L’Hockey Club Ambrì Piotta rappresenta ad oggi una sorta di eccezione nella massima lega nazionale. La società leventinese ha infatti sinora trovato le risorse per far fronte a tutte le difficoltà che l’hockey moderno gli ha posto di fronte, trovando anche nel sostegno dei propri tifosi una risorsa fondamentale. I biancoblù nel corso della loro storia sono diventati una delle realtà sportive più importanti del Cantone, dando vita con l’Hockey Club Lugano ad una rivalità invidiata dal resto della Svizzera.
La gloriosa storia dell’Ambrì Piotta è iniziata esattamente 76 anni or sono, il 19 settembre 1937, quando con un accordo storico i giovani di Ambrì e di Piotta decisero di stringere un patto dal sapore storico e creare una squadra unendo le proprie forze. Con una stretta di mano venne così sancita la costituzione del club, dopo che nel mese di gennaio un’assemblea aveva allestito un comitato incaricato di allestire l’elenco dei soci e di preparare una prima bozza dello statuto sociale.
Gino Gobbi viene nominato quale primo presidente del club, dopo che il gioco dell’hockey era entrato nella realtà di Piotta già nel 1910, anno in cui il patriziato decise di concedere al gruppo “Sport Club” un permesso provvisorio per l’adattamento di un terreno in luogo di pattinaggio. Nel 1925, nel terreno di fronte all’Albergo della Posta, venne allestita una prima pista, dove si iniziò a praticare lo sport grazie a dei bastoni ricurvi ricavati da alberi di frassino da parte del carradore Visconti.
I biancoblù giocarono le loro prime partite presso il campo “Cava”, disputando per lo più incontri amichevoli sino al 1940, anno in cui l’Ambrì scese in pista nell’ambito del campionato regionale svizzero. Il primo successo nella storia dell’HCAP è da registrare nel 1948, quando si laureò campione di Lega Nazionale B, senza però ottenere la promozione nella massima serie, in quegli anni non ancora prevista.
Il passaggio in NLA non avenne infatti sino al 1953, quando l’Ambrì sconfisse il Basilea e raggiunse il massimo campionato nazionale.