La NHL è determinata a portare a termine la stagione 2019/20, ma non tutti i giocatori hanno accolto con l’entusiasmo la notizia di dover tornare a giocare da inizio agosto, per dei playoff allargati che si protrarranno per tutta l’estate.
Il difensore dei Florida Panthers, Anton Stralman, ha infatti evidenziato più di una perplessità sulle pagine di The Athletic, chiedendosi se valga davvero la pena correre tutti i rischi legati a questa ripresa forzata delle attività.
“So che tutti vorrebbero vedere l’hockey tornare, ma la sicurezza deve essere la priorità. Sono preoccupato, non lo nascondo. La maggior parte dei giocatori sono giovani e sani, ma c’è anche chi deve convivere giornalmente con dei problemi di salute… Personalmente non so come reagirebbe il mio corpo se dovessi contrarre il virus”, ha spiegato Stralman, che convive da anni con una malattia polmonare chiamata “bronchiectasia”.
“Non bisognerà gestire solamente le 50 persone legate alle singole squadre, ma ci sono tante altre che dovranno essere presenti per far funzionare il tutto”, ha continuato lo svedese. “Se qualcuna di queste dovesse ammalarsi e perdere la vita, chi sarà ritenuto responsabile? È davvero qualcosa di cui vogliamo essere parte? Si parla della sicurezza di tutti e ci sono davvero tante domande da porsi… Non sono sicuro che tornare a giocare sia la cosa giusta da fare”.