AMBRÌ – Il cambio di allenatore non si è tradotto in un Ambrì più spettacolare, ma sicuramente l’arrivo di Kossmann ha portato nello spogliatoio biancoblù una mentalità vincente e volta all’ottenimento del risultato desiderato. E ciò che l’Ambrì voleva assolutamente dalla serie di partite casalinghe contro avversari diretti era la posta piena e, dopo aver battuto anche il Bienne per 2-1, il fatto di aver ottenuto tutti e nove i punti a disposizione la dice lunga su una squadra che appare ora più matura e con sempre meno “fronzoli”.
Nelle recenti sfide contro Langnau e Losanna, i leventinesi non erano certo stati particolarmente “belli” da ammirare sul ghiaccio, ma avevano saputo colpire con grande cinismo nei momenti più delicati della partita, per poi difendersi in maniera meno ingenua rispetto al passato.
La sfida contro un Bienne in crisi totale (sono ora otto le partite perse dai seeländer nelle ultime dieci uscite!) si è invece sviluppata in maniera diametralmente opposta, con l’Ambrì che ci ha impiegato una decina di minuti ad ingranare ma – grazie anche a due powerplay consecutivi – i biancoblù hanno poi preso in mano le redini dell’incontro e non le hanno praticamente più mollate.
Dopo un primo tempo “vinto ai punti”, infatti, l’Ambrì ha dominato nella sua interezza quello centrale, per poi concede qualcosina alla squadra di Schläpfer solamente nel finale, quando l’ex Fabian Lüthi ha fatto per un attimo dubitare i 5’153 della Valascia. Solamente a quel punto, infatti, il Bienne è riuscito ad attuare una vera e propria pressione su Zurkirchen, spentasi dopo qualche minuto e tornata viva nel finale, quando una dubbia penalità su Kamber aveva dato un’ultima chance al Bienne di rientrare.
L’Ambrì la partita l’ha paradossalmente vinta “sbagliando”, ovvero gestendo nel migliore dei modi quelle fasi in cui produceva un’ottima mole di gioco, ma senza riuscire a trovare il gol. Diverse infatti le occasioni interessanti prima che il risultato venisse sbloccato, come ad esempio l’azione personale di Fuchs nel primo tempo – eccezionale il suo cambio di direzione! – o quella di Pestoni ad inizio secondo, ma il disco non voleva saperne di entrare.
Essere in grado di continuare a macinare gioco senza farsi frustrare dal fatto di non riuscire a trovare il gol è stato fondamentale (anche dopo l’1-0), ancora di più se si pensa a quanto successo solo qualche settimana fa, quando Rytz si era eretto a muro invalicabile fermando con il suo “one man show” le iniziative di Giroux e compagni. L’Ambrì stavolta ha invece dato l’impressione di continuare a seguire il suo gameplan senza distrazioni, quasi con la sicurezza che prima o poi la rete sarebbe arrivata.
E così è stato. La quarta occasione in powerplay è stata quella giusta, con Nordlund che ha sorpreso il portiere ospite con un tiro poco potente ma fatto partire velocemente dalla linea blu, che ha messo in evidenza anche l’importanza dello screen di Hall. Il lavoro dello statunitense è stato ancora una volta fondamentale e caratterizzato da spirito di sacrificio, come testimonia la vistosa cicatrice che porta sul mento. Fondamentale per l’1-0, ha poi messo la firma sul raddoppio, insaccando dallo slot dopo un tiro di Fora.
Il giovane difensore si è nuovamente distinto per aver disputato un’ottima partita, tanto da guadagnarsi il premio come miglior giocatore. L’evoluzione di cui si sta rendendo protagonista Fora ha subito un’impennata nelle ultime settimane e, anche grazie al supporto di Nordlund, sta venendo a galla un’interessante componente offensiva, caratterizzata soprattutto da uno slapshot particolarmente violento.
La difesa sembra essere il reparto in cui Kossmann sta maggiormente sperimentando, con anche sabato alcuni cambiamenti in questo senso. Mandati in tribuna Berger ed il partente Chavaillaz, sono tornati in formazione Zgraggen e Sidler, mentre in avanti Bianchi era il 13esimo attaccante, con Lhotak che è passato a completare la linea di Emmerton e Monnet.
Per quanto concerne il powerplay, la sensazione è che ci siano ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto provando ad attuare un gioco meno statico di quello mostrato sabato. A conti fatti, però, le fasi con l’uomo in più hanno permesso all’Ambrì di vincere la partita, dunque in questo senso si può essere critici solamente fino ad un certo punto. Sfruttare meglio alcune opportunità – il Bienne ha rimediato due penalità per cambio scorretto, ad esempio – avrebbe però permesso di vivere un finale meno palpitante.
Dopo il gol, infatti, i bernesi hanno ripreso coraggio, mettendo sotto pressione la squadra di Kossmann per alcuni minuti e costruendosi un paio di occasioni davvero interessanti, su tutte quella capitata a Macenauer, che ha però perso la sfida a tu-per-tu con Zurkirchen. L’Ambrì ha poi rischiato di combinare un pasticcio a tre minuti dalla fine, quando Kamber ha rimediato una penalità che sarebbe potuta costare carissimo. I biancoblù si sono però difesi bene, mentre Schläpfer non ha osato richiamare Rytz in panchina, rimediando così una sconfitta che potrebbe anche costargli la panchina.
L’Ambrì ha così conquistato la terza vittoria consecutiva, ed il quarto risultato utile nelle ultime cinque partite disputate, che portano ora i leventinesi a soli due punti dal Kloten ottavo, e con un match da recuperare. Lo scontro diretto con gli aviatori è in programma la prossima domenica, match che farà eco alla sfida conto gli ZSC Lions sabato sera alla Valascia, vero banco di prova per questo “nuovo” Ambrì.
OCCHI SULL’OBIETTIVO: L’Ambrì mandato in pista da Kossmann appare più concentrato, maturo e concreto, con il raggiungimento di un risultato utile che sembra rincorso in maniera più cosciente e “saggia” rispetto al passato.
Durante la partita contro il Bienne, i biancoblù si sono ritrovati confrontati con il non facile compito di continuare a seguire il loro gameplan, questo nonostante le reti abbiano faticato ad arrivare in rapporto alla mole di gioco prodotta.
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