne è scaturito è stata una partita iniziata bene dal Lugano, con la rete di Joly servito da Zohorna dopo soli 35 secondi, ma l’errore di Mirco Müller che ha letteralmente regalato il pareggio all’Ajoie poco dopo è stato il preludio a una serata molto lunga e difficile.
Il peggio è arrivato nel secondo periodo, quando la squadra ospite è stata in grado di ribaltare il risultato dopo il nuovo vantaggio bianconero confezionato stavolta a parti invertite ancora dalla coppia ceco-canadese, con una selva di errori da far rabbrividire.
Certo, l’Ajoie ci ha messo tutto se stesso e ha pattinato come fosse stata l’ultima partita da dentro o fuori (tattica classica dei giurassiani) e il Lugano, forse convinto che la strada fosse spianata dopo il 2-1 di Zohorna, non ci ha più capito molto. Una situazione che ha convinto Gianinazzi a chiamare il time out dopo il 2-3 di Brennan, con un colloqui con i giocatori che non è stato di certo di tenore tattico o tecnico, ma fino alla pausa ben poco è cambiato tra le fila bianconere, se non che Huska – schierato per la prima volta – ha dovuto evitare in un paio di occasioni l’allungo ospite.
La tattica dell’Ajoie, di dare tutto nei primi tempi, a volte può pagare, altre volte espone a rischi enormi, infatti Devos e compagni dal terzo periodo non avevano più le energie per portare avanti quel tipo di gioco, crollando completamente a livello di pattinaggio e affidandosi soprattutto a iniziative individuali.
La rete di Carr in apertura ha spianato la strada al Lugano, capace in pochi minuti di trovare anche il vantaggio con Arcobello in powerplay – l’americano, di nuovo, tra i migliori o perlomeno tra i pochi che si sono salvati – e di andare anche sul 5-3, gol poi annullato per un offside visto dopo coach challenge chiamato dalla panchina ospite.
Alla fine i bianconeri l’hanno spuntata seppure con qualche brivido finale causato soprattutto da altre ingenuità, come un ritardo di gioco di Guerra nel finale o con qualche colpo di fortuna di Ciaccio come un disco che scorre su tutta la linea di porta senza mai oltrepassarla.
La forza dei bianconeri però sta anche qui, in una serata dove tante individualità hanno “ciccato” la partita, dove il sistema di gioco è andato in confusione e con una difesa – priva di Dahlström – ha fatto acqua in diverse parti, Fazzini e compagni hanno ancora avuto la forza di spuntarla, ancora nel terzo tempo, ancora alla Cornèr Arena.
In quella che possiamo tranquillamente definire come la peggiore prestazione dei bianconeri di questa stagione, si possono comunque leggere gli spunti di un Zohorna a suo agio tra Carr e Joly (il numero 88 incontenibile) e di un Huska sicuramente non perfetto ma che ha lasciato buone sensazioni alla sua prima partita dopo diversi mesi.
Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, i bianconeri tornano alla vittoria e lanciano il loro primo weekend da doppio impegno in ventiquattro ore.
Ma soprattutto Fazzini e compagni trovano una vittoria doverosa per salutare al meglio un’ultima volta il vero “papà” di questo club, il Presidentissimo dal maglionicino verde.
IL PROTAGONISTA
Michael Joly: A tratti incontenibile, il canadese ha disputato la sua miglior prestazione stagionale, trascinando assieme a Zohorna un primo blocco finalmente più performante. Gol d’apertura, assist per il fondamentale pareggio di Carr e tiro del 4-3 con la deviazione di Arcobello. Nel mezzo tantissime serpentine a fare impazzire i difensori dell’Ajoie che sarebbero potute valere più del solo power play guadagnato, con pure quell’azione incredibile su cui Ciaccio si è salvato per miracolo nel terzo tempo. Spettacolare e decisivo.
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