BIASCA – È passato oltre un anno, ma finalmente martedì sera l’attaccante Christian Stucki è potuto tornare a vestire la maglia biancoblù. Il suo infortunio – rottura del legamento crociato anteriore il 24 agosto 2017 – lo ha costretto ad un lungo processo di recupero, sino ad arrivare al rientro con i Rockets di fine agosto ed ora al ritorno con l’Ambrì Piotta.
“È stata sicuramente una serata particolare”, ci ha spiegato il 26enne. “Ho cercato di gestire bene il prepartita, poi una volta fatto il warm-up tutto è andato per il meglio. Sul ghiaccio ho avuto delle buone sensazioni, era importante giocare semplice per riprendere anche la fiducia. Penso di aver disputato una buona partita, questo è per me un punto di partenza e non uno di arrivo”.
Christian Stucki, il tuo è stato un lungo processo di recupero…
“Decisamente. Durante l’ultimo anno, il 24 di ogni mese contavo il tempo che era passato dall’infortunio. Una volta tornato a giocare (lo scorso 24 agosto, ndr) ho però archiviato la cosa e non mi sono più fermato a pensare a quanto successo. È stato un periodo in cui ho imparato davvero tante cose, per me ora inizia un nuovo capitolo ed è giusto che sia così”.
Che ruolo ha avuto per te l’hockey nei lunghi mesi che hai dovuto passare lontano dal ghiaccio?
“Ho vissuto una fase della mia vita in cui da insider mi sono ritrovato ad essere un outsider. Ho sperimentato il mondo dell’hockey dall’esterno, ed ho cercato di osservare… Quando si sta fuori per così tanto tempo si ha comunque la possibilità di stare un po’ di più con quelle persone che in precedenza non si ha avuto molto tempo di frequentare. Ci sono tante piccole cose di cui, quando si gioca, si tende a non approfittare. Per me da un certo punto di vista è stato dunque un periodo bello, e anche ora che l’hockey è tornato al centro della mia vita continuerò a coltivare quanto coltivato nel corso dell’ultimo anno”.
Cereda ha sempre affermato di voler avere un approccio cauto nei tuoi confronti, avete un piano per le prossime settimane?
“Nulla a lungo termine. Ieri sera ero a casa ed ho ricevuto il suo messaggio che mi diceva che martedì avrei giocato con l’Ambrì, ma non era previsto. Ho preso la palla al balzo ed ho cercato di farmi trovare pronto, senza troppo nervosismo perché so che ho ancora bisogno di tempo per mettere benzina nelle gambe. Il piano per ora è quello di ritrovarci il 15 settembre, dopo la prima partita di campionato con i Rockets, per valutare assieme la situazione. In questo momento è importante avere pazienza, non forzare troppo e mettere mattone dopo mattone”.
Sei stato lontano dallo spogliatoio per parecchio tempo, che gruppo hai ritrovato?
“È un gruppo molto simile a quello che avevo lasciato… C’è la fortuna di poter parlare molto in italiano all’interno dello spogliatoio, dunque è facile approcciare con gli altri. Quando si resta fuori un anno chiaramente non è facile integrarsi subito, e all’inizio si tende a parlare un po’ meno, ma questo non vuol dire che non pensi. Le risposte migliori credo si debbano dare sul ghiaccio e per ora sono soddisfatto. Per me è già una soddisfazione aver potuto giocare la partita di martedì, è stata un’emozione ma sono consapevole che ci vorrà tempo. La società mi ha sempre detto di prendermi tutto il tempo necessario, quindi per me la cosa importante è stare bene con me stesso, poi si riuscirà sicuramente a raccogliere quanto seminato”.