Finalmente il lockout è giunto alla sua conclusione e, di conseguenza, a partire dal prossimo 19 gennaio le 30 squadre NHL torneranno finalmente in pista per dare vita al campionato più bello del mondo!
Proprio per questo motivo, nel corso delle prossime due settimane vi riproporremo sulle pagine di HSHS la presentazione di tutte le franchigie nordamericane che già avevamo pubblicato durante i mesi di settembre ed ottobre, riassumendone i movimenti di mercato, le ambizioni per l’imminente annata ed analizzandone i reparti difensivi, d’attacco ed i portieri a disposizione.
WASHINGTON CAPITALS
Dopo quattro titoli consecutivi della Southeast Division, un President Trophy e due stagioni terminate al primo posto nella Eastern Conference, tornare sulla terra è stato come ricevere un pugno in faccia per i tifosi di Washington. Dopo una partenza condita con 7 vittorie che aveva da subito illuso tutti, i Capitals si sono spenti ed a farne le spese è stato Boudreau. Quest’ultimo ha rivoluzionato lo stile della squadra, portandolo da una filosofia run and gun ad una prettamente difensiva. Ovviamente l’adattamento non è stato semplice e sono molti i giocatori che non hanno reso al meglio, portando a risultati mediocri.
(clydeorama)
Comprensibile che uno dei principali problemi di Washington sia stato l’attacco. Nonostante Ovechkin abbia realizzato 6 reti in più rispetto alla stagione precedente mettendone a segno 38 e Chimera abbia alzato il suo record personale segnando in 20 occasioni, le assenze di Nicklas Backstrom e del difensore offensivo Mike Green hanno penalizzato troppo l’intero settore. Neppure il calo di Semin, autore della sua peggior stagione realizzativa dai tempi del lock out – solo 21 gol questa volta – ha aiutato, ma nonostante tutto la franchigia ed il nuovo coach Oates sono convinti che quest’anno non ci saranno problemi. Gli acquisti di Ribeiro e Wolski regalano grande qualità e profondità alla rosa e dunque potrebbero permettere ai Caps di tornare ai fasti del passato.
Per essere un team improntato alla gioco conservativo, invece, la difesa è stata piuttosto deludente. Con una media di 2.76 gol concessi a partita – tra le peggiori di tutta la lega – è difficile ottenere risultati e se a questo si aggiunge pure uno dei peggiori box play, ecco che la situazione appare subito complicata. La perdita di Wideman potrebbe rivelarsi molto grave su entrambi i fronti e, nonostante Karl Alzner sia ormai diventato un difensore di prima fascia, sarà praticamente impossibile da colmare. Hamrlik non offre più le necessarie garanzie e dunque gran parte del successo di questa squadra passerà per il bastone del giovane russo Dmitry Orlov, che a 21 anni e reduce da una buona stagione da rookie è atteso al grande salto.
(clydeorama)
In porta, Oates ha l’imbarazzo della scelta. Neuvirth e Holtby sono due alternative di alto livello e già in passato hanno dimostrato di sapere fare la differenza. Dopo l’”intromissione” di Vokoun l’anno scorso, questa volta saranno di sicuro i due giovani a contendersi il ruolo di titolare.
Pur restando una formazione di livello eccellente, quest’anno Washington non sembra all’altezza della conquista della Stanley. L’attacco è molto pericoloso ma i problemi principali risiedono la difesa dove, nel caso Green si dovesse ancora far male, mancano delle legittime alternative. Se la rosa dovesse adattarsi al meglio al nuovo sistema di gioco, le sorprese potrebbero però trovarsi dietro l’angolo.