ZUGO – AMBRÌ
4-5
(0-1, 3-2, 1-2)
Reti: 13’21 Spacek (Pestoni) 0-1, 22’08 Hansson (Martschini, Herzog) 1-1, 23’53 Bürgler (Kneubuehler) 1-2, 24’14 Kovar (Hofmann) 2-2, 24’42 O’Neill (Cehlarik) 3-2, 30’52 Bürgler (Heim) 3-3, 44’45 Shore (Virtanen) 3-4, 47’40 Spacek (Pestoni, Virtanen) 3-5, 59’29 Martschini (Simion, Hofmann) 4-5
Note: Bossard Arena, 6’799 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Kohlmüller; Obwegeser, Schlegel
Penalità: Zugo 2×2′, Ambrì 3×2′
Assenti: Lionel Marchand (sovrannumero), Isacco Dotti, Stefan Müller, Tim Heed (infortunati), Josselin Dufey, Noah Patenaude (Ticino Rockets), Rocco Pezzullo (malato)
ZUGO – È un successo significativo quello conquistato dall’Ambrì Piotta in casa dello Zugo, questo perché in una partita costellata di episodi e con tanti ribaltamenti di fronte, i biancoblù hanno trovato come squadra una costante che ha permesso loro di rimanere sempre a contatto con la sfida, per poi vincerla dimostrando un grande killer instinct.
La partita di domenica è insomma stato un perfetto esempio di come il gruppo di Cereda abbia al suo interno tante caratteristiche diverse, che hanno permesso all’Ambrì di affrontare – e reagire – alle varie fasi dell’incontro evitando che lo Zugo capitalizzasse oltremodo i suoi momenti di pressione.
Era infatti impensabile uscire dalla Bossard Arena con un risultato utile senza soffrire, e l’Ambrì Piotta ha dovuto pagare il suo prezzo per venire a capo dei campioni in carica, vivendo anche dei momenti in cui il pensiero principale era quello di proteggere Juvonen e far uscire il disco dal terzo. L’Ambrì l’ha però fatto con una certa maturità ed anche sicurezza di poter reagire una volta superato quei momenti, convinzione questa che si è irrobustita grazie al micidiale killer instinct che ha ispirato Spacek e compagni.
Il ceco aveva infatti sbloccato il risultato in contropiede dopo un errore sulla blu offensiva degli avversari, ed anche nel periodo centrale la doppietta di Bürgler è arrivata con delle ripartenze nate da leggerezze grossolane di Djoos e Hofmann. Una precisione chirurgica quella mostrata dall’Ambrì Piotta, che nelle precedenti sfide non era quasi mai riuscito a far pagare agli avversari i loro errori – vedasi le tre penalità per cambio scorretto del Lugano, oppure la prima chance a porta vuota nell’OT con il Rapperswil – ma che stavolta da questi episodi ha tratto grande energia.
Grassi e compagni sono inoltre stati bravi a non farsi travolgere dopo il “terremoto” avvenuto nel periodo centrale, quando lo Zugo aveva reagito al vantaggio di Bürgler girando la sfida addirittura segnando due reti nel giro di 28 secondi. In particolare il pareggio sul 3-3 ha dato una scossa evidente ai leventinesi, che non hanno mai rinunciato a lottare su ogni disco, ma che da quel punto hanno ripreso ad avere un possesso importante anche in zona offensiva.
Sembrava dunque quasi nell’aria il vantaggio ottenuto da Shore, abile nello sfruttare un cambio completamente sbagliato dello Zugo per ottenere la sua prima rete della stagione. In quel frangente l’Ambrì non ha poi smesso di giocare, ed ha anzi continuato a spingere sino al gol di Spacek – ottima partita la sua – valso il doppio vantaggio.
Nel finale la squadra di Cereda ha poi gestito bene la situazione, permettendo di mandare agli archivi un weekend da cinque punti che rappresenta l’ideale risposta al passaggio a vuoto nel derby di martedì. Le due convincenti prove sono inoltre arrivate con un assetto offensivo modificato in maniera significativa, e dai singoli le risposte agli stimoli sono state interessanti.
Shore è stato protagonista di due partite positive (pur con troppe difficoltà agli ingaggi, nemmeno un terzo vinto nel fine settimana) dopo che due suoi errori erano costati cari nel derby, ed anche Spacek e Pestoni in coppia hanno vissuto delle serate ispirate. Sembra un po’ inceppato Chlapik, sempre alla ricerca del suo primo gol a 5-contro-5, mentre il turnover in prima linea tra Hofer e Marchand dà l’impressione di un esperimento in attesa di trovare un assetto definitivo.
Nel complesso però è stato un bell’Ambrì, che ha saputo soffrire e chiudere lo slot difensivo meglio che nel recente passato, ma che è anche riuscito a sfruttare le sue risorse offensive per fare male allo Zugo con grande freddezza. Quest’ultima è una caratteristica fondamentale, e per i biancoblù anche un po’ una novità.
IL PROTAGONISTA
Dario Bürgler: Difficile individuare un solo protagonista nella vittoria leventinese, i nomi che si potrebbero citare sono diversi. Andiamo allora su Dario Bürgler, che con la sua doppietta ha dato una direzione importante alla partita, confermandosi caldissimo con cinque gol ottenuti nelle ultime quattro uscite. La sua linea con Heim e Kneubuehler è stata la migliore e più costante in questo avvio di campionato, una vera certezza per Luca Cereda.