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Lugano

Tanti errori e poche idee, il Lugano è sconfitto dal Davos alla Resega

delloro

LUGANO – DAVOS

2-5

(1-2, 1-2, 0-1)

Reti: 7’17 Simion (Heldner, Corvi) 0-1, 14’02 Klasen (Brunner, Bürgler) 1-1, 19’01 Eggenberger (Forster, Ambühl) 1-2, 28’15 Lapierre (Wilson, Brunner) 2-2, 29’53 Eggenberger (Ambühl, Forster) 2-3, 37’19 Lindgren 2-4, 43’00 Du Bois (Lindgren, Simion) 2-5

Note: Resega, 5’703 spettatori. Arbitri Koch, Wehrli; Bürgi, Wüst
Penalità: Lugano 4×2′, Davos 5×2′

LUGANO – “È una spirale negativa”, così si è espresso il capitano bianconero Alessandro Chiesa al termine della sconfitta contro il Davos, e in fondo quelle parole riassumono bene il momentaccio del Lugano.

È vero, in fondo il Lugano in campionato era pur reduce da due vittorie contro Kloten e Langnau, ma a far rabbuiare il periodo è la maniera con cui sono arrivate le disfatte contro Langenthal in Coppa Svizzera e Davos. Sarebbe stato difficile ripetere tutto quello che si è visto contro l’avversario di lega cadetta, ma contro i grigionesi, nonostante un atteggiamento meno rinunciatario, Klasen e compagni hanno sbagliato moltissimo e in maniera grave, condizionando pesantemente un match che era più che possibile far proprio contro una squadra, quella di Del Curto, che non naviga certo in acque tranquillissime.

I bianconeri si sono fatti male contro una squadra che, se affrontata alla pari, ossia mettendola sulla velocità d’esecuzione, non ti permette di uscirne vivo, ecco perché oltre agli errori individuali, Chiesa e compagni hanno mostrato parecchia ingenuità e poca “esperienza” (cosa di cui la squadra non dovrebbe mancare) contro le schegge gialloblù.

Errori in uscita che hanno causato decine di turn over e di conseguenza periodi di lunga sofferenza nel proprio terzo, appoggi fatti con sufficienza con gli attaccanti avversari altissimi a fare forecheck (vero, Klasen?) e la ricerca inutile e dannosa dell’ultimo tocco esteta davanti a un Senn su cui bastava semplicemente fare pressione con il traffico per creargli momenti di crisi.

E dire che nonostante tutto per il Lugano là possibilità di giocarsela c’è stata tutta, uscendo “non male” da un primo periodo di sofferenza, caratterizzato dalle reti di Simion (l’ex non sbaglia mai) e quella splendida del giocatore del momento, Nando Eggenberger, autore di una doppietta su due assist di quella vecchia volpe di Forster.

Proprio il secondo vantaggio del Davos, dopo il momentaneo pareggio di Klasen, racchiude tutto ciò che il Lugano ha moltiplicato e di conseguenza subito dai grigionesi: disco perso in zona neutra, scatto di Eggenberger dritto nello slot e passaggio immediato di Forster, con polsino imprendibile del 17enne.

Quei tre tocchi di disco sono stati l’emblema di cosa può il Davos se affrontato lasciando metri di spazio ai propri giocatori, evitare di avanzare anche di un misero centimetro in meno in forecheck può essere fatale.

A livello di linee poco o nulla ha funzionato, tranne che l’intesa HofmannLapierre e HofmannBrunner, con il numero 98 molto impreciso e arruffone nonostante la grande volontà, ma il suo momento è dipinto perfettamente da quel disco infilato sotto le gambe a Senn e uscito a un centimetro dal palo, sfiducia e sfortuna vanno di pari passo.

Tornando indietro, il Davos la partita l’ha fatta sua “numericamente” con il gol di Lindgren in shorthand, favorito da una grossa sciocchezza di Klasen, rete arrivata in scia al miglior momento del Lugano, guarda caso dopo che i dischi sono cominciati ad arrivare su Senn con maggior frequenza, seguiti dal traffico nello slot.

L’ultima occasione era quel power play a cavallo della seconda sirena, ma pochi minuti dopo, un fallo inesistente fischiato a Hofmann (aldilà della prestazione bianconera, arbitri inguardabili) ha permesso a Du Bois di sigillare il risultato con il 5-2 finale.

Una brutta prestazione collettiva, che deve far riflettere sulle (in)capacità del Lugano di mantenere la concentrazione e la tensione alta anche per brevi periodi. Dal week end vittorioso contro Losanna e Berna seguito dal brutto derby, passando dal sali-scendi nella doppia sfida contro lo Zugo e la sconfitta a Friborgo arrivando allo scorso week end e infine a questo.

Problemi di carattere e unità di gruppo? Interpreti non all’altezza dei compiti assegnatigli? Errori di gestione dello staff tecnico? La risposta potrebbe stare in un po’ di tutte le cose, ma quando i bianconeri pensano di poterne uscire ecco che ricadono nella sufficienza e nelle sconfitte, spesso brutte e mai tiratissime.

A Ginevra un test ulteriore sulla capacità di tutti di gestire la pressione, ma attenzione che i test prima o poi devono finire, tra un po’ si rischia di dover rincorrere se le cose non si aggiusteranno con il lavoro di tutti.

E per tutti si intende dal topscorer, al portiere, al settimo difensore e allo staff tecnico. Tutti.

fattore2ERRORI E IMPOSTAZIONE SBAGLIATA: Oltre a un approccio all’avversario sbagliato, ossia affrontandolo con le stesse armi ma con giocatori dal profilo un po’ troppo fisico, i bianconeri hanno commesso una miriade di errori in uscita dal terzo da far rabbrividire.

Inutile dire che questi errori sono inviti a nozze coi fiocchi per le caratteristiche di Ambühl e compagni, che sugli svarioni del Lugano hanno costruito la vittoria. Hirschi e compagni, oltre ai loro errori, hanno sofferto anche l’assenza dell’unico uomo d’ordine del reparto difensivo, Philipp Furrer.

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