A partire dall’8 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
I campioni in carica dei Los Angeles Kings celebreranno la vittoria della loro seconda Stanley Cup affrontando nel primo match i San Jose Sharks, andati ad un nulla dall’eliminarli nel primo turno degli scorsi playoff, quando erano in vantaggio nella serie per 3-0. L’altra finalista, i New York Rangers, dovrà invece aspettare fino al 9 ottobre per tornare sul ghiaccio, con la franchigia di Manhattan che sarà ospite dei St. Louis Blues.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino a fine settembre. Il nostro intento è quello di riassumere i movimenti di mercato e le ambizioni di ogni squadra analizzandone i reparti difensivi, d’attacco ed i portieri a disposizione. Buona lettura!
Quella passata è stata una stagione decisamente movimentata per i New York Rangers. Dopo aver cambiato allenatore, congedando John Tortorella ed ingaggiando Alain Vigneault, l’inizio di regular season era stato piuttosto turbolento, con diverse nette sconfitte ed un entrata in materia resa maggiormente complicata dai lavori di rinnovo al Madison Square Garden, che avevano costretto la squadra per il terzo anno consecutivo ad iniziare il campionato con una lunga serie di partite in trasferta.
Con il passare del tempo, però, Vigneault è riuscito a far passare il suo messaggio e a trovare la necessaria stabilità delle linee. Il tutto è sfociato in una cavalcata nei playoff per certi versi insospettabile, con una vittoria tutto sommato semplice (anche se in 7 partite) contro Philadelphia, una rimonta epica contro Pittsburgh (dall’1-3 al 4-1) e una finale di Conference al cardiopalmo contro Montreal. La finale ha poi premiato i Kings, ma quanto fatto dai Rangers rimane eccezionale.
Dopo che la squadra si è resa protagonista della miglior stagione da 20 anni a questa parte, le aspettative sono ora altissime a Manhattan, nonostante la partenza di giocatori importanti come Boyle, Richards, Pouliot e Stralman. Le statistiche dicono che negli ultimi 20 anni solamente tre squadre sono riuscite ad accedere alla finale per due anni di seguito, ovvero Red Wings (1997, 98), Devils (2000, 01) e Penguins (2008, 09).
Analizzando la rosa balza comunque subito all’occhio come i Rangers siano attualmente ad un paio di giocatori-chiave di distanza dalla Stanley Cup, lacuna che Vigneault spera di sopperire con dedizione, carattere e il costante impiego di quattro linee offensive competitive e sei difensori.
Sul fronte offensivo l’anno scorso si è dovuto aspettare sino a Natale prima di vedere i frutti dell’impostazione voluta da Vigneault. Durante i playoff è però venuto a mancare l’apporto di Rick Nash che, nonostante fosse il giocatore ad aver effettuato più tiri in assoluto, ha fatto registrare solamente tre reti. Stagione strepitosa – la miglior della carriera – invece per Mats Zuccarello, mentre Martin St. Louis è riuscito in poco tempo a diventare la nuova anima di questa squadra.
In generale, però, l’attacco delle Blueshirts ha faticato per tutto l’anno, costringendo come sempre lo strepitoso Henrik Lundqvist agli straordinari. Il buyout forzato di Richards fa sorgere pesanti punti di domanda sul reparto, considerando che anche Pouliot e Boyle sono partiti. Per rimpiazzarli è stato ingaggiato Lee Stempniak, ma la squadra rimane comunque a corto di un centro di qualità.
Sicuramente interessante quanto sorto durante il training camp, dove diversi giovani hanno alzato la voce e dimostrato di essere affamati ed impazienti di vestire la prestigiosa della franchigia Original Six. Su tutti ha sorpreso il giovanissimo Anthony Duclair, 19enne dalla velocità e dalle mani incredibili, che a suon di prestazioni ha praticamente costretto Vigneault a confermarlo in squadra.
Sul fronte difensivo, dopo un periodo di transizione dovuto al cambio di coach e all’adattamento ad un sistema difensivo completamente nuovo, la difesa dei Rangers si è stabilizzata ed è tornata granitica, guidata da Ryan McDonagh – futuro pretendente al Norris Trophy – e Dan Girardi. È però da sottolineare l’importante perdita di Stralman, eccezionale nei playoff e che ha accettato un contratto da cinque anni e 22.5 milioni di dollari a Tampa, raggiungendo così altri “former rangers” come Callahan e Boyle.
Per rimpiazzarlo è stato ingaggiato il veterano Dan Boyle, che probabilmente verrà schierato con Marc Staal e che promette di dare nuovi impulsi al powerplay, oramai da anni il tallone d’Achille dei Rangers. Il reparto è completato da John Moore – l’ultimo in ordine di tempo a firmare il rinnovo – e Kevin Klein, giocatore di sostanza arrivato a stagione in corso da Nashville in cambio di Del Zotto.
Tra i pali New York potrà vantare nuovamente uno dei migliori portieri del mondo, ovvero lo svedese Henrik Lundqvist. Dopo un inizio di regular season difficoltoso, “Hank” è stato incredibile nei playoff, trascinando la squadra alla finalissima dopo aver firmato un rinnovo a vita nel corso dello scorso autunno. Il suo compagno di reparto sarà di nuovo Cam Talbot, chiamato da Hartford lo scorso dopo il ritiro di Biron e capace di far registrare numeri stratosferici: 12 vittorie in 19 partite disputate, 1.64 reti incassate in media e una percentuale di parate del 94.1%!