LUGANO – La rincorsa ai play off del Lugano è continuata riservando ai bianconeri una sfida di difficile interpretazione contro il Ginevra Servette. Difficile da interpretare per il momento negativo della squadra di McSorley, reduce da quattro sconfitte consecutive, ma pur sempre in grado di far male soprattutto vista la vocazione fisica dei granata.
Il Lugano invece è reduce da due vittorie, e soprattutto ha cominciato a recuperare qualche infortunato, nell’occasione trattasi di Daniel Steiner e Dario Simion, finalmente reclutabili a tempo pieno. Sempre fuori dai giochi invece Fazzini, Domenichelli, Morant, Brady Murray e Blatter. Altri assenti i due stranieri in sovrannumero Rosa e Linglet.
E proprio Steiner è stato il primo a bucare la rete di Stephan, inaugurando il grande primo periodo del Lugano, fatto di velocità, costanza di ritmo, durezza e veloci coperture, insomma il credo di Larry Huras tramutato in fatti sul ghiaccio. Le reti successive di Mclean e Metropolit hanno poi cancellato dal ghiaccio Bezina e compagni, suggellando un primo periodo da applausi.
(© A. Branca)
Anche il secondo periodo è continuato sulla falsa riga del primo, con i bianconeri in costante movimento e pericolosi dalle parti di Stephan, ma incapaci di trovare quelle reti che avrebbero definitivamente chiuso il match. Già, perché la rete trasformata con freddezza da Ryan Keller ha dato coraggio e spinta agli ospiti, e da lì alla seconda pausa, solo un eccellente Manzato, con l’aiuto dei suoi difensori, ha permesso di mantenere due reti vantaggio. Mestiere, sacrificio, anche un po’ di fortuna, tutte armi sfoderate dai bianconeri nel miglior momento ospite.
Ciò a sottolineare che se le partite le si instradano verso una vittoria segnando tre reti in un tempo, vi si mette il sigillo resistendo ai migliori momenti dell’avversario, e quei dieci minuti fino al 40′ sono stati il passo decisivo verso una vittoria fondamentale. Infatti il terzo tempo ha visto logicamente il Ginevra cercare di condurre il gioco, ma il Lugano ormai pieno di fiducia ha prontamente chiuso i varchi a Romy e banda, sempre sorretto da un Manzato in serata di grazia.
(© A. Branca)
Il gol di Ruefenacht a porta vuota ha solo messo il timbro definitivo in un match a lungo dominato dai bianconeri, ed è stato il giusto premio per un giocatore che in questi match si esalta particolarmente. Tra i migliori dei suoi, il numero 9, ha giocato la solita partita di grande fatica e sacrificio, rispondendo con le stesse armi alle provocazioni ginevrine ma senza mai cadere nelle loro trappole psicologiche. Anzi, proprio Ruefenacht si è guadagnato una delle tre superiorità numeriche a disposizione dei bianconeri, prontamente sprecate da Heikkinen e compagni, sottolineando come il power play funzioni ancora a singhiozzo.
Ottima partita da parte di tutto il reparto difensivo, in particolare di Hirschi e Nummelin, schierati in coppia da Huras. Il folletto finlandese non ha trovato i punti necessari per passare alla storia del club, ma di sicuro altre occasioni non mancheranno. Glen Metropolit, dato per influenzato alla vigilia, è il solito grande playmaker, fonte di gioco e ispirazione e con i tre punti messi a referto va all’inseguimento del primo posto in classifica marcatori, per cercare di ripetere l’exploit del 2006.
Una vittoria importante dal punto di vista caratteriale, ottimo banco di prova in vista di play off sempre più vicini vista anche la sconfitta interna del Bienne. Ora rimane un altro tabù da sfatare, ossia vincere una partita domenicale dopo una vittoria del sabato sera. E una mano in questo senso potrebbe darla il previsto turn over degli stranieri annunciato da Huras.