LUGANO – Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Grazie al successo ottenuto domenica pomeriggio alla Cornèr Arena, il Lugano rimane aggrappato alla linea, che ora è tornata a distare solo due punti. I bianconeri, oltre alla vittoria, hanno trovato la risposta giusta alla controprestazione offerta la sera prima in terra grigionese.
“Assolutamente”, conferma Reto Suri nel post partita. “Sabato sera a Davos, nei momenti decisivi, abbiamo sicuramente commesso degli errori individuali che non dovrebbero capitarci. Nonostante ciò, credo che pure in quella trasferta avevamo avuto le nostre occasioni, eravamo in partita, ma abbiamo vanificato tutto con troppi errori individuali. Domenica invece abbiamo mostrato carattere, sapevamo di avere un’opportunità di rivalsa e siamo stati in grado di eseguire con più decisione il nostro gameplan. Tanto di cappello però a Schlegel, è tornato a giocare una partita dopo diverso tempo e ha fornito una prestazione pazzesca, dando una sicurezza incredibile al resto della squadra”.
Al sesto tentativo siete finalmente riusciti a battere per la prima volta il Davos…
“Il Davos è in ottima forma ed ha un gruppo molto forte. Soprattutto però giocano da vera squadra, in maniera estremamente solidale e con un piano chiaro da seguire. Non è insomma un caso che in classifica si trovino nel gruppo di testa. Quattro delle cinque sfide precedenti con il Davos sono state molto tirate, ma anche in quelle partite non avevamo offerto una prestazione abbastanza buona per pretendere la vittoria… Per questo motivo ci siamo detti che dovevamo continuare a lavorare duro e concentrarci su di noi, indipendentemente dall’avversario. Ora abbiamo avuto la nostra rivincita, abbiamo mostrato carattere e come squadra ci siamo difesi con ogni mezzo a nostra disposizione”.
Con la rete di Klasen avete rotto un digiuno a 5-contro-5 che durava da 166 minuti (non considerando i gol a porta vuota). Il gioco offensivo al momento rimane il vostro problema più grande?
“Sì e no. Penso che abbia molto a che fare con la situazione in cui ci ritroviamo, al momento abbiamo troppa poca fiducia in noi stessi. Il nostro gioco prevede molto chiaramente la chiusura degli spazi in zona neutra, così da concedere poche occasioni agli avversari rimanendo compatti. Da questa base vogliamo creare il nostro gioco offensivo. Che poi questo al momento latiti, è chiaro, altrimenti non saremmo nella posizione in cui ci ritroviamo. Il fatto che abbiamo trovato il modo di concedere solo un gol e di segnarne in un qualche modo due, fa comunque onore alla squadra. Siamo ancora alla ricerca di una striscia di risultati positivi e sono convinto che se una volta riuscissimo a vincere tre o quattro partite di fila, torneremmo anche a segnare più reti. Non possiamo però attaccare senza testa in cerca del gol, non è quello che ci serve in questo momento”.
Nelle ultime partite funzionano invece molto bene gli special teams…
“Anche lì abbiamo sicuramente operato qualche cambiamento, abbiamo lavorato intensamente su questi aspetti del gioco. Sappiamo quanto siano tirate le partite in 5-contro-5 e il fatto che non fossimo abbastanza performanti negli special teams è stato un motivo importante che non ci ha permesso di conquistare punti nella prima metà della regular season. Domenica abbiamo visto come grazie al gol in powerplay siamo sempre rimasti in partita, a lungo la gara è rimasta sull’1-1 prima che Klasen ci regalasse i tre punti con un colpo di genio. Questo mostra l’influsso enorme che hanno gli special teams, dobbiamo continuare a lavorare e provare a migliorarci sempre di più”.
A livello personale il cambio d’allenatore che conseguenze ha avuto?
“Di principio non è mai positivo se bisogna cambiare allenatore dopo 30 partite, tutti noi abbiamo commesso i nostri errori e quasi nessuno può affermare che ha offerto le prestazioni che avrebbe dovuto. Alla fine però la situazione era questa e c’è stato come un nuovo inizio. Al momento il mio ruolo è effettivamente un po’ diverso, ho molte occasioni di andare alla conclusione, non devo mollare e continuare a lavorare. Devo mirare più spesso la porta, domenica da buona posizione ho tirato due volte a lato. Credo che se riuscissi a segnare una o due reti, poi i dischi comincerebbero ad entrare più facilmente. In ogni caso è sicuramente positivo che da inizio anno ho molte occasioni per segnare e di andare alla conclusione, ora devo solo continuare a lavorare”.