DAVOS – Il 2022 sta per andare agli archivi, ma il biancoblù Michael Spacek non accenna a fermarsi. Il ceco dell’Ambrì Piotta ha sin qui vissuto un’annata impressionante, in cui è sceso in pista per un grandissimo numero di partite – la cifra supera la novatina tra Frölunda, Nazionale ed i match con i leventinesi – sempre mantenendo un livello eccellente.
Non sta facendo eccezione la Coppa Spengler, in cui è stato tra i migliori in pista nell’avvio di torneo che ha visto l’Ambrì Piotta imporsi contro Örebro ed IFK Helsinki.
“È bello aver vinto queste prime due partite, ma la sfida che conta davvero è quella che ci attende venerdì, che sarà da dentro o fuori”, ci ha spiegato Spacek con sguardo determinato. “Dovremo giocare alla stessa maniera, duri sul disco e con la convinzione di poter vincere”.
Qualificandovi direttamente alla semifinale avrete un giorno extra di riposo, che potrà essere molto prezioso…
“Sì indubbiamente, specialmente dal punto di vista mentale. Avere un giorno in più per prepararci ci permetterà di prendere le cose in maniera più tranquilla, ma senza perdere la concentrazione. Ripeto, vincere queste prime due partite è stato bello ma i test che contano devono ancora arrivare, e ci mostreranno che tipo di squadra siamo. Credo in questo gruppo, dunque il focus passerà molto presto all’impegno di venerdì”.
In questo 2022 hai giocato davvero tantissimo, qual è il segreto per tenere uno standard così alto?
“Cerco semplicemente di dormire il più possibile (ride, ndr). Scherzi a parte, a me va bene così. In generale non mi piacciono i giorni liberi, preferisco continuare a lavorare con un certo ritmo, per poi rilassarmi il più possibile tra un impegno e l’altro. In questo devo ringraziare la mia compagna, che si prende cura di me quando non sono in pista”.
Sei arrivato alla pausa natalizia da top scorer della lega, sei dunque soddisfatto di quanto fatto sinora?
“Devo essere sincero, su questo argomento non so bene cosa dire. Sono stato fortunato a ricevere l’aiuto di molti compagni di squadra, ma in generale per me questo dato non significa nulla… C’è ancora metà della stagione da giocare ed il nostro obiettivo è raggiungere i playoff, dunque è su quello che deve andare il focus”.
Ci vuole sempre un po’ di tempo per assimilare il sistema di Cereda ed in generale lo stile della National League. Senti che questo processo ora è superato?
“Questa è una bella domanda! Ovviamente ogni lega ed ogni squadra è diversa. Sinora ci sono state partite in cui mi sono sentito molto bene, mentre in altre non ero soddisfatto delle mie prestazioni. In generale ora mi sento bene, e vedo una progressione ogni settimana che passa, ma non so se ho già raggiunto il mio massimo”.
Nelle ultime settimane hai ritrovato stabilità anche nelle linee, con Chlapik fisso al tuo fianco. È la soluzione migliore?
“Sì, non è un segreto che mi piaccia molto giocare con Chlapik, ma a volte dei cambiamenti sono necessari. È normale, fa parte dell’hockey. D’altronde abbiamo perso diverse partite, dunque l’allenatore ha cercato di cambiare un po’ le linee per dare nuovi stimoli al gruppo”.
Sinora non sono mancati momenti difficili in stagione, poter vivere la Coppa Spengler senza lo stress del campionato può essere positivo per il gruppo…
“Sì e no, perché non prendiamo certo alla leggera questo torneo. Siamo qui per vincere. Se ripenso ai momenti difficili vissuti sinora non voglio dire siano normali, ma le sconfitte fanno parte dell’hockey e le abbiamo sempre prese come parte di un processo di crescita. In quel senso passare una settimana assieme a Davos può darci una bella dose di energia positiva, anche se è ancora un po’ presto per carpire che effetti avrà la Coppa Spengler sulla nostra stagione. In generale è comunque bello vivere dei giorni in maniera più rilassata del solito, e speriamo che il torneo ci aiuti per il futuro”.