A partire dall’8 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
I campioni in carica dei Los Angeles Kings celebreranno la vittoria della loro seconda Stanley Cup affrontando nel primo match i San Jose Sharks, andati ad un nulla dall’eliminarli nel primo turno degli scorsi playoff, quando erano in vantaggio nella serie per 3-0. L’altra finalista, i New York Rangers, dovrà invece aspettare fino al 9 ottobre per tornare sul ghiaccio, con la franchigia di Manhattan che sarà ospite dei St. Louis Blues.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino a fine settembre. Il nostro intento è quello di riassumere i movimenti di mercato e le ambizioni di ogni squadra analizzandone i reparti difensivi, d’attacco ed i portieri a disposizione. Buona lettura!
L’ultima stagione dei Toronto Maple Leafs ha per qualche mese sfidato le leggi della statistica. La formazione canadese è infatti regolarmente stata messa sotto sia dal punto di vista dei tiri scagliati che del gioco da quasi tutti i suoi avversari, ma vuoi per un Bernier in formato Vezina, per le reti opportunistiche messe a segno da Kessel e van Riemsdyk o per una lunga serie di vittorie ai rigori, i punti sono regolarmente continuati ad arrivare.
A metà marzo, però, le logiche della matematica sono tornate a dominare anche nel mondo dell’hockey. Toronto è stata sconfitta in 12 delle ultime 14 partite disputate ed è precipitaao dal quinto al dodicesimo posto nella Western Conference.
Il collasso ha innescato una serie di cambiamenti partiti dalla nomina a presidente di Brendan Shanahan, ma la rivoluzione non è andata molto oltre. A parte un paio di cambi più di facciata che altro (l’arrivo di Robidas, Komarov e Frattin, tra gli altri), poco altro è cambiato. Il risultato, pur non trattandosi di una pura somma numerica, sarà dunque probabilmente lo stesso: i tifosi dei Leafs sono avvisati, la stagione si prospetta molto lunga.
In attacco il faro della squadra (nonché uno dei migliori attaccanti dell’intera lega) è Phil Kessel. L’americano, reduce da una stagione da 37 gol e 80 punti, forma una grandiosa prima linea in compagnia dei fidi van Riemsdyk e Tyler Bozak. La sfida per Toronto è quella di trovare una seconda fonte di punti al di fuori dei magnifici tre del terzetto iniziale. Nazem Kadri ha chiuso la scorsa stagione con un rispettabilissimo bottino di 50 punti, ma ci si aspetta di più da Lupul e soprattutto da Clarkson, considerando pure che Mason Rymond (19 gol) è partito in direzione Calgary. I ritorni di Komarov e Frattin così come l’inserimento in rosa di Kontiola e Santorelli potrebbero garantire
Il settore difensivo è guidato da un giocatore di spessore mondiale come Phaneuf, nonostante il roccioso canadese sia stato messo sotto il fuoco della critica per le disastrose performance dell’intero reparto nell’ultima stagione. Brendan Shanahan crede che i bassi del suo uomo immagine siano stati generati dalla mancanza di supporto del resto della difesa ed è proprio per questa ragione che il reparto arretrato ha subito diversi cambiamenti. Out Gleason e Gunnarson, in Robidas e Polak, che portano più fisico e personalità all’intera retroguardia. Interessante sarà anche seguire lo sviluppo di Gardiner, che dopo il break olimpico ha messo a segno 14 punti guadagnandosi la fiducia dello staff.
Buona parte delle disgrazie capitate a Toronto sono da imputare all’infortunio occorso proprio a metà marzo a Bernier, fin li tra i migliori portieri della lega in una squadra che in media ha incassato poco meno di 40 tiri a partita. Reimer, chiamato a sostituire il collega, non è stato in grado di esprimersi sugli stessi stellari livelli e, logica conseguenza, le sconfitte sono cominciate a fioccare. La colpa non va comunque imputata soltanto all’estremo difensore, è tutto il sistema difensivo a necessitare di un aggiustatina.
Come già anticipato, sarà nuovamente una stagione difficile per i Maple Leafs, confrontati con un pubblico molto esigente e la pressione di fare risultato ad ogni costo. Sulla carta la squadra pare solida, ma la strada verso il successo è in salita e dipenderà principalmente dal superamento di quelle barriere psicologiche che da ormai qualche anno attanagliano Toronto, dallo stato di forma di Bernier e dalla capacità dello staff tecnico di sistemare una difesa che in passato si è rivelata molto deficitaria.