AMBRÌ – ZUGO
4-3
(0-1, 1-0, 2-2; 1-0)
Rigori: Pesonen, Immonen, Martschini, Pesonen, Guggisberg
Note: Valascia, 4’025 spettatori. Arbitri Stricker, Vinnerborg; Küng, Pitton
Penalità: Ambrì 1×2′, Zugo 4×2′
AMBRÌ – Ha danzato a lungo sulla sottile linea che separa vittoria e sconfitta l’Ambrì Piotta, ma questa volta ne è uscito vincitore. Nella sfida contro lo Zugo i biancoblù hanno mostrato nuovamente i tanti limiti che li contraddistinguono, ma martedì sera la determinazione è stata più forte, ed ecco che si è capito che con il giusto carattere qualche soddisfazione ce la si può anche togliere.
Spesso agli avversari bastava un solo colpo ben assestato per mandare al tappeto i biancoblù, ma questa volta la squadra di Kossmann ha resistito, a volte si è anche aggrappato alle corde, ma ha sempre trovato il modo di rialzarsi e contrattaccare. E pensare che di colpi al morale leventinese lo Zugo ne ha assestati parecchi.
Gli ospiti avevano infatti trovato il meritato vantaggio dopo 14’16 con Suri, ed era chiaro a tutti quanto per l’Ambrì potesse essere importante trovare il primo gol della serata. Una nuova “mazzata” è poi stata assestata ad inizio terzo tempo, quando lo Zugo aveva risposto ad un buon periodo centrale biancoblù con il gol di Senteler, che in molti temevano potesse rivelarsi quello decisivo. Nemmeno il vecchio Holden è poi riuscito a scalfire i biancoblù, capaci di reagire alla botta psicologica del 3-3 incassato a soli 11 secondi dalla terza sirena, giocando poi un buon overtime e vincendo infine la serie di rigori.
Chi chiedeva carattere è stato accontentato. Chi voleva invece un gioco lineare e meno errori individuali, beh, avrà alzato spesso gli occhi al cielo, ma in questo momento all’Ambrì si può chiedere tutto tranne che essere bello. Come prima cosa questa squadra deve cercare di essere concreta e meno incline ad errori banali, ed in questo senso si è visto perlomeno la volontà di sudarsi una vittoria.
Non che le cose fossero infatti iniziate benissimo, visto che dopo un paio di minuti lo Zugo ha iniziato a macinare gioco, trovando la rete d’apertura ma soprattutto mettendo in imbarazzo l’Ambrì Piotta con un gioco in transizione troppo veloce e verticale per i padroni di casa, che sin dal primo passaggio ospite sono andati nel pallone.
Superata questa fase i biancoblù hanno però invertito la tendenza e seguito la via indicata dal terzetto formato da Monnet, Fuchs e Duca, sicuramente il migliore in pista e che nel periodo centrale ha saputo conferire intensità ed agonismo alle manovre locali. Non a caso il gol è arrivato proprio dal bastone di Monnet, che ha deviato in maniera imparabile un tiro di Mäenpää. La rete ha dato vigore all’Ambrì, che ha poi sfiorato in diverse circostanze il vantaggio, in particolare con un disco d’oro capitato sul bastone di Emmerton, che ha però sparato alto da ottima posizione.
In pista con Lhotak di nuovo al centro, Trunz al rientro in difesa ma ancora senza Collenberg (sovrannumero) e con Elias Bianchi girato ai Ticino Rockets, i biancoblù hanno vissuto un inizio di terzo tempo che avrebbe potuto tagliare loro le gambe. All’1-2 di Senteler ha infatti fatto seguito un powerplay di ben 1’54 a 5-contro-3, giocato però in maniera talmente poco convincente – dai quattro stranieri più Guggisberg – da far credere che le speranze di rimonta biancoblù sarebbero morte lì.
Invece no, grazie ad un tiro velenoso di Emmerton ed il rebound sfruttato da Pesonen i biancoblù hanno raddrizzato l’incontro, per poi girarlo a loro favore grazie alla prima rete in powerplay di questo campionato. A segno è andato D’Agostini che, dopo il “regalo” di Hiller a Bienne, ha segnato la sua prima rete pulita in maglia biancoblù, scaricando un violento slapshot alle spalle di Tobias Stephan.
A quel punto, passata l’esultanza, tutti hanno immediatamente alzato gli occhi per scorgere il tempo rimanente sul tabellone, e si è immediatamente capito che difendere il vantaggio contro una squadra come lo Zugo per oltre sette minuti sarebbe stato impegnativo. Sono infatti state diverse le occasioni che gli uomini di Kreis si sono costruiti in quel frangente, forti di un’entrata nel terzo avversario perfetta e abili nel creare sovrapposizioni in grado di mandare in tilt la difesa locale.
Gli errori di posizione sono infatti stati la maggiore fonte di difficoltà per l’Ambrì Piotta, e l’azione che ha portato al 3-3 ne è un perfetto esempio. Emmerton, D’Agostini ed Ngoy tutti ad inseguire McIntyre nell’angolo, lasciando completamente libero nello slot un Holden che da quella posizione non è uno che perdona. Una situazione analoga si era sviluppata anche in occasione del 2-1, con l’intero quintetto ticinese sbilanciato da un lato e Senteler ad approfittarne.
C’è dunque ancora tanto, tantissimo da lavorare, anche pensando a delle uscite dal terzo ancora insufficienti e ad un powerplay che deve girare molto meglio di così. La realizzazione di Guggisberg dopo una serie di rigori durata 11 esecuzioni per parte permette però alla squadra di Kossmann di tirare il fiato, festeggiare la prima vittoria e lavorare con un po’ meno di pressione.
La linea che separa la vittoria delle sconfitta, si diceva, è stata spesso sottile in questo inizio di stagione per l’Ambrì, ma i problemi che ancora affliggono il sistema di gioco rendono più inclini i biancoblù a perdere l’equilibrio rispetto ai propri avversari.
D’Agostini ha segnato, Guggisberg è stato decisivo, il powerplay si è sbloccato e si è vista grinta e determinazione, pur avendo dovuto affrontare tanti momenti di difficoltà. L’Ambrì vanta inoltre la positiva caratteristica di essere la squadra meno penalizzata del torneo, pur avendo giocato già sette partite… Questa è la base, su questa bisogna ora costruire.
LA VOGLIA DI NON MOLLARE: Contro un altro Ambrì, lo Zugo avrebbe vinto questa partita almeno tre volte. La prima mettendo il ginocchio i biancoblù segnando la rete d’apertura, la seconda infilando il 2-1 ad inizio terzo tempo, e la terza all’overtime grazie al contraccolpo psicologico del pareggio negli ultimi secondi.
Non questa volta. Questa volta i biancoblù hanno saputo trovare il modo di reagire ad ogni affondo dell’EVZ, ed hanno anzi giocato un overtime che avrebbe anche potuto premiarli già in quel frangente con il punto aggiuntivo.
Ci sono voluti i rigori, che hanno avuto il pregio di dare l’occasione a Pesonen e Guggisberg di ergersi a protagonisti dopo alcune partite opache. Determinante è stata la volontà di non mollare, caratteristica che entrambe le squadre hanno portato in pista.
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