A partire dall’8 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
I campioni in carica dei Los Angeles Kings celebreranno la vittoria della loro seconda Stanley Cup affrontando nel primo match i San Jose Sharks, andati ad un nulla dall’eliminarli nel primo turno degli scorsi playoff, quando erano in vantaggio nella serie per 3-0. L’altra finalista, i New York Rangers, dovrà invece aspettare fino al 9 ottobre per tornare sul ghiaccio, con la franchigia di Manhattan che sarà ospite dei St. Louis Blues.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino a fine settembre. Il nostro intento è quello di riassumere i movimenti di mercato e le ambizioni di ogni squadra analizzandone i reparti difensivi, d’attacco ed i portieri a disposizione. Buona lettura!
È stata un’estate carica di emozioni a Denver, e non poteva essere altrimenti vista le delicate situazioni contrattuali che gli Avalanche si apprestavano ad affrontare durante la pausa. Erano in particolare tre i giocatori importanti in scadenza di contratto: Tyson Barrie (RFA), Ryan O’Reilly (RFA) e Paul Stastny (UFA).
Per quanto riguarda i primi due, nonostante alcuni problemi legati alla durata ed al cap hit del nuovo contratto, si è riusciti a trovare un accordo (entrambi biennale), mentre per lo storico centro, draftato proprio dagli Avalanche nel 2005, non c’è stato nulla da fare. Gli Avs hanno provato a trovare una soluzione, ma alla fine Stastny ha scelto di tornare nel Missouri, luogo d’infanzia, dove ha firmato un quadriennale con i St. Louis Blues per 7 milioni di dollari a stagione.
Reduci da un’annata emozionalmente incredibile, la compagine di Denver ha tentato di puntellare in modo oculato, con innesti mirati, una rosa che era stata in grado di aggiudicarsi la Central Division, salvo poi essere eliminata in 7 partite al primo turno dei playoff dai Minnesota Wild. Gli Avalanche pagarono a caro prezzo il fatto di avere una rosa giovane e di talento, ma purtroppo con poca esperienza (quasi tutti affrontavano infatti la prima serie della loro carriera).
Per sopperire a questa mancanza nel mercato estivo sono giunti due mostri sacri che bazzicano la lega ed i playoff da anni: Daniel Brière e Jarome Iginla. A loro il compito di mostrare la via ai vari Duchene, Landeskog, MacKinnon ed O’Reilly.
(Michael Martin/Colorado Avalanche)
A completare gli innesti troviamo il roccioso difensore Brad Stuart (curiosamente protagonista di una carica che aveva messo fuori gioco proprio il capitano degli Avs, Gabriel Landeskog, durante la stagione 2012/13, giunto via trade dai San Jose Sharks), l’ex biancoblù Maxim Noreau, il fresco finalista della finale AHL Zach Redmond ed il centro Jesse Winchester (la scorsa stagione in forza ai Florida Panthers).
Per contro insieme a Stastny lasciano la franchigia Jean-Sébastien Giguère (ritiro), André Benoît (Buffalo Sabres), Matt Hunwick (New York Rangers), Cory Sarich e P.A. Parenteau (finito ai Montréal Canadiens via trade in cambio di Brière).
Come detto la squadra pare aver acquisito quell’esperienza che ha dimostrato di non avere nel corso dell’ultima stagione. Sembra inoltre risultare più compatta e completa nelle sue 4 linee, con il bottom six in particolare che appare avere una marcia in più. Queste sono però supposizioni vincolate alla mera carta, quella stessa carta che condannava gli Avalanche ad un’annata di transizione la scorsa stagione e che dunque non può e non deve essere presa come unico metro di giudizio.
L’anno scorso a fare la differenza furono una serie di fattori esterni che determinarono il successo della franchigia, fattori che ora sono da ritenere al momento soltanto come incognite. In porta Semyon Varlamov è stato protagonista di una stagione semplicemente eccezionale, culminata con il maggior numero di vittorie totali dell’intera lega (41) ed un secondo posto nella corsa al Vezina Trophy.
Dovrà dimostrarsi in grado di ripetersi. A supportarlo il rossocrociato Reto Berra, giunto dai Calgary Flames nel corso della scorsa stagione. Sporadiche e pessime le presenze per lui con la nuova maglia, dal suo lavoro estivo con François Allaire ci si attendono risultati importanti e dovrà dimostrare di essere in grado di elevare il proprio livello.
In difesa si spera che Erik Johnson si riconfermi agli ottimi livelli raggiunti lo scorso anno, finalmente consoni ad una prima scelta al draft. In generale tutto il pacchetto arretrato dovrà riconfermarsi sui livelli dello scorso anno, mentre si spera che Tyson Barrie si sia completamente ristabilito dal brutto intervento antisportivo infertogli da Matt Cooke, che aveva di fatto terminato la sua stagione. Da valutare chi fra Maxim Noreau e Zach Redmond (oltre a Bruno Gervais e Nate Guenin) riuscirà ad accaparrarsi un posto al sole.
L’attacco come detto si preannuncia completo e competitivo, in particolare dall’innesto di Iginla ci si aspettano ottime cose. Vista la partenza di Paul Stastny è possibile che Nathan MacKinnon torni a ricoprire il suo naturale ruolo di centro, probabilmente accanto a Gabriel Landeskog ed Alex Tanguay (ristabilitosi dal suo ennesimo infortunio), ma è ancora troppo presto per fare supposizioni. A “Mac” spetterà il compito di dimostrarsi all’altezza del ruolo.
Mancherà invece, per i primi tre mesi, l’enforcer di maggior rilievo Patrick Bordeleau, abilissimo nelle fight consentite in Nordamerica ma reduce da un intervento alla schiena.
Vi sono inoltre due incognite da considerare. La prima è “l’effetto Roy”, l’anno scorso sicuramente determinante nella cavalcata degli Avalanche verso i playoff. Vincitore del Jack Adams Award come miglior allenatore, il coach dovrà confermarsi abile nel gestire al meglio una rosa più che mai composta da giocatori esperti e giovani talenti in crescita.
Un’ultima e doverosa considerazione va fatta gettando un occhio alla concorrenza. Il livello della Central Division si è elevato notevolmente. Dallas, Nashville e Minnesota saranno ancora più pressanti e non sarà facile qualificarsi per i play-off in quella che si annuncia come la Division più spettacolare della lega.
Se tutte le incognite (o almeno una buona parte) si evolvessero positivamente in favore degli Avalanche vi sono ragionevoli possibilità che la franchigia di Denver possa giocarsi i playoff, magari con una marcia in più rispetto alla scorsa stagione.